Un 25 Aprile sobrio – di natura, non per i bizzarri suggerimenti romani delle ultime ore – e ben partecipato quello celebrato questa mattina in piazza Cavour a Como, complice anche una giornata a dir poco fantastica.
Tre i relatori che si sono succeduti sul palco prima della Banda Baradello che, anche con l’immancabile Bella Ciao, ha chiuso la manifestazione: il sindaco di Como Alessandro Rapinese, il quale, come già in passato in queste occasioni, mettendo da parte i toni da battaglia della lotta politica contingente, offre senza dubbio la versione più istituzionale della carica, risultata apprezzata dal pubblico con l’applauso finale, il rappresentante della Provincia di Como, Valerio Perroni, e poi l’ex sindaco Sergio Simone per l’Anpi. Del primo cittadino, pubblichiamo qui sotto il video del discorso integrale.
Poi, come detto, la parola è passata all’ex sindaco di Villa Guardia, Valerio Perroni, per Villa Saporiti. Emozionatissimo, il suo bel discorso ha raccolto grandi e convinti consensi in più occasioni.
“L’Italia il 25 Aprile ritrovava se stessa con una spallata decisiva alla dittatura nazifascista – uno dei passaggi – Oggi celebriamo la Resistenza e la Liberazione, il giorno del riscatto anche morale dell’Italia e la rinascita sui valori fondativi della Repubblica in cui tutti ci dobbiamo riconoscere”.
Caloroso l’invito alla cittadinanza a scoprire la mostra allestita fino al 2 giugno a Palazzo Natta e nell’atrio della sede di Confindustria Como dove è illustrata con foto e documenti la progettazione del Monumento alla Resistenza Europa di Como, indissolubilmente legato proprio al 25 Aprile.
“Quella mostra – ha detto Perroni – racconta la storia del monumento e dei valori che hanno unito l’Europa nel momento più buio e che ci guidano ancora adesso. La Resistenza non si è conclusa il 25 aprile del 1945 ma continua oggi. In un periodo in cui la gente va sempre meno a votare, i giovani fuggono dall’Italia per lavori sottopagati e case introvabili, in cui l’istruzione subisce tagli ai fondi, il messaggio del 25 Aprile è chiarissimo: non serve cercare rimedio nel capo carismatico, donne e uomini si riapproprino del gusto della politica con spazi di dialogo, confronto e ‘conflitto’ con l’obiettivo di farsi le domande utili e giuste per concretizzare politiche che migliorino la vita di tutti e non soltanto dei pochi che se lo possono permettere”. Grandi applausi dal pubblico.
Poi ha preso la parola l’ex sindaco di Como, Sergio Simone, con un discorso di grande profondita storica e sopraffina dialettica politica. Anch’egli ha dedicato parole cariche di passione civile per il Monumento alla Resistenza Europea: “Forse il più grande lascito della giunta Spallino, luogo di memoria della storia; storia che non si può cambiare e che nessuno può riscrivere perché scolpita nelle sue pietre come monito e sprone all’impegno per la pace. Lì intorno si riunirono 50 sindaci venuti a Como da ogni parte del mondo, che elaborarono un appello alla pace e al disarmo che fu poi portato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Oggi guardiamo con fiducia all’amministrazione perché Como torni a essere riferimento del più grande ideale dell’umanità: la pace. Le guerre in atto oggi potrebbero essere l’anticamera di cose peggiori: ‘Vigilate!‘ Ci dicono quelle pietre”.
Durissima la condanna storica del fascismo: “Non fu solo una dittatura ma molto di più. Fu braccio armato del capitalismo contro il socialismo, con agrari e padroni del vapore che erano i mandanti. Poi fu una dottrina fondata sui disvalori della violenza, del razzismo, della negazione del libero pensiero”.
Qualche riferimento finale anche ai temi finiti al centro del dibattito politico delle ultime settimane, a partire dall’attacco condotto dalla premier Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene “che non può essere considerato un opuscolo ricco di fantasie, perché c’è un nesso tra quell’Europa e la giustizia sociale”. Stoccata anche al progetto di premierato portato avanti da governo e maggioranza di centrodestra: “Ci vedo un pericolo per il futuro”, ha detto Simone; e poi anche a Elon Musk (“Non è possibile che un uomo solo, con i suoi satelliti, prometta sicurezza e poi invece finisca per ricattare i Paesi”). Appello finale dell’ex sindaco (“Partecipare, partecipare, partecipare”, con grande tributo di battimani) e poi musica alla Banda Baradello. Sotto, articolo e video sul commosso discorso, fin quasi alle lacrime, della parlamentare comasca Chiara Braga in omaggio alle donne della Resistenza e in particolare a Wilma Conti.