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L’appello di Sara: “Adottata da una famiglia meravigliosa, ora vorrei conoscere la mia mamma biologica”

Gli occhi azzurri di suo figlio nato da pochi mesi e la rabbia, tenuta dentro tutta una vita, che piano piano si scioglie in tenerezza e nella voglia di scoprire se da qualche parte la mamma, che 26 anni fa non l’ha riconosciuta, oggi ha voglia di farsi abbracciare.

Questa è la storia di Sara, una ragazza ormai a sua volta mamma di due bimbi, che ha lanciato il suo appello per trovare la donna che, il 6 dicembre 1996 l’ha partorita all’ospedale Sant’Anna di Como e poi non l’ha riconosciuta.

“Ad appena un mese dalla mia nascita sono stata adottata da una famiglia meravigliosa, ho una sorella di poco più piccola di me e ho avuto una nonna che mi ha amata alla follia – racconta Sara, che abbiamo raccontato offrendoci di rilanciare il suo appello – i miei genitori non mi hanno mai nascosto nulla fin da piccola e capire che non ero loro figlia biologica è stato un processo naturale”.

Nonostante tutto l’amore che la circondava, però, quel pezzetto mancante del suo passato era destinato a tornare e, almeno inizialmente, nel modo più doloroso: “Ricordo due episodi che mi hanno profondamente turbata – dice – il primo quando, da piccole, mia sorella è tornata a casa piangendo perché un compagno le aveva detto che io ero stata adottata. Lo sapeva già da tempo ma probabilmente solo in quel momento l’ha realizzato pienamente. E poi quando, a circa 7 o 8 anni, uno psicologo mi ha detto che mia madre non mi aveva voluta e mi aveva abbandonata”.

Da lì un crescente disturbo ossessivo compulsivo e un attaccamento quasi morboso al suo compagno “quasi temessi di essere nuovamente abbandonata”, spiega Sara. E una rabbia soffocata verso quella mamma che l’aveva rifiutata.

Finché tre mesi fa è nato il suo secondo bambino e guardando i suoi occhi azzurri, unici in tutta la famiglia del papà, la rabbia si è finalmente sciolta e si è trasformata in desiderio di scoprire se, da qualche parte, c’è una nonna con gli occhi azzurri. Ma soprattutto in dolcezza e comprensione per una ragazzina che, 26 anni fa, ha avuto una bambina che forse non si è sentita in grado di tenere con sé, o che forse è stata costretta ad abbandonare: “I miei genitori sanno solo che si trattava di una ragazzina minorenne di una famiglia molto cattolica – spiega Sara – quel che è certo è che da quando sono diventata a mia volta mamma mi sono sentita sempre più vicina a lei, ho smesso di immaginarmi le mamme come esseri perfetti e ho capito che sono esseri umani fragili”.

Ma perché, allora, non fare appello al Tribunale dei Minori che, al compimento del venticinquesimo anno, può farsi intermediario per provare a contattare la sua mamma biologica?

“Perché ho paura che risponda ‘Non ti voglio’, sarebbe troppo da sopportare – spiega – meglio provare così, sperando voglia contattarmi. Voglio solo conoscerla, abbracciarla e farle conoscere la mia famiglia”.

Se volesse farlo, questa è la mail di Sara: sara.favarato1@gmail.com.

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