In una nota diffusa in queste ore la Uil del Lario “Lario esprime forte preoccupazione per la decisione dell’amministrazione comunale di Como di procedere alla completa esternalizzazione della gestione degli asili nido comunali”. Il 21 febbraio scorso la giunta del sindaco Alessandro Rapinese con una specifica delibera ha ribadito lo stop definitivo al Magnolia e contestualmente ha aperto interamente gli asili nido comunali ai privati (qui tutti i dettagli). Secondo il sindacato “Tale scelta, motivata con ragioni di contenimento dei costi, si pone in netto contrasto con quanto sta emergendo in altre realtà, come Milano, dove il modello di affidamento ai privati sta mostrando criticità evidenti e il rischio di interruzione dei servizi”.
Ecco quando evidenzia la Uil con il coordinatore Dario Esposito:
UIL Lario: Esternalizzazione degli asili nido a Como, una scelta ad alto rischio
La UIL Lario esprime forte preoccupazione per la decisione dell’amministrazione comunale di Como di procedere alla completa esternalizzazione della gestione degli asili nido comunali. Tale scelta, motivata con ragioni di contenimento dei costi, si pone in netto contrasto con quanto sta emergendo in altre realtà, come Milano, dove il modello di affidamento ai privati sta mostrando criticità evidenti e il rischio di interruzione dei servizi.
Un rischio concreto per famiglie e lavoratori
L’esperienza di Milano, con la recente minaccia di disdetta anticipata del contratto da parte delle cooperative che gestiscono gli asili nido a causa dell’aumento del costo del lavoro, dimostra chiaramente come l’esternalizzazione dei servizi essenziali possa mettere a rischio la continuità educativa e la stabilità occupazionale del personale impiegato. A Como, l’amministrazione comunale sta seguendo un percorso che, senza un’adeguata pianificazione e senza tutele per i lavoratori, potrebbe avere conseguenze molto simili.
Dario Esposito, Coordinatore UIL Lario
“L’idea che la gestione privata sia necessariamente più efficiente ed economica rispetto a quella pubblica è un’illusione che l’esperienza di altre città sta già smascherando. A Milano, le cooperative che gestiscono gli asili nido hanno minacciato di interrompere il servizio per oneri economici sopravvenuti, mettendo in difficoltà centinaia di famiglie e lavoratori. Il Sindaco di Como dovrebbe riflettere attentamente prima di procedere con un’esternalizzazione totale, che rischia di lasciare il Comune senza strumenti di controllo diretto su un servizio essenziale”.
Più garanzie e meno rischi con una gestione pubblica
La UIL Lario chiede all’amministrazione comunale di Como di riconsiderare questa scelta e di aprire un confronto con le parti sociali prima di prendere una decisione irreversibile. È fondamentale riconoscere che il contesto sociale ed economico è dinamico e in continua evoluzione: ciò che oggi appare come una scelta vantaggiosa potrebbe rivelarsi, domani, l’esatto contrario. Le valutazioni economiche alla base di questa decisione devono quindi tenere conto non solo dei costi immediati, ma anche delle possibili variazioni future che potrebbero incidere negativamente sulla sostenibilità del servizio e sulla qualità dell’offerta educativa. È necessario garantire che i servizi educativi per l’infanzia rimangano stabili, di qualità e accessibili a tutte le famiglie, evitando il ripetersi delle criticità già emerse in altre città. La UIL Lario invita il Sindaco di Como e la Giunta comunale a riflettere sulle conseguenze di una totale esternalizzazione e a valutare alternative che possano garantire una maggiore sicurezza e stabilità nel tempo. Non si può sacrificare un servizio essenziale come quello degli asili nido sull’altare del risparmio economico: serve un modello sostenibile e stabile.
Sullo stesso tema ha diffuso una nota anche la Cgil. La pubblichiamo di seguito.
Pubblico vs privato. Perché il Sindaco di Como ci tiene tanto a sottolineare questa contrapposizione.
Ormai questo tipo di scelta politica è appannaggio degli anni passati mentre le amministrazioni più illuminate hanno mantenuto i servizi in capo al pubblico per garantire qualità, efficacia e capacità di gestione e controllo immediata.
Recentemente il comune di Taranto, dopo aver annunciato la privatizzazione dei nidi, ha cambiato rotta valorizzando il servizio pubblico esistente con una logica lungimirante e di prospettiva.
La contrapposizione pubblico privato, avanzata con modalità estreme dal sindaco di Como, porta come unico risultato l’indebolimento del ruolo e impoverimento economico delle persone che lavorano nei servizi, con effetti diretti sulla qualità delle mense scolastiche privatizzate.
Purtroppo oltre a determinare condizioni pessime per il personale offrono un servizio che in questi mesi ha fatto emergere molteplici carenze dovute alle logiche del risparmio. Siamo sicuri che quella differenza di costo che il Sindaco sbandiera come economia (e risparmio per i cittadini) avrà effetto sulle lavoratrici, si perché il 90% del personale sono donne.
Questa politica colpirà una parte di popolazione lavorativa già penalizzata. Inoltre il personale attualmente in servizio garantisce stabilità e continuità del servizio che non può essere paragonata al privato (ad esempio ci sono educatrici che hanno lavorato tutta la vita negli asili di Como).
Sui costi il Sindaco non può fornire alcuna garanzia che non varieranno in alcun modo per le famiglie, se davvero, come sostiene (non ci risultano dati a supporto), oggi un nido privato costa la metà di uno pubblico, chi assicura che questo costo non varierà? Ma soprattutto se un servizio ad alta intensità di personale potrà avere costi così contenuti una domanda sorge spontanea: sarà proprio il personale che di quei bambini/e si occupa a pagarne la differenza e quindi con esso anche la qualità del servizio? Come un soggetto privato potrà garantire parità di qualità ed un guadagno con un introito pari alla metà? Questo avrà effetti sulle famiglie?
Non possiamo dirlo con certezza, ma il dubbio che ciò determinerà scadimento del servizio c’è.
Inoltre la semplificazione privato economico e pubblico dispendioso non permette di approfondire ed entrare nel merito degli effetti concreti delle scelte ad esempio rispetto alla delicatezza del lavoro svolto.
Il personale educativo avendo contatto costante con bambini così piccoli necessità di momenti di supervisione, formazione e programmazione significativi, che nel privato sono meno riconosciuti (se non assenti per alcune professioni).Questo vale per l’intera comunità educativa presente in un nido. È evidente che buona parte degli effetti ricadrà sui bambini e sulle bambine. Infine ricordiamo alla Giunta che il compito di un’amministrazione dovrebbe essere orientato alla valorizzazione del servizio pubblico esistente ed all’investimento di risorse su tale attività, certo anche per migliorarlo. Quello che oggi a Como sta succedendo al contrario è lo smantellamento del servizio pubblico (nessuna assunzione fatta dal 2022 nel settore) e la svendita al privato dell’intero settore, senza alcuna certezza per il futuro del personale coinvolto.
Ribadiamo che come Organizzazioni sindacali sosterremo e promuoveremo tutte le iniziative necessarie per interrompere questo tipo di approccio e per difendere il servizio pubblico, a favore dei bambini/e, delle famiglie e del personale attualmente coinvolto e che verrà assunto in futuro.
Cgil Como e Funzione pubblica Cgil Como