Una strada minaccerebbe un’oasi naturalistica lungo le sponde del fiume Lambro e precisamente si tratta dell’area di Scarenna che tocca i territori di Asso, Canzo e Caslino d’Erba. Per segnalare il rischio e cercare dunque di imperdire la realizzazione dell’infrastruttura si è costitutito il “Coordinamento Lambar” (Lambro) che adesso unisce nove gruppi: Cumpagnia di Nost, Gruppo Naturalistico della Brianza, Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, Civiltà contadina, Circolo Legambiente Prim’Alpe, Centro di aggregazione “Piera Mazza”, Laghee MTB, Associaz. ‘Testa di Rapa’, Cooperativa Frate Jacopa.
La prima azione su cui le associazioni si stanno mobilitando è proprio quella per contrastare il progetto della nuova strada tra Scarenna e Caslino d’Erba, progetto voluto dalla
Comunità Montana Triangolo Lariano. Le associazioni ritengono che “il territorio verde di Scarenna debba essere tutelato, sia dal punto di vista paesaggistico e ambientale, sia dal punto di vista idrogeologico, vista la presenza del fiume Lambro e delle antiche “marcite” (si tratta di un terreno prativo che nella stagione invernale viene costantemente tenuto sotto un velo d’acqua in modo da impedire il raffreddamento della superficie e consentire così all’erba di crescere anche a temperature molto basse). Infatti l’ipotesi di tracciato stradale, su cui sta lavorando la Comunità Montana, interesserebbe alcune aree vicine alle sponde del Lambro”, fanno sapere. E per rafforzare la loro ipotesi viene ricordato come sul progetto sia intervenuta “anche Ersaf Lombardia con un ‘parere tecnico’, inviato alla Comunità Montana e ai comuni interessati (Asso, Canzo, Caslino) dove si afferma che l’area di esondazione del fiume Lambro e la vicina zona delle marcite vanno totalmente salvaguardate” .
Il “Coordinamento Lambar” dunque poggiandosi su queste considerazioni chiede alla Comunità Montana e ai Comuni coinvolti (Asso, Canzo, Castelmarte, Caslino d’Erba) “di rinunciare al progetto della nuova strada di Scarenna. Nell’ambito del territorio in questione, vanno invece salvaguardate le zone verdi e vanno valorizzate le aree umide (incluse le antiche ‘marcite’) e le aree di esondazione naturale del fiume Lambro. Territori che hanno anche una forte valenza paesaggistica, apprezzabile dal frequentato percorso ciclopedonale lungo il Lambro, che attraversa le ultime aree agricole pianeggianti”.