La morte del giovanissimo Maxwell, il 15enne di Gironico annegato ieri nello specchio di lago davanti a Villa Geno dopo un tuffo dal pontile assieme agli amici, ha provocato una grande ondata di dolore e commozione non solo a Como ma in tutta Italia.
Oltre al dato umano e drammatico, inevitabilmente si è affacciato nuovamente il tema della sicurezza della zona: i bagni sono già vietati, ma nonostante le segnalazioni anche in loco, la tragedia di Maxwell è la quarta pressoché identica in pochissimi anni. Segno che il divieto non è rispettato ma anche che probabilmente le indicazioni, la cartellonistica e la stessa inaccessibilità del pontile necessitano miglioramenti, incrementi, azioni per garantirne maggiore visibilità ed efficacia.
Tutti questi argomenti (sollevati peraltro da più parti in queste ore) sono affrontati nella lettera-appello che riceviamo da un nostro lettore, Marco Bestetti, testo rivolto direttamente al sindaco di Como Mario Landriscina e che punta proprio sulla necessità di rafforzare la sicurezza del luogo per scongiurare altri drammi simili. La pubblichiamo integralmente di seguito.
Egregio Signor Sindaco, dott. Landriscina, purtroppo in questi giorni siamo stati testimoni sgomenti di una nuova disgrazia, consumatasi sulle sponde del primo bacino.
Maxwell, 15 anni, è il quarto ragazzo negli ultimi cinque anni ad essersi tuffato dai pontili di viale Geno e ad aver perso la vita fra le onde del lago.
È difficile frenare l’entusiasmo dei ragazzi, lo sappiamo, ma quattro figli persi sono tanti, troppi, per non avvertire il dovere morale di intervenire.
Faccio appello al medico d’urgenza che lei è stato, faccio appello al Sindaco per chiederle di farsi promotore con gli Uffici e il Consiglio Comunali affinché presto vengano posti cartelli di attenzione al pericolo lì, al Tempio Voltiano e a Villa Olmo, i luoghi più frequentati da incauti e inconsapevoli bagnanti.
Non bastano, Signor Sindaco, gli anonimi divieti di balneazione che tanti ignorano. Occorre qualcosa di più incisivo, di più forte, qualcosa che non vieti ciò che già è proibito. Occorre qualcosa che metta in allerta e convinca.
• 15 agosto 2015, Jospin, 14 anni
• 4 ago 2017, Mehemet, 21 anni
• 2 giugno 2018, Antonio, 20 anni
• 7 giugno 2019, Maxwell, 15 anni
Il Comune si è mobilitato per gli investimenti sulle strisce pedonali in viale Masia.
Queste vite annegate erano forse meno preziose?
Dobbiamo attendere il prossimo per sentirci in colpa ed intervenire?
6 Commenti
I cartelloni non risolveranno un bel niente. Dei divieti in Italia ce ne infischiamo. Vedasi Parco di Villa Olmo dove NESSUNO li rispetta… Assumiamo del Personale oppure nella stagione estiva facciamo in modo che vengano rispettate le elementari regole di educazione civica ! Purtroppo se non si ha qualcuno che multa perché non si rispetta nulla, è tutto inutile. Tutti pensano c è un divieto ? Ma chi se ne frega tanto non dice niente nessuno.
Abito da anni in questo città ma non ho mai visto un qualcuno multare per non rispetto dei divieti. Per forza sembra una città abbandonata a sé stessa
…non sapeva nuotare…
Ha perso la vita fra le onde del lago??? Non capisco in concreto quale e’ stato il successo che le ha fatto perdere la vita…..
Perché si cerca sempre un colpevole al quale addossare la responsabilità delle gesta sconsiderate di qualcuno? Queste cose capitano, e sono solo e solamente da imputare alla umana incoscienza non ci si illuda di fermarle con cartelli e divieti.
Libero, non mi sembra che l’articolo o la lettera vogliano dare la caccia ad un colpevole per la morte del ragazzo, tanto meno all’Amministrazione. Piuttosto vi leggo un accorato appello perché si faccia un passo in più nella prevenzione.
Mah, bastassero i cartelli…