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L’intesa Rapinese-Negretti, la giunta ballerina, il rebus Forza Italia: tre farfalle dal fiato corto

Sul nuovo regolamento di Polizia urbana, la strana alleanza tra il gruppo di Alessandro Rapinese, l’assessore alla Polizia locale Elena Negretti e i tre quarti della maggioranza di centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia, Insieme per Landriscina), da un punto di vista tattico è assolutamente ineccepibile.

Rapinese – al contrario di molti – traduce in pratica ciò che tutte le minoranze proclamano un attimo dopo le elezioni e che si può riassumere genericamente così: “Non faremo opposizione pregiudiziale, valuteremo provvedimento per provvedimento e decideremo senza fare sconti”.

Un grande classico, insomma, assolutamente rispettoso della grammatica ideale di ogni contrapposizione politica schietta ma leale, al netto del fatto che nel concreto la tendenza dei gruppi di minoranza è trovare qualsiasi argomento pur di contestare e contrastare l’azione e le scelte di chi governa. Anche qui, assolutamente nulla di anomalo.

Ciò che però non torna affatto nel caso di Como – dove, ricordiamo, il documento in questione è stato tartassato da quasi un centinaio di emendamenti e disconosciuto persino dalla teorica quarta gamba a sostegno della giunta, cioè Forza Italia – è il risultato finale di questa operazione da laboratorio.

Inutile sottolineare che la prima anomalia è proprio la sostanziale opposizione dei berlusconiani a un regolamento che, forse è bene ricordarlo, loro stessi in realtà avallarono in una delle poche riunioni di maggioranza a cui parteciparono.

Non esiste, nella sostanza, alcuna ragione tangibile, per sostenere una qualsiasi purezza di intenti in Forza Italia: in questa fase storica, semplicemente, i cinque consiglieri azzurri hanno deciso di martellare praticamente su tutto la loro teorica giunta di riferimento (benché senza loro esponenti, visto il gran ritiro di novembre). Siamo – contando anche le identiche frizioni sul piano nazionale con la Lega – al livello della pura ripicca o poco più.

Chiarito questo aspetto – e rimarcando chiaramente che anche la stragrande maggioranza degli emendamenti del centrosinistra è del tutto strumentale e finalizzata al puro ostruzionismo – la scialuppa di salvataggio lanciata dai rapinesiani all’assessore Negretti e alla giunta tutta, e da costoro colta al volo pur di approvare il regolamento anche senza forzisti, rischia di essere una vittoria di Pirro.

Ph: Pozzoni

Per quanto riguarda la lista “Rapinese Sindaco”, da un punto di vista politico-elettorale è del tutto evidente che nessuno – già un paio d’ore dopo l’eventuale voto finale – riconoscerà mai al gruppo particolari meriti per aver salvato e fatto approvare il regolamento con il suo bastimento carico di Daspo urbani e nuova stretta su decoro e sicurezza.

Quel testo è figlio di una doppia ispirazione normativa, legislativa e politica che ha due radici: il Pd (con il lavoro dell’ex ministro Minniti) e la Lega dell’attuale ministro Matteo Salvini. E anche tutto ciò che scaturirà materialmente dall’ok al regolamento comasco, sarà da ricondurre ai principi espressi da quei due politici e dai loro partiti di riferimento.

La lista Rapinese, quindi, ora può genuinamente condividere quella impostazione venuta da lontano, e ci mancherebbe. Ma alla fine, surrogando dai banchi dell’opposizione la latitanza di Forza Italia, armerà di ulteriori strumenti sull’amato tema della sicurezza il centrodestra e soprattutto la già strabordante Lega, fungendo da stampella alla giunta Landriscina e appuntandole la medaglia dell’impegno rispettato. Poco o nulla di più.

Nello stesso tempo – e siamo all’altro punto cruciale – grazie all’aiuto di Rapinese, è vero che Negretti potrà incassare il via libera su una battaglia simbolica e pratica di un certo rilievo. Ma un minuto dopo – un minuto lontanissimo, peraltro: sono ancora decine gli emendamenti da affrontare in aula – lo scenario più probabile è che su nessun altro provvedimento la stampella rapinesiana si ripeta e torni utile alla giunta.

Giunta Landriscina

Di più: nello stesso tempo, l’esecutivo Landriscina dovrà presumibilmente fare i conti con una Forza Italia ancora più incattivita e lontana dalla coalizione di base.

Il che non è solo folclore, bensì la prospettiva concreta che in aula – se gli azzurri continuassero e anzi accentuassero il loro porsi di traverso – qualsiasi altra delibera faccia fatica a trovare i numeri per l’approvazione. I forzisti, a schema di base, restano ancora essenziali per raggiungere i 17 pallini verdi sul tabellone; nello stesso tempo, però, il loro autoisolamento dal centrodestra li rende politicamente pericolosissimi per la vita della giunta ma nello stesso tempo li imbriglia in tatticismi dal fiato cortissimo e ad altissimo tasso di incomprensibile contraddizione.

In sostanza: la spericolata intesa tattica “Rapinese-giunta-maggioranza superstite” rischia di produrre – con enorme dispendio di tempo, energie e soldi – una triplice farfalla dalla vita brevissima e, per la giunta, una Cayenna immediatamente successiva con vista sul baratro. Non proprio un successo, in ultima analisi. Per nessuno.

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Un commento

  1. “Rapinese – al contrario di molti – traduce in pratica ciò che tutte le minoranze proclamano un attimo dopo le elezioni e che si può riassumere genericamente così: “Non faremo opposizione pregiudiziale, valuteremo provvedimento per provvedimento e decideremo senza fare sconti”.
    Questa è politica non giornalismo!

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