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LE FIRME Como, petizione di psicologhe e educatrici: “Scuole chiuse, ora vogliamo i dati. Salute dei ragazzi in pericolo”

C’è tantissima Como nella petizione online, sulla piattaforma Change.org, dal titolo molto specialistico (“Riconosciamo alla Scuola il suo ruolo di tutela della Salute biopsicosociale”) ma dai contenuti che saranno certamente sensibili e vicini per molte famiglie. Tra i primi 110 firmatari riportati, infatti, figurano ben 18 professionisti comaschi negli ambiti della psicologia, dell’educazione professionale e della psicoterapia.

Nucleo centrale del testo collegato alla raccolta di firme è l’analisi, a un anno di distanza dallo scoppio della pandemia, degli effetti negativi sugli studenti, e in particolare sui bambini, costretti loro malgrado a mesi e mesi di didattica a distanza chiusi in casa e, parallelamente, privati di moltissimi momenti di socialità e benessere generale.

QUI SI PUO’ FIRMARE LA PETIZIONE SU CHANGE.ORG

“Tutto ciò – si legge in un brano della presentazione – ha avuto costi altissimi sulla salute psichica, fisica e sociale di tutte le persone coinvolte e soprattutto dei bambini e bambine e dei ragazzi e ragazze, come ampiamente discusso e riportato nella letteratura scientifica nazionale e internazionale. Costo facilmente misurabile con l’aumento degli accessi ai servizi di salute mentale per questa fascia di età”.

E dunque – si legge ancora nel testo – “ora, a distanza di un anno, le famiglie, i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, gli e le insegnanti hanno il diritto di conoscere in maniera approfondita quali siano i dati che hanno portato e che porteranno in futuro a questa decisione. Non i dati dei contagi. I dati della relazione di causalità che legano la frequenza scolastica in presenza a un maggiore rischio di contagio per l’intera popolazione”.

QUI SI PUO’ FIRMARE LA PETIZIONE SU CHANGE.ORG

Di seguito, il testo integrale dell’iniziativa e l’elenco dei firmatari.

Quando a Marzo 2020 le scuole sono state chiuse per la prima volta eravamo agli esordi di una situazione di emergenza completamente inedita.

Non avevamo dati che potessero informarci sui rischi che la frequenza scolastica poteva avere sull’andamento dei contagi tra bambini e bambine e sul resto della popolazione e le scuole non erano organizzate per una frequenza in sicurezza.

Le strutture scolastiche, fanalini di coda dell’interesse dei governi che si sono succeduti negli anni, forse non erano tutte sicure nemmeno per una frequenza al di fuori di una pandemia.

I bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, le famiglie, tutti e tutte hanno dovuto adattarsi ad una situazione emergenziale.

La Didattica a Distanza si è configurata come il tentativo di sostituire la frequenza in presenza a scuola, del quale hanno potuto usufruire in modo sufficientemente efficace solo alcuni e alcune allieve.

Abbiamo assistito ad un inanellarsi di mancanze dolorosissime:

  • la mancanza di organizzazione da parte delle scuole prese alla sprovvista
  • la mancanza di una formazione specifica degli insegnanti e delle insegnanti circa questa particolare metodologia che, molti e molte, non avevano mai messo in pratica
  • la mancanza in numerose famiglie di strumenti necessari alla DAD (dispositivi e connessioni) che ha acuito le differenze anche di natura economica
  • l’abbandono di molti studenti e studentesse a loro stessi e loro stesse poiché la famiglia era impegnata nelle attività lavorative per il sostentamento
  • la mancanza di socializzazione, di sport, di svago, di attività motoria, di contatto con il mondo.

Tutto ciò ha avuto costi altissimi sulla salute psichica, fisica e sociale di tutte le persone coinvolte e soprattutto dei bambini e bambine e dei ragazzi e ragazze, come ampiamente discusso [1-4] e riportato nella letteratura scientifica nazionale [5-6] e internazionale [7-11]. Costo facilmente misurabile con l’aumento degli accessi ai servizi di salute mentale per questa fascia di età.

Di fronte a queste mancanze tutti e tutte hanno provato a resistere per lunghi mesi. Uno sforzo dettato dalla responsabilità personale e collettiva e dalla fiducia in alcune aspettative:

  • L’aspettativa di molte famiglie era quella che un tempo così lungo servisse a rendere le scuole luoghi organizzati per poter accogliere studenti e studentesse in modo sicuro, affinché potessero assolvere al loro compito essenziale.
  • L’aspettativa era quella che nel frattempo si lavorasse per ottenere informazioni scientificamente sostenute da dati e ricerche circa le relazioni tra frequenza scolastica e andamento dei contagi, affinché si attivasse un lavoro di tutela della sicurezza e di tutela del diritto allo studio.
  • L’aspettativa era quella di avere degli strumenti trasparenti di monitoraggio condivisi con le cittadine e i cittadini.
  • L’aspettativa era quella che questi lunghi mesi servissero per poter costruire una comunicazione chiara, trasparente, efficace, condivisa, sulle decisioni prese in merito alle aperture e chiusure di un servizio essenziale come la scuola.

