“A poco più di un mese e mezzo dal ritorno in classe di migliaia di bambini comaschi, gli istituti cittadini vengono a sapere che dovranno organizzarsi autonomamente per fornire il servizio di pre-scuola. Preavviso minimo, zero certezze, un impatto enorme sulle famiglie”, così Patrizia Lissi, capogruppo Pd in Consiglio comunale a Como dopo la notizia pubblicata oggi dal quotidiano La Provincia.
“Non parliamo di questioni di poco conto – accusa lissi – l’assessore Roperto faccia chiarezza sul perché anche per il 2022-2023 il servizio di pre-scuola non è garantito. Soprattutto spieghi ai genitori e agli istituti comaschi quali sono i piani e i progetti per gli anni a venire: la pandemia non sia una scusa”.
E conclude: “Nel pieno della campagna elettorale, il sindaco Rapinese giurava che avrebbe preso a modello Bologna, almeno sugli asili nido. Piuttosto sindaco e assessore prendano a modello i servizi scolastici integrativi erogati dal Comune di Bologna – tra cui anche il pre-scuola. Servizi che non si sono certo fermati in questi mesi. Non costringiamo le famiglie comasche a fare salti mortali per coniugare lavoro e cura dei figli”.
Un commento
È giusto evitare il processo alle intenzioni ma l’affermazione del 20 luglio “nulla è deciso” merita una riflessione. Quando si scrive un programma e si fa riferimento al modello Bologna, tra l’altro non scritto su un programma elettorale ma costruito in 70anni di politiche oculate, non si può toppare bellamente in questo modo. È evidente che questa era tra le priorità da affrontare appena insediati. “Nulla è deciso” al 20luglio equivale a dire, con agosto di mezzo, che “nulla si farà” a settembre. Quindi, perché non ammetterlo subito? Si poteva semplicemente dire che la sparata “ci ispiriamo al modello Bologna” serviva per la campagna elettorale. Si poteva aggiungere che le scuole e i genitori si arrangeranno anche quest’anno. Si poteva concludere vedremo se saremo capaci di combinare qualcosa il prossimo anno, abbiate fiducia. Si fa miglior figura, o no?