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Sant’Anna, nuova risonanza magnetica: “Pazienti colpiti da ictus, capace di distinguere parte sana da quella irrecuperabile”

All’ospedale Sant’Anna è entrata in funzione in questi giorni la nuova risonanza magnetica. L’apparecchio, acquisito a seguito di una gara vinta dalla ditta Siemens Healthcare srl con i fondi regionali appositamente stanziati e pari ad 1 milione e 250mila euro, garantisce un’elevata qualità delle immagini a fronte di una riduzione della durata delle scansioni. Le bobine di cui è dotata la macchina consentono di implementare le tipologie di esami eseguibili, aumentano il comfort del paziente, sono maggiormente aderenti e quindi per esempio, circondano meglio le articolazioni, migliorano significativamente la qualità delle immagini, e riducono gli artefatti da movimento (il movimento degli organi addominali durante la respirazione e la respirazione stessa, il battito cardiaco, il movimento degli occhi, la deglutizione sono alcuni degli eventi che possono causare la comparsa di artefatti nell’immagine in quanto determinano una alterazione geometrica dell’area che si sta esaminando durante l’acquisizione dei dati).

La nuova risonanza, inoltre, è dotata di un software che permette di valutare la perfusione e la diffusione dell’encefalo nei pazienti con ictus e quindi di differenziare la parte sana da quella danneggiata potenzialmente recuperabile. Tale valutazione consente ai clinici e ai radiologi interventisti di datare l’insorgenza dell’eventuale ischemia cerebrale e quindi di scegliere con maggiore accuratezza la modalità di trattamento che consentirà al paziente di ridurre gli eventuali danni e quindi la possibile disabilità.

La risonanza magnetica

E’ un esame che fornisce immagini dettagliate del corpo umano utilizzando un campo magnetico e onde a radiofrequenze. A differenza della Tac non usa raggi X e si basa sulla capacità di captare i segnali emessi dagli atomi di idrogeno – che compongono l’acqua e sono quindi presenti in abbondanza nei tessuti del corpo – quando questi sono sottoposti a un campo magnetico.

Il macchinario appena acquisito è dotato di un apertura a forma di cilindro lungo 1,5 metri e largo 70 cm di diametro. È aperto alle due estremità, c’è luce e aria. Nel cilindro viene fatto scorrere un lettino su cui viene sdraiato il paziente. Per alcuni esami e diagnosi con la risonanza magnetica, può essere necessario iniettare al paziente una soluzione a base di gadolinio (cosiddetto mezzo di contrasto).

L’ospedale Sant’Anna è dotato di due risonanze magnetiche, entrambe allocate nell’unità di Radiologia.

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