“Lavoravo come rappresentate di prodotti enogastronomici francesi, avevo stabilità economica e il fine settimana libero. Poi è arrivata l’età del pensionamento per i miei genitori ed entrambi soffrivano al pensiero di vendere l’edicola di famiglia e del quartiere. Così l’ho rilevata e ristrutturata: questa storica attività resisterà”.
Sorride Matteo Paternò, 47enne titolare dell’omonima edicola di Albate, l’unica del quartiere dal 1970.
“Ho rinnovato mobilia e struttura – racconta passando in rassegna con sguardo rapido tutti i cambiamenti apportati – aggiunto libri, giochi, gadget, snack, bibite e caramelle. A breve installerò il macchinario Sisal per offrire servizi aggiuntivi quali, ad esempio, il pagamento di bollette e ricariche. Sopravvivere significa osservare i cambiamenti e stare al passo con i tempi: dovevo ampliare l’offerta e proporre qualcosa in più per i bambini e ragazzi che circolano spesso sulla via”.
È soddisfatto Matteo, nonostante le difficoltà.
“Non diventi ricco con questo mestiere e i turni sono faticosi – sottolinea – Lavoro con mia moglie, non potrei farcela da solo. Sono sopravvissuto perché non devo pagare affitti e sono l’unico edicolante di un quartiere che è una realtà a sé rispetto alla città. Albate è come un paese dove tutti si conoscono e la clientela è fidelizzata”.
Una clientela che prende parte alla vita dell’edicola sin dalle prime luci dell’alba. “Ho clienti mattutini che mi vengono a trovare per chiacchierare – spiega con un caloroso sorriso – è bello sapere di essere un punto di riferimento per la comunità. Questa è la ricchezza del mio lavoro”.
Il mattino è un momento particolare per Matteo. “Per prima cosa guardo i risultati della Juventus – dice con l’impeto da tifoso – voglio la sorpresa e la voglio ricevere sfogliando un giornale anziché cercarla sul web. Poi monto sul mio scooter e consegno i giornali a casa dei clienti con abbonamento. Una vecchia usanza che adoro tenere in vita ma che sta scomparendo perché le testate offrono il medesimo servizio”.
Per portare i giornali a domicilio, Matteo usa una borsa in pelle molto speciale.
“Una vecchia borsa ormai logora ma resistente – sottolinea con un orgoglioso sorriso – che apparteneva al mio prozio Carlo Mascheroni, storico strillone di Albate che ha lavorato nel quartiere a cavallo tra gli anni ’30 e ’60. Oggi sfreccia in scooter con me, ogni mattina”.