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Ambiente, Attualità

La qualità dell’aria migliora a Como, Legambiente: “Bene ma no trionfalismi, una sola centralina in città e parametri vecchi di 15 anni”

Pochi giorni fa, era il 12 gennaio, Arpa Lombardia ha diffuso i dati sulla qualità dell’aria in tutta la regione. Subito è balzato all’occhio il miglioramento comasco, ne parlavamo qui: Qualità dell’aria, a Como si respira: il 2023 l’anno migliore, bene tutte le voci tranne una. I dati. Ora, dopo una prima analisi interviene il Circolo Angelo Vassallo Legambiente di Como invitando a evitare facili trionfalismi.

Spiegano: “Arpa Lombardia ha divulgato nei giorni scorsi la relazione annuale sulla qualità dell’aria seguita da commenti sulla stampa che sottolineavano il miglioramento rispetto agli anni precedenti, soprattutto nella fascia pedemontana comprendente la città di Como. Va sicuramente visto con favore il trend positivo registrato negli ultimi anni, per quanto il calo progressivo sia molto lento, ma alcune considerazioni sono doverose onde evitare toni trionfalistici nei confronti di un fenomeno ancora per nulla risolto”.

E ancora: “Nella premessa della relazione infatti Arpa stessa ricorda che c’è ancora molta strada da fare per rispettare le linee guida OMS del 2021 (molto più restrittive e aggiornate nel 2021 in base ai nuovi studi a tutela della salute umana) ma anche quelle che l’Europa si appresta ad approvare che si sovrapporranno progressivamente a quelle di OMS (ad esempio i valori medi annui attualmente usati in Italia per il PM2.5 secondo i nuovi limiti sarebbero considerati come “scarsi” (qui i dettagli). Con i valori di inquinamento misurati nel 2023 si è continuato quindi a mettere a rischio la salute dei cittadini come in passato”.

Prosegue poi l’intervento:

Sempre nella premessa della relazione di Arpa si accenna a qualche spiegazione per questo abbassamento di concentrazioni di inquinanti collegandola ad un mix tra eventi metereologici favorevoli e riduzione delle fonti inquinanti. Sarebbe utile entrare nel merito di questi fenomeni per capire dove indirizzare interventi di sicura efficacia preventiva, misure che andrebbero maggiormente sollecitate.

Aggiungiamo qui le nostre considerazioni ‘a caldo’, in attesa di un’analisi con dati più puntuali:

il 2023 è stato l’anno più caldo in assoluto rispetto al livello preindustriale del 1800: questo fatto può aver ridotto il periodo di accensione dei riscaldamenti ed influito sul valor medio delle polveri sottili; il biossido di azoto, NO2 (maggiormente legato all’inquinamento da traffico) si è infatti ridotto in misura minore (anche a Como) e comunque con valori di gran lunga superiori alle linee guida OMS i dati di Como si basano ancora su una unica centralina posizionata in viale Cattaneo: nel piccolo studio che Legambiente e ISDE, Medici per l’Ambiente, hanno condotto nel 2023 con l’associazione “cittadini per l’aria” sono stati rilevati valori medi di NO2 (anche se riferiti al solo mese di febbraio 2023) superiori a 40 microgrammi per m3 (valore limite annuale attuale) in via Varesina (tra 60 e 70), via Pasquale Paoli (tra 50 e 60), via Madruzza, via Castenuovo e via Borgovico (tra 40 e 50).

Valori più bassi ma comunque tra 30 e 40 in via XX settembre. E le line guida OMS del 2021 prevedono un limite di media annuale pari a 10 microgrammi per m3!
l’ozono O3, che non è un inquinante di prossimità ma comunque legato al traffico, è rimasto invece molto alto nei mesi estivi soprattutto a Como, innalzamento che si è prolungato in modo anomalo anche nei mesi di settembre e ottobre.

L’Italia non ha ancora recepito il limite giornaliero sul PM2,5 che è un parametro la cui misura è più rilevante del PM10 per l’inquinamento di prossimità a tutela della salute umana, in quanto le polveri più sottili arrivano più in profondità nei nostri polmoni. Questo non garantisce la nostra salute soprattutto nei mesi invernali in cui si hanno lunghi periodi di esposizione continuativa alle polveri ultrasottili, con picchi non rappresentati nel valore medio annuale

Per una valutazione più accurata oltre ad avere più dati di inquinamento diffusi sul territorio bisognerebbe analizzare meglio il dato meteorologico (giorni di sole, di pioggia, vento ecc) e avere dati sulla quantità di traffico e tipologia di veicoli. Sarebbe utile ad esempio conoscere quanto incide l’ammodernamento dei mezzi di trasporto pubblici e privati e la diffusione di veicoli elettrici o ibridi, oltre che sulla qualità e quantità dei combustibili usati a scopo civile, commerciale, industriale.

Bene quindi il miglioramento rispetto al passato ma non abbassiamo la guardia perché ci riferiamo ora a limiti vecchi di 15 anni che sarebbero da aggiornare rispetto alle nuove indicazioni OMS e non possiamo dimenticare che l’area padana, compresa la fascia pedemontana, continua ad essere una delle zone con maggiore concentrazione di inquinanti in Europa e nel mondo, come ci mostrano quotidianamente anche i dati satellitari del progetto Copernicus.

IL DOCUMENTO DI ARPA

ARPA Lombardia Analisi-anno-2023_def
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