Potevano essere accettabili interventi di tutela e prevenzione “spannometrici alla cieca” solo all’inizio dell’emergenza, quando non si sapeva nulla.

Dopo un lunghissimo anno il senso degli interventi di tutela e prevenzione e il senso del modo in cui si cerca di garantire il diritto allo studio e la sicurezza, devono essere comunicati alla popolazione in maniera trasparente e supportata da evidenze scientifiche.

Invece a distanza di un anno ci troviamo nella situazione in cui:

  • gli studenti e le studentesse di scuole superiori non hanno praticamente mai ripreso una vera e propria frequenza scolastica in presenza, se non a singhiozzo e con cambiamenti repentini e destabilizzanti.
  • le scuole dell’Infanzia e le scuole Primarie, dopo mesi di riapertura segnati da enormi sforzi di attenzione da parte di tutti e tutte affinché si rispettassero i protocolli di sicurezza, si ritrovano, in numerose zone del Paese, improvvisamente a chiudere senza che la comunicazione della chiusura sia stata curata e corredata da tutte le informazioni che necessita.

Ora, a distanza di un anno, le famiglie, i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, gli e le insegnanti hanno il diritto di conoscere in maniera approfondita quali siano i dati che hanno portato e che porteranno in futuro a questa decisione. Non i dati dei contagi. I dati della relazione di causalità che legano la frequenza scolastica in presenza a un maggiore rischio di contagio per l’intera popolazione.

Dopo un anno questo è il livello minimo di trasparenza che ci si attende.

Non è più una emergenza nuova e non si possono riproporre le stesse modalità in nome della sicurezza, se l’ipotetica relazione causa-effetto tra frequenza scolastica in presenza e rischio per la popolazione non viene studiata, significativamente dimostrata, condivisa e, laddove necessario, spiegata.

La salute, intesa a livello biopsicosociale, di bambini, bambine, ragazzi e ragazze deve essere una priorità per tutte e tutti noi, e la Scuola è uno degli elementi che sostiene la salute globale della nostra società.

Chiediamo dunque, per ora e per il futuro:

1.  Risposte, supportate da evidenze scientifiche, circa il perché si scelga costantemente che la Scuola sia il primo servizio essenziale ad essere sottratto alla popolazione.

2.  Nel caso fosse scientificamente dimostrata la relazione di causalità e quindi un rischio correlato alla frequenza scolastica in presenza, quali sono le azioni studiate o in fase di studio per abbassare tale rischio.

3.  Che tipo di interventi verranno approntati per sostenere il benessere biopsicosociale dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, che costituiscono il futuro di questo Paese.

12 Marzo 2021

Si allega Bibliografia essenziale di riferimento. (Allegato 1)

Primi firmatari:

1.     Dott.ssa Chiara Cantiani, Psicologa e Dottore di Ricerca in Psicologia, Como

2.     Dott.ssa Cinzia Garbagnati, Psicologa, Monza e Brianza

3.     Dott.ssa Valentina Liuzzi, Psicologa e Psicoterapeuta, Como

4.     Dott.ssa Chiara Zoppellaro, Psicologa e Psicoterapeuta, Como

5.     Dott.ssa Raffaella Albertini, Psicologa e Psicoterapeuta, Monza e Brianza

6.     Dott.ssa Alessia Aloi, Psicologa e Psicoterapeuta, Cosenza

7.     Dott.ssa Erika Ambiel, Psicologa e Psicoterapeuta, Verbania

8.     Dott.ssa Alessandra Baraldi, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

9.     Dott.ssa Miriam Bevere, Psicologa, Como

10.  Dott.ssa Alice Bizzozero, Psicologa e Psicoterapeuta, Monza e Brianza

11.  Dott.ssa Veronica Bonaldo, Educatrice professionale, Como

12.  Dott.ssa Stefania Bonaventura, Educatrice professionale, Milano

13.  Dott.ssa Giusy Bozza, Psicologa e Psicoterapeuta, Padova

14.  Dott.ssa Sara Bruni, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

15.  Dott.ssa Elena Bruzzone, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

16.  Dott. Niccolò Butti, Psicologo, Lecco

17.  Dott.ssa Paola Caligara, Medico e Psicoterapeuta, Varese

18.  Dott.ssa Marta Capelletti, Psicologa e Psicoterapeuta, Varese

19.  Dott.ssa Sara Capizzi, Psicologa e Psicoterapeuta, Como

20.  Dott.ssa Lisa Carrara, Psicologa e Psicoterapeuta, Monza e Brianza

21.  Dott.ssa Federica Cartabia, Psicologa, Varese

22.  Dott.ssa Eleonora Cazzaniga, Psicologa e Psicoterapeuta, Reggio Emilia

23.  Dott.ssa Elena Cerati, Educatrice professionale, Como

24.  Dott.ssa Isabella Cerella, Psicologa e Insegnante, Milano

25.  Dott.ssa Silvia Ceresa, Psicologa, Varese

26.  Dott.ssa Elisabetta Chiaramello, Psicologa, Psicoterapeuta e Insegnante, Cuneo

27.  Dott.ssa Annalisa Chiellino, Educatrice professionale e Insegnante, Como

28.  Dott.ssa Alessandra Chinaglia, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

29.  Dott.ssa Gordana Cifali, Psicologa, Milano

30.  Dott.ssa Alessia Colombo, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

31.  Dott.ssa Antonella Contini, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

32.  Dott.ssa Luisa Contrafatto, Psicologa e Psicoterapeuta, Monza e Brianza

33.  Dott. Alessandro Crippa, Psicologo, Psicoterapeuta, Dottore di Ricerca in Psicologia, Lecco

34.  Dott.ssa Rossella Dartizio, Psicologa e Psicoterapeuta, Como

35.  Dott.ssa Raffaella Deamici, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

36.  Dott. Andrea De Poli De Luigi, Psicologo e Psicoterapeuta, Milano

37.  Dott.ssa Stella Dell’Era, Psicologa, Milano

38.  Dott.ssa Mariarosaria DiChiara, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

39.  Dott.ssa Rosalba Di Lauro, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

40.  Dott.ssa Maria Stella Di Tullio D’Elisiis, Psicologa, Roma

41.  Dott.ssa Ilaria Durante, Psicologa e Psicoterapeuta, Lecco

42.  Dott.ssa Elena Facchi, Psicologa e Psicoterapeuta, Bergamo

43.  Dott.ssa Irma Barbara Favini, Psicologa, Varese

44.  Dott.ssa Paola Ferrari, Psicologa e Psicoterapeuta, Como

45.  Dott.ssa Elena Ferrero, Psicologa, Roma

46.  Dott.ssa Alessandra Forni, Psicologa e Psicoterapeuta, Como

47.  Dott.ssa Alessandra Frigerio, Psicologa, Psicoterapeuta e Dottore di Ricerca in Psicologia, Como

48.  Dott.ssa Maria Gaffuri, Psicologa e Psicoterapeuta, Como

49.  Dott.ssa Elisabetta Gagliardi, Psicologa e Psicoterapeuta, Como

50.  Dott. Simone Gari, Psicologo e Psicoterapeuta, Milano

51.  Dott. Alessio Girolo, Psicologo e Psicoterapeuta, Milano

52.  Dott.ssa Roberta Gorla, Psicologa, Milano

53.  Dott.ssa Silvia Grazioli, Psicologa, Monza e Brianza

54.  Dott.ssa Ilaria Imberti, Psicologa e Psicoterapeuta, Bergamo

55.  Dott.ssa Libertà Inzani, Psicologa e Psicoterapeuta, Pavia

56.  Dott.ssa Caterina Irma Laini, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

57.  Dott.ssa Valentina Lampis, Psicologa e Dottore di Ricerca in Psicologia, Bergamo

58.  Dott.ssa Maria Assunta Malanchini, Psicologa e Psicoterapeuta, Pavia

59.  Dott.ssa Nicoletta Manna, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

60.  Dott.ssa Francesca Manfrin, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

61.  Dott.ssa Tiziana Mannello, Psicologa e Psicoterapeuta, Varese

62.  Dott.ssa Serena Manzani, Psicologa e Coordinatrice pedagogica servizi all’Infanzia, Lucca

63.  Dott.ssa Rosalba Marano, Psicologa e Psicoterapeuta, Como

64.  Dott.ssa Roberta Marcari, Psicologa, Roma

65.  Dott.ssa Irene Marcassoli, Psicologa e Psicoterapeuta, Bergamo

