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Annalisa, mente della Cocktail Week: “Como? Un po’ impacciata ma all’altezza di Parigi e Londra”

È stata l’indubbia rivelazione dell’estate Comasca, con più di trenta cocktail bar coinvolti, numerosi sponsor internazionali, mini-corsi di mixologia andati sold out in pochissimo tempo, dj set estemporanei tenuti dai balconi del centro e un concorso per eleggere il cocktail comasco dell’anno, con presenze eminenti del mondo del food e del beverage italiano a fare da giuria.

Una prima edizione, quella della Como Lake Cocktail Week, al debutto settimana scorsa, dal 3 al 7 di Luglio, che ha dimostrato di avere tutti i numeri del successo, riscuotendo ottime recensioni da testate nazionali come Il Sole 24 Ore, Forbes e GQ.

ComoZero ha incontrato Annalisa Testa, giornalista e organizzatrice dell’evento, per parlare dei retroscena del festival,  della trasformazione della città in un maxi lounge bar per appassionati e dei piani, ambiziosi,  per le prossime edizioni.

Annalisa, raccontaci come è nata l’idea della Como Lake Cocktail Week.

Sono una giornalista e per lavoro viaggio molto.  Un paio di anni fa, mi sono imbattuta nella Paris Cocktail Week. Ho pensato che Como, la mia città, non ha nulla da invidiare alle grandi capitali straniere e mi sono detta “vediamo se siamo all’altezza di metropoli come New York o Londra”:


Si sente l’amore per Como, in effetti. Che rapporto hai con la città?

Ci sono nata e pur avendo studiato e lavorando a Milano (Annalisa è giornalista di Icon, mensile maschile di Mondadori Ndr) non mi sono mai trasferita. E non vedo perché dovrei. Le persone pagano per venire qui, io ho la fortuna di viverci.

Come sei passata dall’idea della Cocktail Week alla sua realizzazione?
Questa primavera ho deciso di buttarmi e iniziare a organizzare il festival. All’inizio avevo coinvolto solo la metà dei cocktail bar che poi sono entrati nel programma della manifestazione. Con il passare del tempo ne ho scoperti molti altri con grandi potenzialità. Molti hanno dato la propria disponibilità a ospitare piccoli corsi e masterclass di mixologia per la Cocktail week. In soli due mesi, siamo riusciti ad organizzare un evento unico, grazie a tutto il team e ai nostri sponsor.

Quando hai concepito la Cocktail Week, che tipo di pubblico avevi in mente?
L’idea era costruire un’esperienza inaspettata per il comasco, per il turista di passaggio in città e anche per chi vive anche sulle sponde del lago. Abbiamo potuto aprire le porte degli hotel di lusso che spesso possono intimidire un consumatore non abituale. Abbiamo insistito sul bere meno e sul bere meglio e sul fatto che sia più importante un cocktail di qualità, invece che quattro con miscelazioni arrangiate. Infine, volevamo che dietro ai cocktail presentati al cliente ci fosse uno storytelling ben preciso circa la provenienza degli ingredienti, specie in accoppiata con un piatto, per offrire un’esperienze multi-sensoriale.

Parlando proprio di ingredienti, il tema della cocktail week era la celebrazione del Lago di Como.
Il filo rosso del festival e della competizione era proporre un cocktail che celebrasse il territorio del lago. Questo ha stimolato tantissimo i nostri bartender che hanno scoperto elementi sconosciuti per le loro ricette provenienti dalle sponde del lago o dalle valli. La giuria giudica il “best cocktail on the lake”  in base a questo tema e nomina il vincitore.
La prima edizione ha avuto grande successo, non solo in città. Che tipo di risposte hai ricevuto da un pubblico non comasco?
Quest’anno abbiamo ricevuto recensioni da giornali e riviste nazionali come GQ, il Sole 24 Ore e, addirittura, Forbes. Abbiamo portato i nostri giurati, delle vere e proprie eminenze del mondo del beverage, alla scoperta del lago di Como. Inutile dire che sono rimasti stregati.

Quando si parla di turismo a Como, molti ne evidenziano i limiti piuttosto che le potenzialità. La Cocktail Week cosa ci permette di dire a riguardo?

Che Como ha tutte le potenzialità per crescere ancora, nonostante sia un po’ impacciata, un po’ rigida davanti al turismo internazionale. Servono più persone in grado di guidare aree specifiche dell’offerta turistica, come ho fatto con i bartender che hanno preso parte alla festival

Cosa hai in mente per la prossima estate?
Sicuramente voglio ripetere l’esperienza sempre nella prima settimana di luglio. Manterremo anche il format a itinerario, con una mappa dei bar che partecipano all’iniziativa. Ma se il vivo della Cocktail Week rimane a luglio, voglio organizzare altri eventi durante l’anno, anche durante l’autunno, con cocktail e cibo che guardino alla nuova stagione. Vorrei poter fare qualcosa con Orticolario o Como Città dei Balocchi. In generale l’obiettivo è tenere la città animata dodici mesi l’anno. 

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