“La città di Como “manca” di almeno 4000 posti auto ed il centro storico, per varie ragioni, non ultime la carenza di parcheggi o l’esosità di quelli disponibili, è soggetto ad una progressiva desertificazione (1968: circa 9.000 abitanti; 1970: circa 11.000 abitanti; attualmente tra i 3.900 e 4.200 abitanti”.
E’ uno dei passaggi più significativi del documento inviato da Acus – Associazione civica utenti della strada presieduta dall’avvocato Mario Lavatelli – al sindaco di Como Alessandro Rapinese e ai dirigenti alla partita. Quale partita? Naturalmente la “rivoluzione” delle tariffe della sosta varata dall’esecutivo nei giorni scorsi. Un documento progressivo che, cioè, vedrà altre novità nel tempo come ha spiegato il primo cittadino in diretta questa sera su Etv.

Nella sostanza il sodalizio chiede una netta marcia indietro all’amministrazione. E argomenta puntualmente con una ricostruzione documentale storica. Cioè, secondo Acus vi sarebbe un progressivo cumulo di errori originati in passato che cadrebbe fatalmente sull’ultimo documento. In particolare si parla di un documento del 1995 definito illegittimo e da annullare o revocare. Così il documento di Rapinese “contiene un’evidente contraddittorietà” gemmata dall’errore di 30 anni fa. Così l’associazione affonda: “La Giunta Comunale non ha letto compiutamente il testo della deliberazione del 1995″. E ancora: “Resta il problema di fondo e cioè che la disciplina della sosta come modalità della circolazione e la conseguente tariffazione devono rispondere non già principalmente a criteri di “cassa” o dissuasivi della sosta, costituendo uso concesso del bene demaniale, ma tenere conto di tutti gli interessi coinvolti”. Per i dettagli pubblichiamo, in fondo, il documento integrale del sodalizio.
Si legge poi:
La città di Como “manca” di almeno 4000 posti auto ed il centro storico, per varie ragioni, non ultime la carenza di parcheggi o l’esosità di quelli disponibili, è soggetto ad una progressiva desertificazione (1968: circa 9.000 abitanti; 1970: circa 11.000 abitanti; attualmente tra i 3.900 e 4.200 abitanti. Ciò ha comportato, da un lato, la pressoché totale scomparsa di attività artigianali, negozi di vicinato e servizi, costringendo i residenti a rivolgersi all’esterno per prestazioni un tempo disponibili in loco e, dall’altro, l’incremento della convergenza, sulla convalle, di veicoli provenienti dall’esterno, rendendo problematica la vivibilità, in particolare per le persone anziane e/o fragili ivi residenti).
Intanto, si è assistito ad un paradosso: nonostante la constatazione del bisogno di detti 4000 posti auto e le promesse fatte nelle campagne elettorali di realizzarli, le varie Amministrazioni succedutesi negli ultimi anni non hanno acquisito al patrimonio tutti i parcheggi nel frattempo già realizzati in esecuzione di piani attuativi e neppure hanno incrementato in modo significativo le aree a parcheggio esistenti.
E ancora:
A titolo di esempio, si consideri che in via Giulini è da anni inutilizzata un’area, già di parcheggio, di proprietà del Comune e che, nella stessa zona, in via Sirtori, è tuttora chiuso l’autosilo, che secondo il PGT ha una capacità di 70 posti auto. Inoltre, l’area ex Ticosa, più volte posta ad esempio di una non adeguata gestione dei parcheggi nelle campagne elettorali, con previsione, inattuata, di circa 900 posti auto, è rimasta inutilizzata/inutilizzabile.
Per motivi di legittimità della programmazione, sarebbe necessario procedere al reperimento del 4000 posti auto mancanti, prima di attuare le misure previste nell’ultima delibera.
E infine:
È chiaro che una corretta disciplina dei parcheggi/tariffazioni avrebbe richiesto il preventivo coinvolgimento di Enti ed Associazioni, comprese le Amministrazioni dei Comuni limitrofi, per una ponderazione complessiva a tutela dell’interesse pubblico alla sicurezza e fluidità della circolazione e del lavoro di quanti lo svolgono nella città di Como e devono poter quindi parcheggiare l’auto.
Si chiede quindi che l’Amministrazione riesamini le proprie determinazioni e, soprattutto, decida se procedere su basi di legittimità o voglia ignorare che tali basi risulterebbero del tutto “ingiuste” facendo riferimento ad una delibera palesemente illegittima.
Essa non è più impugnabile direttamente, ma può essere disapplicata, unitamente alle successive deliberazioni che l’hanno acriticamente fatta propria, dal Giudice civile, come già avvenuto.
Da ricordare infine la manifestazione “in auto” organizzata per domenica da Fratelli d’Italia al Tempio Voltiano, qui i dettagli: Como, manifestazione mai vista prima: “Presidio in macchina contro le nuove tariffe della sosta. Ecco quando”.
Ecco il documento (Richiesta di Riesame) spedito da Acus:

