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Attualità, Sanità

Riforma sanitaria lombarda, ira Orsenigo (Dem): “Inutile. A Como pronto soccorso sovraffollati e hospice senza posti. Serve un’Ats non varesina”

“La riforma sanitaria di cui Como ha bisogno non è quella del centrodestra in Regione Lombardia in discussione in Consiglio in questi giorni. La riforma di cui abbiamo bisogno dovrebbe porre fine allo squilibrio sanitario di Ats Insubria a favore di Varese, con l’istituzione di un’Ats interamente comasca. Squilibrio che si traduce direttamente in un’allarmante mancanza di posti letto e infinite liste d’attesa nella provincia di Como, a danno dei cittadini”.

E’ l’accusa, durissima, del consigliere regionale Dem, Angelo Orsenigo.

Che spiega: “Dovrebbe rilanciare la medicina di territorio con l’istituzione della Cittadella della Salute nell’ex Sant’Anna di via Napoleona. Una vera riforma dovrebbe programmare più investimenti sui pronto soccorso comaschi, sovraffollati al punto che un codice verde, lo scorso 12 ottobre, richiedeva 12 ore e mezza per ricevere assistenza. La riforma che serve dovrebbe mettere a disposizione più posti nei nostri hospice per i malati terminali che meritano cure di fine-vita dignitose”.

Infine “dovrebbe stabilire, con risorse e organico rinnovati, un nuovo ruolo per l’ospedale di Menaggio, unico presidio ospedaliero pubblico per lago e valli. Al contrario la riforma Fontana non fa nulla di ciò. Per questo, domani, in consiglio regionale porterò le mie proposte concrete nella forma di ordini del giorno. Con questi documenti chiederò che Regione Lombardia presti attenzione per il nostro territorio e le nostre comunità. La riforma della sanità voluta da Maroni ha indebolito la sanità comasca dalle fondamenta. Da prima della pandemia, come Partito Democratico, ne denunciamo gli effetti facendoci portavoce del territorio, dei cittadini e dei professionisti della sanità che per questa riforma non sono stati minimamente interpellati. La giunta Fontana si è ritirata nel palazzo fabbricando a tavolino una riforma che non risolve minimamente i problemi di Como e dei comaschi”.

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