66.  Dott.ssa Samantha Marchetti, Psicologa, Varese

67.  Dott.ssa Valentina Martini, Psicologa, Genova

68.  Dott.ssa Sara Mascheretti, Psicologa e Dottore di Ricerca in Psicologia, Milano

69.  Dott.ssa Ramona Matei, Psicologa e Psicoterapeuta, Varese

70.  Dott.ssa Maddalena Mauri, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

71.  Dott.ssa Wilma Maria Mauri, Psicologa, Lecco

72.  Dott.ssa Laura Mauro, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano e Bergamo

73.  Dott.ssa Martina Maria Mazzoleni, Psicologa e Psicoterapeuta, Monza e Brianza

74.  Dott.ssa Rossana Mazzoni, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

75.  Dott.ssa Sarah Meli, Psicologa e Psicoterapeuta, Pisa

76.  Dott.ssa Lucia Meola, Psicologa e Psicoterapeuta, Como

77.  Dott.ssa Anna Milani, Psicologa, Lecco

78.  Dott.ssa Letizia Molinari, Psicologa e Psicoterapeuta, Como

79.  Dott. Rosario Montirosso, Psicologo e Psicoterapeuta, Lecco

80.  Dott.ssa Serena Morabito, Psicologa e Psicoterapeuta, Monza e Brianza

81.  Dott.ssa Sarah Nazzari, Psicologa e Dottore di Ricerca in Psicologia, Monza e Brianza

82.  Dott.ssa Elena Nodari, Psicologa e Psicoterapeuta, Bergamo

83.  Dott.ssa Anna Maria Olivieri, Psicologa e Psicoterapeuta, Torino

84.  Dott.ssa Selene Ostuni, Psicologa, Pavia

85.  Dott.ssa Roberta Palombelli, Psicologa e Psicoterapeuta, Roma

86.  Dott.ssa Laura Palumbo, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

87.  Dott.ssa Rossella Petta, Psicologa e Psicoterapeuta, Sondrio

88.  Dott.ssa Graziella Pighin, Psicologa e Psicoterapeuta, Monza e Brianza

89.  Dott.ssa Ambra Pulici, Educatrice professionale, Monza e Brianza

90.  Dott.ssa Floreana Raja, Educatrice professionale, Milano

91.  Dott.ssa Maria Isabella Robbiani, Psicologa e Psicoterapeuta, Padova

92.  Dott.ssa Janice Romito, Psicologa e Psicoterapeuta, Varese

93.  Dott.ssa Agnese Rossi, Psicologa e Psicoterapeuta, Bergamo

94.  Dott.ssa Laura Rosti, Psicologa e Psicoterapeuta, Bergamo

95.  Dott.ssa Milena Ruffino, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

96.  Dott.ssa Irene Sarno, Psicologa, Psicoterapeuta e Dottore di Ricerca in Psicologia, Milano

97.  Dott.ssa Alice Scaricabarozzi, Psicologa e Psicoterapeuta, Monza e Brianza

98.  Dott.ssa Fulvia Siano, Psicologa, Milano

99.  Dott.ssa Elisa Stagni Brenca, Psicologa e Educatore Psicomotricista Neurofunzionale, Lecco

100.   Dott.ssa Erika Strada, Psicologa e Psicoterapeuta, Monza e Brianza

101.   Dott.ssa Beatrice Tagliabue, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

102.    Dott.ssa Sofia Tavella, Psicologa e Psicoterapeuta, Ancona

103.    Dott.ssa Elena Tigli, Psicologa e Psicoterapeuta, Como

104.    Dott.ssa Miriam Totaro, Educatrice professionale, Varese

105.    Dott.ssa Letizia Truppi, Psicologa e Psicoterapeuta, Milano

106.    Dott.ssa Emanuela Tuttolani, Pedagogista, Monza e Brianza

107.    Dott. Alberto Valsecchi, Psicologo e Psicoterapeuta, Como

108.    Dott.ssa Patrizia Visigalli, Psicologa e Psicoterapeuta, Lecco

109.    Dott.ssa Erika Vitrano, Psicologa e Educatore Psicomotricista Neurofunzionale, Parma

110.    Dott.ssa Valeria Zazzi, Psicologa e Psicoterapeuta, Lodi

 

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Un commento

  1. Dai discorsi che via Teams mi fanno molti miei colleghi, è a rischio anche la salute psichica dei genitori. Lavorare e stare dietro ai figli è un’occupazione complessa che mette a dura prova anche le persone più dure e meglio organizzate. Ormai ho fatto amicizia con i figli dei miei colleghi. In attesa del padre mi sono intrattenuto con un ragazzino torinese che mi ha parlato male della mia Inter e bene della sua Juve; con un bimbo, romano de’ Roma, di quanto rompono le maestre e di quanto rompe con i compiti la sua mamma, di cui con la mia complicità si sarebbe volentieri vendicato. Zoom e Teams non stanno diventando solo un modo per lavorare ma anche un modo per essere partecipi, visti da casa loro, dei problemi e della vita vera di colleghi, capi e collaboratori. Quella di tutti i giorni, quella senza sconti e gratifiche. Questa esperienza però ci sta facendo comprendere, soprattutto, quanto sia difficile essere insegnanti e quanto sia difficile ascoltare le esigenze di molti ragazzi con i genitori troppo impegnati sul lavoro. Loro i problemi psicologici mi sa che li affrontano tutti i giorni. Sia nella piena normalità, sia con la DAD in piena pandemia. Ma non è che, in questo casino, i meglio messi sono proprio i ragazzi? ?

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