“Tutto inizio quando il fondatore Gianalberto Zanoletti sin da giovanissimo iniziò a raccogliere e conservare barche in legno che al tempo, a causa dell’esplosione dell’utilizzo della vetroresina, non valevano quasi più niente, arrivando addirittura a collezionare più di 500 legni”. E’ il racconto di Emanuele Seghetti, curatore del notissimo “Museo Barca Lariana”, situato a Pianello del Lario.
“La struttura viene allestita all’interno di una filanda ottocentesca nel 1982 – spiega – rimanendo aperto fino al 2000, anno in cui venne chiuso per alcune parti non a norma. Nel 2018 però vengono ultimati i lavori di restauro e messe in regola le varie sezioni, permettendo così allo storico museo di riaprire al pubblico, sotto la guida del figlio del fondatore Ferdinando.
Al momento la visita è divisa in cinque sale distinte: una dedicata alle barche tradizionali, una alle inglesine, una ai motoscafi di lusso, una alle imbarcazioni a vela ed infine una agli scafi da corsa. In totale nella collezione sono conservati 450 pezzi unici e rarissimi, non solo dal Lario ma dall’Italia intera, che mano a mano vengono esposti in base ai restauri. Infine è presente una sala polifunzionale nella quale viene proiettato un filmato sulla storia della motonautica.
Tra i pezzi più pregiati si trovano il “Laura I Abbate”, primo scafo a superare i 200 km/h, la barca a vela “Merope”, vincitrice di una medaglia d’oro all’olimpiade a Helsinki nel 1952 e il “Ciskio-Yu”, barca inglese di fine Ottocento.
Ma per tutti gli amanti del genere ci sono grandissime novità a brevissimo: “Dal 3 ottobre inaugureremo due nuove sale: una dedicata ai pregiatissimi motoscafi Riva di Sarnico e un’altra alle gondole veneziane – spiega – quest’ultima sezione sarà molto importante per noi. Infatti abbiamo pezzi rarissimi e unici datati Settecento e Ottocento che venivano commissionate dai grandi aristocratici”.
Ma non finisce qui: “È stata resa finalmente accessibile la “Freccia dei Gerani”, ultimo pezzo superstite fra gli aliscafi Rhs70 Rodrigues che fu di grande importanza storica per le innovazioni che portò nel settore negli anni Settanta – racconta Seghetti – e soprattutto appena possibile sarà aperta la sala multimediale che renderà ancora più affascinante ogni visita”.
Lo storico museo sta cercando di allargare i propri orizzonti, non limitandosi più alle semplici visite: “Vogliamo rendere disponibile la nostra struttura, molto suggestiva anche per eventi su richiesta. Infatti stiamo ultimando un piccolo bistrot con terrazza vista lago – dice – inoltre la nostra intenzione è quella di continuare a proporre laboratori ludico didattici per le scuole. In queste attività viene raccontata la storia del settore, insegnato a fare i nodi tipici della navigazione e fatti toccare con mano i materiali per costruire le imbarcazioni”.
Progetti partiti già nel 2019 che però vennero interrotti bruscamente a causa della pandemia. “Il Covid ha pesato parecchio sul museo, sia perché molti turisti non sono arrivati, soprattutto gli americani, sia perché a lungo non siamo riusciti a trovare una soluzione alternativa per le nostre visite. Bisogna ammettere che la pandemia è stata anche, in un certo senso, uno stimolo. Abbiamo ideato un sistema, che utilizzeremo anche in futuro per sostituire le audio guide, attraverso dei codici che possono essere scannerizzati dal proprio telefono e permettono di venire a conoscenza di molte più informazioni rispetto a prima. La ripresa di questi mesi però ci fa ben sperare per il futuro: nonostante il Covid, il numero di visitatori è aumentato anche quest’anno. Siamo fiduciosi nel futuro”.
“Tutto inizio quando il fondatore Gianalberto Zanoletti sin da giovanissimo iniziò a raccogliere e conservare barche in legno che al tempo, a causa dell’esplosione dell’utilizzo della vetroresina, non valevano quasi più niente, arrivando addirittura a collezionare più di 500 legni” è il racconto di Emanuele Seghetti, curatore del notissimo “Museo Barca Lariana” situato a Pianello del Lario.
“La struttura viene allestita all’interno di una filanda ottocentesca nel 1982 – spiega – rimanendo aperto fino al 2000, anno in cui venne chiuso per alcune parti non a norma. Nel 2018 però vengono ultimati i lavori di restauro e messe in regola le varie sezioni, permettendo così allo storico museo di riaprire al pubblico, sotto la guida del figlio del fondatore Ferdinando.
Al momento la visita è divisa in cinque sale distinte: una dedicata alle barche tradizionali, una alle inglesine, una ai motoscafi di lusso, una alle imbarcazioni a vela ed infine una agli scafi da corsa. In totale nella collezione sono corservati 450 pezzi unici e rarissimi, non solo dal Lario ma dall’Italia intera, che mano a mano vengono esposti in base ai restauri. Infine è presente una sala polifunzionale nella quale viene proiettato un filmatico sulla storia della motonautica.
Tra i prezzi più pregiati si trovano il Laura I °Abbate, primo scafo a superare i 200 km/h, la barca a vela Merope, vincitrice di una medaglia d’oro all’olimpiade a Helsinki nel 1952 e il Ciskio-Yu, barca inglese di fine ‘800.Ma per tutti gli amanti del genere ci sono grandissime novità a brevissimo: “Dal 3 ottobre inaugureremo nuove due nuove sale: una dedicata ai pregiatissimi motoscafi Riva di Sarnico e un’altra alle gondole veneziane – spiega – quest’ultima sezione sarà molto importante per noi, infatti abbiamo pezzi rarissimi e unici datati ‘700 e ‘800 che venivano commisionate dai grandi aristocratici”.
Ma non finisce qui: “È stata resa finalmente accessabile la Freccia dei gerani, ultimo pezzosuperstite fra gli aliscafi Rhs70 Rodrigues che fu di grande importanza storica per le innovazione che porto negli anni settanta – racconta Seghetti – e soprattutto appena possibile sarà aperta la sala multimediale che renderà ancora più affascinante ogni visita”.
Lo storico museo sta cercando di allargare i propri orizzonti, non limitandosi più alle semplici visite: “Vogliamo rendere disponbile la nostra struttura molto suggestiva anche per eventi su richiesta, infatti stiamo ultimando un piccolo bistrot con terrazza vista lago – dice – inoltre la nostra intenzione è quella di continuare a proporre laboratori ludico didattici per le scuole. In queste attività vengono raccontata la storia di questo settore, insegnato a fare i nodi tipici delal navigazione e fatto toccare con mano i materiali per costruire le imbarcazioni”.
Progetti che vennero già iniziati nel 2019 che però vennero interrotti bruscamente a causa della pandemia: “Il Covid ha pesato parecchio sul museo, sia perché molti turisti non sono arrivati, soprattutto gli americani, ma anche perché a lungo non siamo riusciti a trovare una soluzione alternativa per le nostre visite. Bisogna ammettere che la pandemia è stata anche, in un certo senso, uno stimolo: infatti abbiamo ideato un sistema, che utilizzeremo anche in futuro per sostituire le audio guide, attraverso dei codici che possono essere scannarizzati dal proprio telefono e permettono di venire a conoscenza di molte più informazioni rispetto a prima. La ripresa di questi mesi però ci fa ben sperare per il futuro, infatti, nonostante il Covid, il numero di visitatori è aumentato anche quest’anno. Siamo fiduciosi sul futuro!”.
L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO