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Un anno senza don Roberto Malgesini, Locatelli (Lega): “Frutto dell’immigrazione indiscriminata e dell’accoglienza a tutti i costi””

A poche ore dall’inaugurazione del largo a lui dedicato, in piazza San Rocco dove esattamente un anno fa venne ucciso, anche l’ex vicesindaco di Como, poi deputata e ora assessore regionale della Lega, Alessandra Locatelli, ha voluto ricordare la figura di don Roberto Malgesini.

Ma il taglio delle parole di Locatelli è molto centrato sul tema dell’immigrazione.

“Un pensiero a Don Roberto Malgesini, che un anno fa è stato ucciso senza pietà da un clandestino – ha scritto Locatelli – Questo è il frutto dell’immigrazione indiscriminata, questo è il frutto dell’accoglienza a tutti i costi”.

“Conoscevo Don Roberto e so bene quanto volesse seminare bene e lavorare senza sosta – ha aggiunto l’assessore regionale della Lega – ma questo è stato un atto di violenza ingiustificata che non possiamo tollerare”.

Parole molto diverse, per esempio, rispetto a quelle affidate a Ecoinformazioni dall’ex consigliere comunale e Abbondino d’Oro, Luigino Nessi.

“Vorrei gridare, accusare, condannare – aveva scritto nel testo che trovate integrale qui – Però non mi sembra giusto farlo. Lui don Roberto Malgesini non vorrebbe, non l’avrebbe fatto; si sarebbe comportato come sempre accettando, mai subendo, cercando sempre di trovare soluzioni possibili e alternative. Questo nonostante tutto quello che gli è stato fatto contro dall’Amministrazione comunale e da una parte della Chiesa locale che non sempre condivideva quello che faceva. Gli hanno segato le panchine a San Rocco, lo hanno multato, gli hanno fatto togliere i servizi, lo hanno fatto spostare più volte per le colazioni: dalle colonne del Liceo, da San Francesco, dalle scalinate delle Caserme”.

“Un anno dopo il suo sacrificio, la sua morte drammatica, cosa è cambiato a Como? Ci sono ancora persone che dormono per strada, non c’è un centro diurno aperto, ci sono tante difficoltà di relazione e accompagnamento, c’è una situazione sociale generale drammatica – proseguiva Nessi – C’è una nuova bella mensa e c’è sempre quel gruppo (diverse donne) che continua l’opera di don Roberto attorno a San Rocco e per la città. È per questo che il 15 settembre di ogni mese continua ad interpellarmi, ad interpellarci. E pensare che la nostra città potrebbe essere un esempio di accoglienza: città di frontiera, città anche ricca, città messaggera di Pace, onori ma anche oneri da rispettare”.

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3 Commenti

  1. La Locatelli che è arrivata dapprima in Parlamento, tanto da essere nominata Ministro, e ora al Pirellone, per ricoprire l’incarico di assessore, deve tutto ai migranti. Senza la scellerata lotta agli ultimi (la delibera comunale contro i migranti, ricordate?) voluta da Salvini e puntualmente portata avanti da Locatelli, Molteni e Turba, chi conosceva la Locatelli?

  2. Immagino che Don Roberto che vedeva tutti i figli di Dio come fratelli, sopratutto quelli considerati gli ultimi tra gli ultimi, avrebbe mandato il pensiero al mittente. O forse no. Senz’altro era un uomo troppo mite, benevole e intelligente per perdersi nei giochi politici locali.

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