“L’ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha deliberato l’ammissibilità della nostra proposta di legge di iniziativa popolare per la riforma della sanità lombarda, sulla quale abbiamo raccolto in pochi mesi circa centomila firme di cittadine e cittadini”. A a dare l’annuncio il consigliere regionale comasco del Pd, Angelo Orsenigo.
In dettaglio il progetto di legge regionale, composto da due articoli, prevede una modifica della legge regionale n. 33 del 2009, come ritoccata dalle riforme Maroni del 2015 e Fontana-Moratti del 2021. L’intento è di riscrivere i principi, togliendo l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata e obbligando la Regione a fare programmazione e a governare l’offerta fornita dagli operatori privati, indirizzandoli verso le prestazioni maggiormente necessarie. Quattro i principi che vengono introdotti: universalità del servizio, centralità della prevenzione, priorità dei servizi territoriali, governo pubblico degli erogatori.
“In nome di tutti loro, in commissione e poi in Consiglio, ci batteremo per riportare il nostro servizio sanitario regionale sui giusti binari, che significa ridare forza e dignità alla sanità pubblica e spezzare il ricatto del ‘o paghi o aspetti’ che è il contrario della garanzia universale del diritto alla salute – prosegue Orsenigo – Abbiamo lanciato la raccolta firme a fine febbraio, durante la nostra prima conferenza regionale sulla sanità che, non a caso, si intitolava ‘La salute è un diritto’, come afferma la nostra Costituzione all’articolo 32. Quella affermazione deve tornare a essere realtà. Di fronte agli annunci di Fontana e Bertolaso sui miglioramenti in campo sanitario, sempre smentiti dai fatti, la nostra proposta di legge è un’ottima opportunità”.
La proposta di legge di iniziativa popolare sulla sanità era stata depositata lunedì 23 settembre corredata dalle firme a sostegno.
9 Commenti
Occorre distinguere tra gestione sanitaria privata e prestazioni private: molte strutture (es. Villa Aprica e Valduce) sono a gestione privata ma convenzionata, erogano quindi prestazioni tramite SSN; il problema è che ricevono dei budget limitati e quindi, raggiunto un certo numero di prestazioni, si ritrovano a lavorare sottocosto o gratuitamante, di conseguenza gli appuntamenti vengono dilazionati ed i tempi di attesa si allungano. Conoscete qualcuno che lavorerebbe in perdita o gratuitamente?
Quello che ci dici vale solo negli ultimi mesi dell’anno, quando le strutture private raggiungono il budget limitato (e vorrei ben vedere che questo esborso di denaro a vantaggio dei privati non venga limitato!!!).
Ma durante tutto l’anno la gente va nelle strutture private (che garantiscono tempi brevi) perchè in quelle pubbliche la coda è di mesi e mesi, a meno che tu non faccia ricorso all’intramoenia (come spiega bene qui sotto il Milesi).
Non è esattamente così, purtroppo è un cane che si morde la coda: se per le strutture accreditate continuano a diminuire i budget dei rimborsi, che comunque servono per erogare prestazioni ssn, è automatico che anche in queste si allungano i tempi di attesa, anche perché le agende di prenotazione, teoricamente, non si possono interrompere, tanto più che ora l’utente deve effettuare la procedura di prenotazione entro 6 mesi dall’emissione dell’impegnativa (non conta quando sarà l’appuntamento).
Ovvio che in regime di solvenza si trovi posto dopo poco tempo: sono soldi che le strutture incassano tutti e subito (a differenza dei rimborsi ssn che arrivano dopo n mesi)
Sì, ma tu mi parli sempre e solo delle “strutture accreditate”, sinonimo di “strutture private che devono fare utili”.
Qui si sta parlando delle strutture pubbliche…
Ho una grandissima stima per Angelo Orsenigo. È una persona perbene, posso dirlo perché lo conosco di persona, ma soprattutto è un politico attento ai bisogni veri della gente. Non chiede poliziotti, militari e carabinieri in ogni angolo di strada. Chiede che la Sanità risponda prontamente alle esigenze dei cittadini. Ogni minuto di ritardo per salvaguardare la nostra salute, ogni minuto di ritardo nel responso di un’analisi o di una diagnosi, è un minuto di paura e di angoscia in più per chi teme per la propria salute. Se non è questa la tanto invocata “sicurezza”!
Togliete il numero chiuso a medicina e azzerare i trasferimenti di denaro pubblico alla sanità privata…ossia ritornare alla situazione degli anni 80 e primi 90 …precedente all era formigoni.
In ogni caso…. se non ci sono medici le liste sono destinate ad allungarsi all’infinito!!!
Troppi burocrati e ragionieri che se ne fottono dei malati… Guardano solo i numeri e…… e il loro conto in banca, arricchito da premi assurdi e basati su criteri discutibili!!!!
BISOGNA RIMETTERE IL MALATO AL CENTRO DELLA SANITÀ E RIDARE AI SANITARI LA LORO GIUSTA IMPORTANZA, NON SOLO ECONOMICA, MA ANCHE CULTURALE!!!!
Chi vuol capire, capisca…
Non è questo il punto.
Esperienza personale in una struttura pubblica: 18 mesi di attesa per esame endoscopico attraverso il ssn; 4 giorni di attesa nella stessa struttura attraverso il sistema intrameonia (quindi a pagamento).
Ergo i medici e la possibilità di effettuare l’esame ci sono, manca invece la volontà politica di riportare al centro il servizio sanitario pubblico e le persone.
questo vale per le strutture pubbliche, per le private convenzionate c’è un sistema di budget diverso