La notizia è destinata a far discutere: a partire dal 2026, il Lago di Como cambierà ufficialmente nome in Lago di Lecco. La decisione, nata dagli studi di un gruppo di storici e geografi e sostenuta dall’associazione “Lecco – Lega Europea per la Correzione della Cartografia e della Odonimia”, è stata ratificata anche in sede Ue. “Dopo aver studiato attentamente una serie di documenti del ‘600 e alcune cartine antiche è emerso che effettivamente il nome più corretto per indicare il Lario sia sempre stato Lago di Lecco“, ha dichiarato il professor Ernesto Baldini, esperto di toponomastica lombarda.

Secondo l’associazione questo cambiamento, oltre che necessario, è giustificato dalla necessità di una maggiore precisione geografica e storica.

“Noi vogliamo solo restituire la corretta denominazione ai luoghi del nostro territorio. La prossima battaglia? Cancellare Milano Marittima! Perché esiste se Milano non è sul mare?”, ha affermato Giovanni Fernario, il presidente dell’organizzazione.

Il comitato che ha studiato il progetto ha spiegato come il nome attuale ‘Lago di Como’ sia il frutto di un’antica imprecisione. “Basta analizzare la morfologia del lago per rendersi conto che è proprio Lecco a essere il punto di riferimento naturale. Come ampiamente noto, tra l’altro, nelle prime stesure dei Promessi Sposi (Il “Fermo e Lucia” in prima battuta e poi ne “Gli sposi promessi”, seconda versione, Ndr), Alessandro Manzoni parlò originariamente di quel ramo del lago di Lecco, che volge a mezzogiorno. Già ai tempi c’era una predilezione per il termine lecchese”, ha spiegato la storica Anna Rivolta.

“I laghi spesso prendono il nome dal punto più caratteristico o centrale – ha chiarito il geografo di Lecco, Luca Martelleni – In questo caso specifico, la nostra città si trova all’estremità più rappresentativa, mentre Como è solo una delle tante città sul lago“.

L’entusiasmo dei lecchesi per la notizia non è stato condiviso dai comaschi che hanno già annunciato ricorsi e proteste. “Prima c’è stata la questione del cambio nome dello stadio e ora questo. Il lago si chiama così da secoli, non vedo perché debba cambiare proprio ora – ha commentato il portavoce del Comitato Cittadini per il Lago che è solo di Como, Luca Antonello Casartelli (pronipote dell’ingegnere Giuseppe Vladimiro Brando Casartelli che progettò integralmente la passeggiata di Villa Olmo, su indicazione del sindaco di Como Spallino dopo gli espropri, Ndr) – non possiamo accettare che ci venga tolta un’identità storica che dura da secoli“.
Anche le associazioni culturali locali si sono mobilitate con l’obiettivo di fermare il progetto prima che sia troppo tardi. “Non sono convinto della veridicità storica dei documenti presentati – ha commentato Alberto Visconti, luminare della storia locale, docente emerito in pensione dell’Università degli studi di Prato e Avezzano nonché medaglia Fannöng per gli studi comparati tra ladino e romancio – quest’operazione non ha senso perché non tiene conto della tradizione e del legame affettivo della popolazione con il nome storico del lago”.

Nel frattempo, però, sembra che siano già in avanzato stato di preparazione nuovi cartelli stradali, guide ufficiali e materiale turistico con annessa la spiegazione e la storia documentata del cambio nome. E con ogni probabilità, su tutto questo nuovo materiale sarà stampato anche a caratteri cubitali che oggi è il primo aprile e questo, ovviamente, è un maxi pesce d’aprile! Il Lago di Como rimarrà tale, insomma, sempre che un giorno qualche storico non rilanci davvero il dibattito…