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Rockstar Aram, la speranza di un condottiero nella Como senza leadership

Pubblichiamo l’articolo apparso sul numero uscito il 10 maggio scorso di ComoZero settimanale, quando erano trascorsi pochi giorni dall’insediamento – con presentazione pubblica quasi da rockstar sul palco di Villa Erba – del nuovo presidente di Confindustria Como.

“Visione”.
“Sogno”.
“Orizzonte”.
Parole di Aram Manoukian. L’avverbio “finalmente”, lo aggiungiamo noi.

Finalmente, anche sul piano del linguaggio, una di quelle 10-15 figure di primo piano di questo benedetto territorio senza leader ha aperto una finestra. Ha fatto entrare aria fresca in città, con refoli che corrono per tutta la provincia.

Quel “qualcuno” è Aram Manoukian (nella foto Andrea Butti), presidente – al culmine di 6 generazioni precedenti – della Lechler, ma soprattutto, almeno per ciò che riguarda il focus di queste poche righe, da questa settimana presidente della Confindustria comasca.

E allora andiamo dritti al punto: pur in poche settimane di ribalta pubblica a tutti gli effetti, Aram Manoukian ha suscitato grandi aspettative. Speranze, si potrebbe arrivare a dire.

Dopo anni trascorsi con un’associazione degli industriali guidata a fari spenti e velocità da passeggio – per scelte o necessità, inutile ora intrufolarsi nel passato – il nuovo “capitano” di via Raimondi è subito parso in grado di dare una scossa. Ovvio, si parla di sensazioni, per ora. Di tangibile – a parte una storia personale, familiare e industriale inscalfibile e i classici buoni propositi di ogni inizio – non c’è quasi nulla.

Eppure sentir parlare di visione, di sogni, di un bene comune che trascende la singola fabbrichetta, di responsabilità sociale dell’imprenditore, il tutto mischiato all’orgogliosa rivendicazione della straordinaria storia di famiglia che profuma di radici solide, suscita di per sé la voglia di credere che questa provincia ricchissima di isolati talenti ma poverissima di leader e leadership possa aver trovato la persona giusta.

C’è un vuoto enorme da riempire in questo territorio. Che non è privato, naturalmente: geni, genialità, capacità sono la nervatura stessa della florida provincia di Como. Il vuoto è pubblico. Riguarda l’assenza di figure che sappiano indicare una direzione, che sappiano illustrare una visione, tessere una trama che diventi patrimonio diffuso e comune. E che sappiano restituire un orgoglio di comunità, oltre l’uscio dell’impresa o dell’istituzione di turno.

Aram Manoukian, sulla carta e dopo le primissime uscite pubbliche, sembra potersi mettere al centro di questa scena deserta. Auspicabilmente – da soli non si va comunque da nessuna parte – attrarvi, stimolare, risvegliare altre polarità da pari a pari, per una rinascita corale.

E allora, presidente, ce lo conceda: da domani non cominci anche lei parlare soltanto di statistiche, percentuali, bulloni e telai. Dia alla sua associazione un orizzonte, indichi una strada, semini un terreno.
Di funzionari ne abbiamo a migliaia, in provincia. Ora servono condottieri.

Ci provi.

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