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Paragonato a Maradona e valutato 100 milioni, poi l’abisso: il Como ultima speranza del talento perduto

Dopo il mini break natalizio, il Como guarda già alla prossima partita che vedrà i lariani impegnati nella sfida casalinga in programma lunedì 30 dicembre, alle 18.30 contro il Lecce. Ma nel frattempo, mentre iniziano a impazzare le voci del mercato di gennaio, c’è una prima novità da registrate.

In queste ore dovrebbe iniziare ad allenarsi con il Como (dopo aver assistito alla sfida con la Roma al Sinigaglia) Dele Alli, 28 anni, ex grandissimo talento inglese per cui a lungo si è vaticinato un futuro da star di primissima fascia nel football mondiale. Il giocatore, però, a oggi non tocca il campo praticamente da due anni, dopo un’ultima esperienza turca al Besiktas dov’era in prestito dall’Everton. L’allenatore del Como deciderà soltanto dopo una serie di prove sul campo – letteralmente – se l’ex promessa del calcio inglese meriterà o meno un tesseramento ufficiale.

Dopo gli esordi nella squadra du terza serie della sua città, Milton Keynes, Dele Alli trova la prima grande ribalta al Tottenham di Pochettino, quando ha solo 18 anni. In tre anni arrivano 46 gol, l’esordio in nazionale, alcuni paragoni impegnativi (probabilmente troppo per chiunque) a fenomeni come Maradona e Ronaldinho e, a soli 22 anni, una fantascientifica valutazione di 100 milioni di euro.

Ma se con mister Pochettino Dele Alli vive le stagioni della gloria, con l’arrivo sulla panchina degli Spurs di José Mourinho, la parabola inizia a prendere la traiettoria discendente. Che sarà rapida e devastante. Mou infatti non vede di buon occhio il giocatore, gli riserva con sempre maggiore frequenza uno spazio in panchina piuttosto che in campo, e così, a soli 24 anni, il talento inglese del futuro si perde. E meno gioca, più quando calca i terreni di gioco offre prove incolori quando non addirittura irritanti o del tutto impalpabili. “Mourinho mi ha distrutto”, rivelerà in seguito.

A dare il colpo di grazia alla sua carriera, ecco l’arrivo al Tottenham di Antonio Conte: convivenza impossibile e trasferimento, nel 2022, all’Everton. L’esperienza è un fallimento: 6 mesi, 11 partite di campionato, nessun gol. Ad agosto un aereo lo porta in prestito in Turchia, al Besiktas. E qui inizia la discesa agli inferi, anche personali. Soprattutto personali: escluso rapidamente dalla rosa per scarso impegno, lui sparisce per più di una settimana. Non si fa trovare fino a che non sarà immortalato mentre inala protossido di azoto a una festa con alcuni amici. I turchi appena possono lo rispediscono all’Everton, dove non mette mai piede in campo. A febbraio 2023 scende in campo per l’ultima volta. Di fatto, è praticamente un ex, a soli 28 anni.

Verrà poi fuori un aspetto ben più grave – e tutto umano – rispetto al mancato impegno al calcio. Sarà lo stesso Dele Alli, ospite del podcast della ex bandiera del Manchester United Gary Neville, a rivelare piangendo a dirotto di avere problemi di salute, di essere dipendente da alcol e sonniferi e di essere anche stato abusato sessualmente da bambino, quando viveva con la madre alcolizzata e nemmeno sapeva chi fosse suo padre, fuggito ben presto negli Usa.

“A sei anni sono stato molestato da un’amica di mia madre, che era spesso a casa – ha raccontato il calciatore – Mia madre era un’alcolizzata. Sono stato mandato in Nigeria, poi sono stato rimandato indietro. A sette anni ho iniziato a fumare, a otto ho iniziato a spacciare droga. Una persona mi ha detto che non avrebbero fermato un bambino in bicicletta, quindi ho girato con il mio pallone da calcio con la droga nascosta appresso. A 11 sono stato fatto penzolare da un ponte da un tizio della casa accanto. Poi a 12 anni sono stato adottato”.

E ancora: “Ero in un momento molto difficile mentalmente, avevo preso l’abitudine di tentare di intorpidire quello che provavo». Da lì la decisione di farsi aiutare: «Sono andato in una struttura di riabilitazione per la salute mentale, le dipendenze e i traumi. Sentivo che era arrivato il momento, ero intrappolato in un brutto circolo, facevo affidamento su cose che mi stavano facendo del male. Dentro di me stavo decisamente perdendo la battaglia»”.
Ora, un’ultima speranza di riagganciarsj al sua passato e al suo talento. Quella speranza si chiama Como 1907.

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