Nel cuore del santuario naturale della Spina Verde, il connubio tra la conservazione dell’ambiente e lo sviluppo territoriale si evolve verso nuovi orizzonti con l’obiettivo di mirare a preservare e arricchire i preziosi ambienti naturali esistenti.
È notizia di questi giorni che il Parco ha infatti avviato il progetto Bioclima Spina Verde 2.0, finanziato per 260mila euro da Regione Lombardia e per 280mila euro con fondi del Parco. L’iniziativa prevede interventi di conservazione della biodiversità, di recupero e valorizzazione forestale, oltre allo studio dei servizi ecosistemici, ovvero quei benefici diretti e indiretti che gli ecosistemi forniscono agli esseri umani e alla natura stessa. Queste attività vanno ben oltre la semplice bellezza del paesaggio e includono funzioni cruciali per il benessere umano, come la produzione di ossigeno, la regolazione del clima, la purificazione dell’aria e dell’acqua, la fertilità del suolo e la fornitura di risorse alimentari.
“Vogliamo soddisfare le esigenze della comunità e dell’ambiente e, proprio in quest’ottica, il Parco ha implementato una serie di iniziative innovative. Il progetto mira a introdurre pratiche di gestione forestale sostenibile, monitoraggio attivo della salute del bosco e di riduzione dei dissesti idrogeologici – spiega il Presidente dell’Ente regionale Giorgio Casati – Queste azioni non solo proteggono la biodiversità esistente, ma sfruttano anche il potenziale di questi ecosistemi per fornire vantaggi tangibili a chi li visita e a coloro che ne beneficiano indirettamente. Non bisogna sottovalutare che, nei meandri dei paesaggi naturali, si cela una sinfonia di vita e di interconnessioni che, se osservate attentamente, rivelano un equilibrio delicato tra gli alberi, la fauna e il fluire dell’ecosistema. Il cuore pulsante di questa armonia è custodito principalmente dai parchi naturali e, il loro futuro nonché la loro vitalità, richiedono un’attenzione mirata. Capire e preservare questi servizi è cruciale poiché sostengono la vita umana e la salute dell’ecosistema nel suo insieme. La perdita di biodiversità, la degradazione del suolo, l’inquinamento e i cambiamenti climatici minacciano questi servizi, mettendo a rischio la nostra stessa sussistenza. L’aumento delle temperature e gli eventi meteorologici estremi, mettono a dura prova la resistenza delle foreste. La diffusione di parassiti e di malattie, precedentemente confinati o meno aggressivi, si è intensificata, minacciando la vitalità degli alberi e delle piante”.
Obiettivo del progetto è la riqualificazione ambientale e forestale di 37 ettari, sui 1000 complessivi del Parco e fungerà da “progetto pilota” per il futuro, per il resto dell’area protetta. Al momento è infatti possibile intervenire esclusivamente, stante il finanziamento pubblico, su aree di proprietà pubblica e nello specifico la collina del Castel Baradello, l’area di Cardano in Como e quella di Monte Olimpino recentemente acquisita dal Parco.
Nel comparto di proprietà dell’Ente Parco a Cardano il progetto Bioclima Spina verde 2.0 prevede, a esempio, la realizzazione di un vivaio per promuovere la crescita di specie autoctone e la diversificazione genetica. Le piante cresciute nel vivaio saranno utilizzate per la rinaturalizzazione di aree degradate e per la sostituzione delle specie non autoctone, come la robinia, nei boschi del Parco.
Nel comparto di Monte Olimpino l’obiettivo è quello di migliorare le condizioni dei boschi e dei versanti, particolarmente scoscesi e per questo interessati da frane e piccoli dissesti. Nella stessa area il Parco ha promosso lo scorso anno il recupero di un tracciato storico che, oltre a migliorare l’accesso gli interventi di manutenzione del bosco, diventa il filo conduttore che collega i quartieri di Monte Olimpino e Ponte Chiasso, senza dover utilizzare via Bellinzona.
Alla collina del Baradello sarà posta enfasi alla manutenzione dei boschi in una zona per altro particolarmente delicata sotto il profilo archeologico ma anche dall’alto potenziale di identificazione sociale e culturale.
Il successo del progetto Bioclima Spina Verde 2.0 risiede nella sostenibilità a lungo termine e nella comprensione dei delicati equilibri dell’ecosistema. Attraverso l’adozione di pratiche innovative, il coinvolgimento della comunità locale e la ricerca continua, l’area di intervento si propone pertanto di creare un ambiente rigenerato, dove il vivaio e il bosco collaborano per ristabilire l’armonia naturale.
“Il progetto Bioclima Spina Verde 2.0 – conclude Casati – ha come obiettivo l’innalzamento della salute degli ecosistemi nei parchi naturali è un’ode alla visione e alla dedizione. È un invito a tutti noi a guardare oltre il paesaggio e ad abbracciare la responsabilità di custodi attenti di questo mondo straordinario che ci circonda”.
3 Commenti
Giustamente rapinese non c’entra nulla. Lui più che la piscina di muggio’ ecc non va oltre
Ma scusate e la parte del Parco Spina Verde sul Monte Goi? non se ne parla neanche?
Questa è una bella notizia, la Spina verde è un grande patrimonio “finora sprecato”. Speriamo che presto possa divenire patrimonio fruibile e controllato nell’interegge generale.