RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Punti di vista

Tra le 7 peperonate del Lago di Como e le lenzuolate, Rapinese ha totalmente ragione

Alla fine non è nemmeno colpa sua. Anzi, ha ragione. Totalmente ragione. Sì, Alessandro-Rapinese-sindaco-di-Como ha totalmente ragione a gestire la comunicazione come la gestisce (leggi: a dire, fare, baciare, lettera, emendamento tutto lui). Come intimo approccio, tra l’altro, lo farebbe qualsiasi politico della terra o quasi, diciamoci la verità. Solo che gli altri spesso non hanno il carattere per affrontare e gestire qualche critica qua e là, sempre più debole e fiacca peraltro in un mondo giornalistico che è diventato all’80% “i cinque posti da vedere nel primo weekend a mezz’ora da Natale”, “le 7 peperonate magiche del Lago di Como”, “il cane ha lo sguardo tristissimo, poi succede una cosa INCREDIBILE” e via di “si vede tutto!”.

Tornando a noi, nonostante le tentazioni citate prima, molti altri sindaci rimettono in saccoccia il “faso tuto mi” e alla fine si piegano a quella gigantesca scocciatura che è la democrazia della comunicazione: avere un ufficio stampa istituzionale, rispondere al telefono anche ai cronisti scocciatori (se non sempre, almeno qualche volta), piegarsi all’insopportabile idea che anche gli assessori o i consiglieri possano esprimere idee politiche in un dibattito di consiglio comunale o extra palazzo, convocare conferenze stampa anche su questioni scomode e non solo per annunciare frizzi e lazzi, distribuire deleghe di giunta importanti anche ai colleghi di avventura senza accentrare tutto in sé ecc ecc.

Peraltro, concedete un inciso personale: le rarissime volte in cui la convocazione di giornalisti a Palazzo Cernezzi non è stata su cose del tutto secondarie ma su materie almeno di un certo peso o potenzialmente foriere di domande anche non comodissime (il famoso elenco delle 62 opere pubbliche), lo stesso Rapinese ha risposto a un paio di questioni del sottoscritto – che è tutto dire – in maniera del tutto normale ed esauriente, senza alcun problema personale a dispetto di un anno e mezzo, come dire, turbolento. Concedere di poterlo fare al telefono probabilmente non sortirebbe effetti molto più devastanti, anzi forse qualche stortura reciproca potrebbe anche venire meno. Ma sono ipotesi.

Al di là questo, torniamo al perché – sulla comunicazione e sui rapporti con i media – Rapinese ha totalmente e indiscutibilmente ragione. Basta prendere gli ultimi tre giorni, che sono molto esemplificativi. Al venerdì sera si parte con il messaggio urbi et orbi del sindaco affacciato alla finestra di San Pietro in Etv (dove però, va rimarcato, le giornaliste spesso tentano di contenerne e puntualizzarne alcuni eccessi, in assenza di contraddittorio politico). Però, insomma, la mezz’oretta a schermi comaschi unificati, come in passato, resta sempre un bel modo per veicolare senza troppi disturbi i propri messaggi (chissà mai perché questa cosa venne negata a Mario Landriscina, misteri locali).

Poi si passa al sabato, giorno in cui tutti i media cittadini (sovente anche noi) riprendono eventuali notizie dai messaggi urbi et orbi, rimacinando e rilanciando le parole (ancor più senza contraddittorio, perché in questo secondo tempo la mediazione giornalistica sparisce) del Papa municipale. Poi qualcuno lo fa con una certa opera di contenimento, altri in maniera fluviale ma questo fa parte del gioco, più o meno. Infine viene il terzo tempo, magari giusto con qualche intermezzo social del primo cittadino, che come noto ha mischiato completamente la comunicazione istituzionale dell’ente, quella politica e quella personale su un unico canale: il suo.

