Continua incessante il dibattito e lo scambio di idee sul concept per il nuovo stadio di Como presentato martedì scorso dal club lariano in Comune. Dopo la prima serie di lettere che – di cui abbiamo pubblicato una piccola selezione qui, rispetto al totale di quelle arrivate – ora ecco il documento dell’Associazione civica utenti della strada (Acus) a firma dell’avvocato e presidente Mario Lavatelli.
Di seguito il testo integrale (per inviare interventi, lettere, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com).
Il dibattito sul “nuovo Sinigaglia” è certamente interessante e mette in campo competenze di vari livelli e settori. Ritengo utile fare memoria della vicenda del Novocomum che portò un geniale e giovanissimo architetto a imporre la sua creatività in chiara disomogeneità con il contesto. Diversamente, avrebbe prevalso il manierismo.
Mi permetto ricordare Calvino, da Le città invisibili, riguardo la città di Zora:
Al di là di sei fiumi e tre catene di montagne sorge Zora, città che chi l’ha vista una volta non può più dimenticare. Ma non perché essa lasci come altre città memorabili un’immagine fuor del comune nei ricordi. Zora ha la proprietà di restare nella memoria punto per punto, nella successione delle vie, e delle case lungo le vie, e delle porte e delle finestre nelle case, pur non mostrando in esse bellezze o rarità particolari.
Il suo segreto è il modo in cui la vista scorre su figure che si succedono come in una partitura musicale nella quale non si può cambiare o spostare nessuna nota. L’uomo che sa a memoria com’è fatta Zora, la notte quando non può dormire immagina di camminare per le sue vie e ricorda l’ordine in cui si succedono l’orologio di rame, la tenda a strisce del barbiere, lo zampillo dai nove schizzi, la torre di vetro dell’astronomo, l’edicola del venditore di cocomeri, la statua dell’eremita e del leone, il bagno turco, il caffè all’angolo, la traversa che va al porto.
Questa città che non si cancella dalla mente è come un’armatura o reticolo nelle cui caselle ognuno può disporre le cose che vuole ricordare: nomi di uomini illustri, virtù, numeri, classificazioni vegetali e minerali, date di battaglie, costellazioni, parti del discorso. Tra ogni nozione e ogni punto dell’itinerario potrà stabilire un nesso d’affinità o di contrasto che serva da richiamo istantaneo alla memoria. Cosicché gli uomini più sapienti del mondo sono quelli che sanno a mente Zora. Ma inutilmente mi sono messo in viaggio per visitare la città: obbligata a restare immobile e uguale a se stessa per essere meglio ricordata, Zora languì, si disfece e scomparve. La Terra l’ha dimenticata.
Certo, ci sono problemi importanti da affrontare e già qualche spunto viabilistico l’ha offerto Nini Binda. Però si discuta e non si chiuda al nuovo. Credo che Giuseppe Terragni, come ogni genio, non si sarebbe opposto aprioristicamente. Per non parlare di Attilio Terragni nella sua difesa dell’erigendo Monumento ai Caduti nei confronti della Soprintendenza che pure, all’epoca, non aveva potestà vincolante.
Grato dell’attenzione che vorrete accordare, porgo cordiali saluti.
Il Presidente A.C.U.S. – Como
Avv. Mario Lavatelli