Non c’è soltanto chi – comprensibilmente – lancia gli allarmi sul rischio che assembramenti sconsiderati possano rinfocolare i contagi da Coronavirus in Lombardia e in provincia di Como. Esiste anche l’altro lato della medaglia: ovvero chi – altrettanto comprensibilmente – teme che ulteriori o rinnovate restrizioni alle attività economiche, sempre a causa dello stesso timore, possano dare il colpo di grazia alla propria attività.
E’ il caso di Matteo Giombelli, titolare dell’omonima Pasticceria Caffetteria di Appiano Gentile, conosciuta e apprezzata ben oltre i confini del paese. L’imprenditore, poche ore, fa ha scritto pubblicamente al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, dopo che quest’ultimo aveva minacciato nuove restrizioni a cause di troppi atteggiamenti sconsiderati nelle piazze e nelle vie italiane.
Movida e aperitivi, durissimo Fontana: “Rispetto delle regole o sono pronto a nuove restrizioni. Sindaci e prefetti siano rigorosi”
Uno scenario che – fatta sempre salva la tutela della salute di tutti come obiettivo primario – ha spinto Matteo a considerare anche le ricadute potenzialmente devastanti di un lockdown bis o quasi.
“Buonasera Signor Fontana – ha dunque scritto il titolare della Pasticceria Giombelli – capisco benissimo che sia dura questa situazione ma, la prego, basta restrizioni. C’è gente che, come me, ci campa e mantiene ben altre 3 famiglie con la propria attività, ma la situazione non è a lungo sostenibile in questa maniera”.
“Se lei decidesse di fare ulteriori restrizioni saremo l’ennesima attività a chiudere e chi darà da mangiare alle mie figlie, alla mia famiglia, ai miei dipendenti? Forse sarebbe caso di punire solamente chi non mantiene le regole. Mi auguro che ne faccia tesoro di ciò che le ho scritto. Con questo le auguro un buon proseguimento”.
3 Commenti
Mah il sig. Giombelli può stare tranquillo Fontana è la solita tugre di carta come al solito ruggisce e poi non fa un C***O non vi preoccupate che è come la storia della zona rossa di nembro e alzano bla bla bla… lui e gallera non hanno ne le palle ne le capacità di attuare misure restrittive!
Credo sia la prima volta che concordo con Fontana. Mi spiace ma l’unico modo per far capire alla gente che sta sbagliando risiede nelle misure di restrizione. Forse, così facendo, anche gli esercenti capiranno che si devono impegnare seriamente a contenere gli eccessi dei loro clienti.
Le restrizioni non ci saranno se finalmente si faranno tamponi e controlli medici a tappeto