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Tra Como e Varese la sfida dei tempi d’attesa. Gioia (Ats): “Dati migliorati. E ottimismo per il futuro”

Filtra ottimismo nella sanità lariana e varesina sul delicatissimo tema dei tempi d’attesa. Oggi a fare il punto è Salvatore Goia, direttore generale di Ats Insubria – che per l’appunto svolge la propria attività a cavallo dell due province. “Una negoziazione mirata con le Asst e gli erogatori privati accreditati a contratto dei territori di Como e Varese, con il coordinamento di Ats e in collaborazione con Regione ha consentito di mettere in campo le azioni necessarie per orientare l’offerta di prestazioni ambulatoriali e assicurare così il fabbisogno espresso dai cittadini spiega.

Secondo i dati Ats, l’ attività svolta già primi mesi di quest’anno ha fatto sì che venisse programmata sul territorio un’offerta superiore a quanto garantito ai cittadini negli anni precedenti soprattutto nell’ambito delle prestazioni descritte come “prioritarie” nel Piano Nazionale dei tempi di attesa.

“Focus quindi anche sull’offerta delle ‘prestazioni prioritarie’, sui volumi di appuntamenti che le Asst rendono disponibili al Contact Center regionale – prosegue il direttore Gioia – Uno sforzo organizzativo non indifferente quello che Ats ha coordinato tra le Asst soprattutto nella revisione dei processi sottesi alla composizione ed esposizione delle agende, che si concretizzerà conseguentemente in una più performante risposta al cittadino”.

Dai dati relativi al primo semestre Ats afferma che le strutture, in proiezione a fine anno, assicureranno quanto concordato in termini programmatori, seppur persistano alcune difficoltà relative ad alcune prestazioni, essenzialmente causate dalla mancanza di specialisti. Più nel dettaglio il volume complessivo di queste prestazioni è pari a 429.734 – sul territorio di Varese 266.509 e sul territorio di Como (escluso Alto Lario) 163.225 erogate come primo accesso, che risulta in incremento con un +4.5% rispetto al primo semestre del 2019, anno di riferimento prima della pandemia. La produzione nei due territori risulta distribuita in maniera proporzionale rispetto alla popolazione residente: 61% popolazione del territorio di Varese e 39% popolazione del territorio di Como.

Le Ats con l’ultimo provvedimento regionale, la Delibera di giunta regionale 2756/2024, sono state chiamate a verificare l’interesse a erogare ulteriori prestazioni, coinvolgendo nel complesso la rete degli erogatori accreditati: nelle prossime settimane verranno pubblicate le relative manifestazioni d’interesse.

“Molti dei problemi relativi alle liste d’attesa sono stati affrontati nel primo semestre e immagino che ne affronteremo altri anche da qui a fine anno – aggiunge Gioia – rimango fiducioso perché abbiamo già dimostrato che il lavoro di squadra di Ats con le Asst e il sistema sanitario regionale porta a ottimi risultati. Penso alle prestazioni di primo accesso e anche a quelle di controllo, su cui l’Agenzia ha intrapreso un confronto costruttivo con alcuni specialisti, come i cardiologi e gli oncologi, in prima battuta, per garantire ai cittadini i bisogni di salute con una prenotazione diretta da parte dello specialista stesso”.

“Attraverso il potenziamento di questi percorsi – conclude il direttore generale di Ats Insbria – si favorisce un miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva non solo da un punto di vista clinico, ma anche organizzativo attraverso, ad esempio, la corretta scelta della classe di priorità da parte del medico prescrittore. Appare evidente, anche per le risorse stanziate e l’elevato volume di prestazioni, la complessità degli interventi messi a sistema in questi mesi per ottimizzare anche le attività correlate alle liste d’attesa, come per gli aspetti burocratico-amministrativi. Infine, chiedo la collaborazione diretta dei cittadini che diventa utilissima, ad esempio, nel comunicare l’eventuale impossibilità a presentarsi all’appuntamento, consentendo di programmare ulteriori prestazioni a favore di altri cittadini in attesa: insieme ce la faremo, insieme è possibile”.

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Un commento

  1. Lui resta fiducioso. Ma dove vive e soprattutto dove si cura quando ha bisogno? Perché noi comuni mortali non siamo molto fiduciosi e non ci siamo accorti dei miglioramenti.

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