Ma dicevamo, alla fine arriva la domenica. Una domenica come quella di oggi, in cui, ad esempio, su lenzuolate d’altri tempi il sindaco Alessandro Rapinese spiega cose: dai soldi per il Politeama ai test sulla cupola del Duomo, dai furbetti delle case vacanza, alla città dello sport di Muggiò, dalle proteste dell’Hockey Como all’ampliamento dei posti allo stadio fino alla sfilata degli alpini. Mancano la ricetta del giorno e la benedizione del bestiame, per il resto c’è tutto. Ah no, spicca pure l’assenza dei nemici poteri forti, ma quella era un’altra storia. Resta il fatto che Papa Rapinese ha totalmente ragione: per quale assurdo motivo dovrebbe cambiare, in un regno duro come un marshmallow?

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

20 Commenti

  1. Se la stampa fosse davvero libera, e a Como di certo non lo è, essendosi schierata apertamente a favore dell’ammantato Sindaco Re Mida 3/6 mesi, forse si potrebbe davvero avere un ritorno per la città in termini di servizi, di controllo dell’operato, d’informazione approfondita e puntuale sull’azione di governo del Re! Ma questo, ahimè a Como non c’è e forse non ci sarà mai!!!

  2. Rapinese Sindaco non brilla né come politico, né come Amministratore, e neppure, anche se molti dicono sia il suo piatto forte, come comunicatore. Non brilla in nulla ma è indiscutibilmente un “personaggio”. Uno per intendersi che è capace di rispondere con uno show da avanspettacolo a una fastidiosa critica, ad esempio quella del Consigliere Nessi che gli ricordava la panzana pre-elettorare sulla Piscina Olimpionica, quella dei tre-sei mesi per intendersi. Uno che si atteggia a tragica vittima quando ci ricorda la situazione che gli hanno lasciato i suoi predecessori (chissà cosa avrebbe dovuto dire Lucini che si è gestito il dopo Bruni). Uno che sfotte al limite dell’insulto personale le opposizioni, ma non solo loro, se si permettono di chiedere precisazioni e, soprattutto, informazioni e numeri a supporto delle sue decisioni. Insomma, alla fine riesce a far discutere e litigare tutti non tanto sulle sue idee, a dire il vero banali (parcheggio….), non tanto sulle sue scelte e non scelte politiche, spesso misteriose se non addirittura criptiche (asili….), e neppure tanto sulle incredibili cavolate che ha fatto in questo anno e mezzo (tipo l’acquisto del Politeama senza sapere cosa farne o la trovata di Natale a Como). Tutti discutono sui suoi bizzarri comportamenti, sulla sua scarsa educazione, sull’aggressività dei suoi atteggiamenti, ma sul resto? Purtroppo, quando ovunque la politica diventa la platea di personaggi d’avanspettacolo, si può pretendere che a Como non lo sia? Mah….. 😊

  3. Se solo QuiComo, CiaoComo, Prima Como, ComoCity etc si unissero (aggratis) al coro delle vostre pretestuose critiche… come sarebbe più facile fare efficace propaganda (aka scocciante cronaca). Si potrebbe anche pensare di portare a Palazzo Cernezzi una grand’assenteista… invece, così: contate poco o nulla, ma non per demerito vostro. C’est la vie

  4. Il sindaco lo scelgono gli elettori e i comaschi sono perfettamente rappresentanti da tutti i sindaci attuali e precedenti da quando ho memoria. Se il comasco è quello che è (non scadro in critiche e improperi per civiltà) perché si lamenta? Riempire il portamonete con l’obolo del ricco per vincere la gara dell’ostentazione silenziosa con il vicino, facendo il meno possibile e magari truffando o evadendo qua e là, è l’unico obiettivo. Nessuno salverà mai chi non vuole essere salvato. Tanto ogni anno arrivano nuovi cacciatori di selfie da truffare, indipendentemente dallo stato della città. Mea culpa, mea culpa, mea grandissima culpa.

