È stata una mattinata intensa di incontri e testimonianze quella di oggi, a Villa Erba di Cernobbio, in occasione del Comolake Inclusion, evento promosso dal Ministero per le Disabilità guidato dalla comasca Alessandra Locatelli. I temi centrali sono stati i diritti delle persone con disabilità, l’inclusione, il lavoro, lo sport e la salute, con un’attenzione particolare al ruolo fondamentale del terzo settore.
“Noi possiamo fare di più – così ha aperto la discussione Locatelli – Le persone devono avere il diritto di scelta e di preferenza, non vale solo oggi, ma ogni giorno. Ognuno ha diritto alla felicità. Questo è il nostro compito istituzionale: prenderci cura delle persone e superare le pratiche burocratiche ormai obsolete. Quando parliamo di “io valgo” (che è anche il motto che accompagna la giornata, ndr) parliamo di capacità e competenze. Dobbiamo fare di più per dare e creare opportunità. Tante volte basta poco: in un comune, in un’azienda, in un’associazione. Se diamo un’opportunità, le persone non ci deludono. L’importante è imparare a vedere in ognuno le potenzialità e non i limiti“.
Successivamente è intervenuto il vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, che ha richiamato i presenti a “non lasciare indietro nessuno. È importante superare la cultura dello scarto che genera la tragedia della solitudine“. Un invito quindi a “costruire invece una cultura della cura, dell’amicizia e della solidarietà, dove la dignità umana viene sempre rispettata, anche nella fragilità”.
“Questo convegno – ha sottolineato il sindaco di Cernobbio, Matteo Monti – è un’opportunità per generare nuove idee e strategie comuni. La volontà è costruire insieme una società più giusta e accessibile, in cui chiunque può esprimere il proprio potenziale”. Un messaggio condiviso anche dal presidente della Provincia di Como, Fiorenzo Bongiasca, che ha ricordato: “L’inclusione è un valore fondamentale che arricchisce tutta la comunità. Bisogna puntare su creatività, innovazione e benessere per tutti”.
Alessandro Fermi, Presidente del Consiglio regionale lombardo, ha rivolto una riflessione sull’impegno della Lombardia a proposito dell’inclusività: “La forza del nostro territorio è nel cuore pulsante del terzo settore, nei volontari e nelle associazioni. Nessuno deve restare indietro“. Al giorno d’oggi, tuttavia, rimangono ancora delle criticità, soprattutto nel sistema scolastico, lavorativo e sanitario. “Oggi molte persone con disabilità non riescono a curarsi perché il peso economico è troppo alto – ha spiegato Vincenzo Falabella, presidente di Fish – Dobbiamo combattere la segregazione e costruire una vera inclusione”.
“Un cambiamento culturale è in atto – ha evidenziato Nazaro Pagano, sottosegretario alla Famiglia e Disabilità – La via è ancora lunga, ma la stiamo percorrendo. È necessario proseguire sulla strada delle riforme e soprattutto cambiare mentalità per costruire una società che valorizzi le persone con disabilità come risorse per la comunità”.
Lo sport come strumento di inclusione sociale è stato un altro tema fondamentale, Linda Casalini, del ministero della Pubblica Istruzione, ha lanciato un appello affinché si crei una forte rete tra club sportivi e amministrazioni per garantire accessibilità agli impianti. “Solo il 10% degli atleti con disabilità riesce a fare una doccia dopo l’attività sportiva. Dobbiamo fare di più”.
Uno sguardo concreto alle possibilità offerte alle persone con sindrome di Down è arrivato dalle testimonianze dirette di due giovani donne Sarah Bellome e Clio Rollo. “Io faccio io. Voglio scegliere da sola – ha raccontato Sarah – Mi sono laureata all’Accademia Galli delle Belle Arti, dipingo, ballo e faccio un po’ di tutto». I suoi dipinti sono stati esposti in più mostre anche ben oltre la provincia di Como, riuscendo a farsi apprezzare come artista a tutto tondo, capace di sperimentare varie tecniche, come incisioni, dipinti a olio, disegni a matita, a pastelli e anche su seta.
Clio Rollo, invece, ha raccontato con orgoglio la sua esperienza durante il G7: “Ho lavorato, portato i piatti e fatto accomodare le persone. È stata una grande soddisfazione“.
Oltre alle istituzioni erano presenti anche una cinquantina di associazioni, dal volontariato sportivo ai servizi per l’inclusione scolastica e lavorativa. Protagonisti anche gli studenti di diverse scuole comasche, che hanno partecipato a laboratori vivendo in prima persona cosa significhi parlare di inclusione. Un messaggio è stato il protagonista della giornata: l’inclusione non è solo un obiettivo, ma una responsabilità condivisa. Nessuno deve restare indietro.