Spettacolare impresa pugliese del comasco Pietro Fiana, 17 anni di Schignano, che ha dominato le gare tenute a Bari il 5 maggio scorso dove si è svolto il primo TRICOLORE FCI/FISDIR gara, di ciclismo che assegnava il titolo italiano agonistico alle categorie con disabilità intellettivo relazionali che fino a ora potevano svolgere solo attività promozionali.
Con i colori della squadra CUS PRO PATRIA TRIATHLON MILANO il grintosissimo Pietro è tornato a casa con un bottino eccellente: 1° nella sua categoria II2 e 2° assoluto nella classifica generale che comprende tutte e 3 le categorie con disabilità intellettiva ammesse in gara. Un grandissimo risultato per il giovane della Valle Intelvi che da anni con la sua passione continua a pedalare sulle nostre strade. E contemporaneamente un evento storico per l’attività della federazione Ciclistica Italiana e della Federazione Italiana sport paraolimpici degli intellettivi relazionali che per la prima volta hanno assegnato un titolo agonistico nel ciclismo a ragazzi provenienti da tutta Italia con disabilità intellettiva.
La gara si svolgeva su un circuito multi lap di 2 chilometri per un totale di 4 chilometri a tutto gas. I tempi registrati dai primi tre vincitori assoluti tra cui Pietro sono stati ottimi, in linea con gli Olympics. A seguire l’atleta comasco, il suo allenatore Lorenzo Fiana ci ha raccontato che la gara è stata perfettamente organizzata e partecipata da ragazzi in rappresentanza delle squadre tesserate dalla FISDIR di Roma, Bari, Milano. Il percorso tra l’altro richiedeva una buona capacità di gestione e tenuta della concentrazione. Lorenzo che ha 21 e allena nel ciclismo ragazzi con disabilità intellettivo relazionale dal 2017 ha accompagnato lungo il percorso diversi ragazzi sostenendoli e incitandoli a concentrarsi e dare il meglio.
“Ogni giorno Pietro ha seguito una sessione di allenamento o sui rulli o sul tapis roulant per fare volume – racconta ora l’allenatore – I rulli hanno sempre aiutato molo Pietro, sia per fare gambe che per aiutarlo a impratichirsi con le scarpe a sgancio rapido. Non parlavo a Pietro della gara per non mettergli pressione. Gli dicevo che se si allenava forte avrebbe vinto la coppa alla gara”. E alla fine la coppa Pietro l’ha portata a casa perché ha saputo dare tutto se stesso ottenendo un grande risultato. Ora la cosa più bella che può succedere è che tanti ragazzi in tutta Italia si avvicinino al ciclismo agonistico e possano dare il meglio di se stessi.