  5. Emanuele Caso parliamo della stampa e del rapporto con il supereroe. Parliamo di questo perché nei commenti leggo fregnacce senza senso. Capitolo monologo a Etv: il SuperEroe ha sempre criticato nell’ordine Bruni, Lucini e Landriscina per le comparsate e si comporta esattamente come loro, se non peggio proprio perché in passato li criticava. Restando dalle parti di Sant’Abbondio è curioso notare come il nostro sia stato utilizzato (e lui ovviamente accettato) nella lotta Rapisarda/Giunco vs Brunati/Amici di Como, il tutto con la conduzione di Bambace. Arriviamo alla stampa e qui assisitiamo alla venerazione del direttore e di alcuni giornalisti, sotto la benedezione di una figura influente del cda.

  6. Vediamo:
    – avere un ufficio stampa istituzionale: giusto
    – Rispondere al telefono ai cronisti: vedi sopra, basta l’addetto stampa –
    – assessori che possano esprimere idee politiche in consiglio comunale o extra palazzo: se accettano questo mutismo imposto, sono problemi degli assessori
    – convocare conferenze stampa anche su questioni scomode : mai visto sotto qualsiasi bandiera
    – distribuire deleghe di giunta importanti anche ai colleghi di avventura senza accentrare tutto in sé: se non scoppia, sono problemi del sindaco

  7. Lo scorso sindaco faceva il suo monologo ad ETV come l’attuale, forse nessuno se lo ricorda vista la mancanza di argomenti.

    1. Caro Mario, l’attuale sindaco percepisce 9000€ al mese, ogni suo assessore 4500€, ora dal momento che li paghiamo noi, e non poco, lavorino senza fare i piagnina per le 12h di lavoro che c’è chi fa molte più ore e quei soldi se li sogna.

  8. Che commenti fare?!
    Vai avanti Rapinese non dare ascolto alle critiche assurde ed ironiche dei rosiconi che avevano votato Bruni, Lucini, Landriscina e di recente Mingetti e Molteni, perché sei il Migliore.

  9. Rifacendosi ai titoli dei quotidiani online potremmo scrivere: “Rapinese sembra avere la ricetta per sistemare Como…ma poi guarda cosa succede…niente”

  10. Rapinese sarà irruente e deciso, ma e anche innegabile che ha trovato una città degradata e con molte irregolarità. Ci sta lavorando chiaramente non è facile ne rapido . Personalmente non ho mai visto tanti cantieri e opere in corso.

    1. Rimane il mistero di come farà a gestirli, questi cantieri, visto che i funzionari, per la disperazione, stanno scappando via da Palazzo Cernezzi.

  11. Certo che ha ragione, perché il quadro è disarmante. Che, almeno per quanto riguarda la narrazione dell’operato del sindaco, ci sia un problema con l’informazione locale è evidente. Lasciamo perdere il settimanale monologo a ETV – è stato offerto anche ai suoi predecessori, tranne Landriscina (vero, perché poi? Ah…saperlo), ma prendiamo, ad esempio, la questione del presunto “villaggio dello sport” a Muggiò. Se qualsiasi altro sindaco, o assessore, avesse presentato un simile “master plan”, senza uno straccio di computo dei possibili costi, tempistiche di intervento e almeno una vaga idea sulle fonti di finanziamento, qualsiasi giornalista l’avrebbe, giustamente, bollato come “fuffa”, per usare parole care al sindaco attuale. Qui, invece, a leggere il giornale o a guardare la TV, vien voglia di andare in Piazza d’Armi a farsi un tuffo, o una partitina a curling, perché sembra che sia già tutto praticamente fatto. Sul Politeama, per fare un altro esempio, la notizia di oggi è che, al contrario di quanto promesso, Rapinese non è nemmeno in grado di mettere in sicurezza il vecchio teatro. Titolo della Provincia: “Politeama, soldi (anche) dai privati”. Vabbe’, allora vale tutto.

    1. Condivido pienamente, ma d’altronde si sa che la maggior parte dei comaschi basa il suo giudizio leggendo solo i titoli degli articoli senza entrare nel merito delle questioni. Per molto questo Sidaco è il salvatore di tutti mali, per altri, me per prima, è la riprova del decadimento sociale, culturale e umano a cui Como si è votata.
      Per inciso…poco più di 8000 voti..

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo