Ormai ci siamo: la magica notte di Natale è davvero alle porte. Ma noi, fedeli allo spirito briccone di ComoZero, non ci fermiamo nemmeno in queste ore poetiche. Anzi, vi sveliamo in anteprima i contenuti delle letterine spedite a Santa Claus da alcuni politici comaschi. Vediamole.
Alessandra Locatelli
La deputata leghista ha chiesto poche cose ma sincere (e tra l’altro le ha chieste a Babbo Taragna, non all’invasore lappone #chiudeteicamini). Nell’ordine, il vicesindaco desidera: un plastico da soggiorno dell’ex centro d’accoglienza per sfogarsi urlando nei momenti di stress; una fiabesca nevicata nella notte del 24 dicembre per passare il 25 a realizzare migranti di neve in giardino e vederli sciogliere; una bambola punta-spilloni di pezza e antico pizzo di Cantù, se raffigurante il predecessore Bruno Magatti, meglio.
Mario Landriscina
Il sindaco ha chiesto un Viadotto di Lego da costruire con agli assessori in giunta o, metti caso, per rimpiazzare quello vero ai Lavatoi. Poi ha ordinato su Amazon una scorta di Pettignani a pile, per non restare mai senza l’assessore, anche in caso di rimpasti lampo. Infine, un ultimo desiderio: riuscire a entrare finalmente nei meccanismi della politica o, in alternativa, destarsi un giorno e trovare un consiglio comunale con 32 Franco Brenna.
Alessandro Rapinese
Niente, nemmeno nella più romantica delle letterine è riuscito a tornare bambino. E quindi ha chiesto: 1) le dimissioni di Babbo Natale per tre inaccettabili lampioni spenti nella buia Lapponia (poi Anzaldo gli ha spiegato la roba dell’asse terrestre, dell’inclinazione ecc); 2) le dimissioni di Anzaldo, perché gli ha spiegato la roba dell’asse terrestre, dell’inclinazione ecc; 3) le dimissioni dell’asse terrestre perché si è fatto spiegare da Anzaldo. Unico altro regalino richiesto, il “Pigiamone del Sindaco”: capo caldo e confortevole, modello tutone 30% lana-70% Baffo Landriscinio, impreziosito da comoda fascia tricolore, garantisce sogni di governo per almeno 7-8 ore, tutto l’anno, elezioni incluse.
Il Pd
Per dare un segnale di unità dopo tante spaccature, i democratici hanno voluto scrivere tutti assieme una lettera collettiva a Santa Claus. Al gazebo sotto un ponte della A9, però, qualcuno ha chiesto di valutare il telegramma, altri la mail, un terzo gruppo il fax. Ritrovata l’unità, i dem hanno analizzato assieme cosa sarebbe stato meglio trovare sotto l’albero. Anzi, accanto al presepe. O meglio, sotto il camino. Ritrovata l’unità, i dem sono passati all’analisi dei regali. Che qualcuno preferirebbe chiamare doni, altri solo pensierini. Ritrovata l’unità, si è optato per 1) la collezione in videocassetta della serie bulgara con sottotitoli in albatese “La giunta nella prateria. Il piano quinquennale Lucini: analisi, critica, autocritica, flagellazione e autocombustione“; 2) per i più piccoli, i Playmobil “Lucini vigile”, “Mario poliziotto”, “Lucini sindaco” (che, però, pare finito e non riordinabile, ndr“); 3) per gli intellettuali democratici, infine, un testo della psicologa germano-rebbiese Patricia Von Lissy dal titolo “Nostalgia e struggimento: la sindrome Lucini. Come sopravvivere e farsene una ragione: impossibile”.
Alessandro Fermi
Il presidente del consiglio regionale si è rivolto a Santa Claus per due regali: 1) un partito nuovo per andare oltre la moribonda Forza Italia (ma la risata delle renne ha squassato le foreste norvegesi e Greenpeace ritiene questa la principale causa di scioglimento dei ghiacciai polari); 2) qualche dente in più per aumentare l’efficacia del sorriso birichino nella fascia d’età 75-120, categoria donne; a tutte le altre basterebbe anche con un solo incisivo e tre molari sfusi.
Maurizio Traglio
In questo caso, è Santa Claus che ha scritto a lui. E infatti quest’anno le renne sono in lana merinos, gommate Pirelli, con interni Burberry.
Alessio Butti
Lista autarchica e dotta, quella del parlamentare della destra: libro e Moscato, deputato perfetto. Nulla più. Il Balcone componibile per Orazioni Imperiali, modello Ducijë l’aveva già comprato da solo all’Ikea.
Anna Veronelli
La presidente del consiglio – sulla falsariga del suo “capo” Fermi – ha chiesto a Santa Claus almeno due-tre braccia in più per riuscire finalmente a scattare foto a cibo-cappuccio-teatro-caffè-amici-panorama-tinta-messa in piega-consiglio-vestitino contemporaneamente. Poi, il più recondito dei desideri: imbattersi una mattina, per almeno due minuti e in solitaria, nel Lago di Como a forma di cuore; scattare il selfie del secolo; farlo approvare in consiglio comunale. A colpi di “Like”.
3 Commenti
Ironia sottile ed efficace, una rarità a Como, città e cittadini, incapaci di sorridere.
Dopo aver seguito le notizie (purtroppo vere) dell ‘ attualità :ponte dei Lavatoi, manovra di bilancio al Senato, migranti senza porto sicuro…,grazie per averci fatto sorridere ? ne abbiamo bisogno
Caro Lele, le freddure inglesi sono la mia passione; spero che tu conceda a noi lettori il proseguo, perché di Consiglieri che si alternano nei dibattiti consigliari c’è ne sono…
Oltre ai cashmerini ai moscatini ai viadottini ci sono pure i redditini e le tassine per le auto meno inquinantine (mah) e chi più ne ha più ne metta…