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Architetto doppio-vaccinato ma green pass negato. Sergio e lo Sputnik non riconosciuto in Europa: “Situazione kafkiana”

Doppia dose di vaccino, conta degli anticorpi più che soddisfacente: in pratica il lasciapassare per mondo, di questi tempi, e invece no. Tutto da rifare, sempre che sia possibile, e Green Pass negato fino a nuovo ordine.

Questa è la disavventura che sta vivendo l’architetto comasco Sergio Beretta, confinato in un limbo di cui non si intravede la fine da un dettaglio tutt’altro che insignificante: il vaccino che gli è stato somministrato, infatti, è lo Sputnik, il fratello russo dei vari AstraZeneca, Moderna e via discorrendo che in Europa è ancora in attesa del via libera da parte dell’Ema, l’Agenzia Europea per i Medicinali (approfondimento qui sotto).

“Mi sono sottoposto a due iniezioni tra aprile e maggio in Kazakistan, dove vivevo da più di un anno per lavoro, per poter avere la libertà di viaggiare e non rischiare di finire in ospedale lì, mi è stato rilasciato il certificato di vaccinazione e, dopo quindici giorni, mi sono sottoposto di mia spontanea volontà anche all’esame per la conta degli anticorpi con esito più che positivo – racconta – ora però sono tornato a vivere in Italia ed è come se non avessi fatto niente di tutto questo, non posso avere il Green Pass e rischio di dover subire le restrizioni di chi non si è mai vaccinato per partecipare a un concerto, prendere mezzi pubblici, viaggiare o anche solo cenare in un ristorante. E se dovessi ottenere un lavoro all’estero cosa faccio?”.

Per tentare di risolvere questo problema che rischia di diventare una prigione a tempo indeterminato, Beretta le ha provate tutte: “Ho chiamato ATS Insubria chiedendo di essere richiamato ma non ho ricevuto risposta e chiamando il 1500, il numero verde del Ministero della Salute, cade la linea – spiega – mi hanno risposto solo in Regione ma per dirmi che per loro non risulto vaccinato e che nessun medico può certificare che non corro rischi nel caso decidessi di sottopormi a un altro ciclo vaccinale”.

Già, perché pur di risolvere questo pasticcio sarebbe anche disposto a fare un altro vaccino qui in Italia ma a una condizione: “Voglio che un medico si assuma formalmente la responsabilità di questa scelta obbligata e di eventuali conseguenze che io non sono in grado di valutare – dice – l’alternativa è che io mi sottoponga a tamponi, cosa che posso anche fare per andare a un concerto una volta tanto ma che, se passasse l’obbligo di presentare il Green Pass per entrare nei locali o prendere i mezzi pubblici, dovrei fare ogni due giorni e anche a mie spese”.

“Mi sembra di essere il protagonista del ‘Processo’ (il romanzo di Franz Kafka in cui un uomo era stato arrestato e perseguitato dalle autorità per un crimine sconosciuto, secondo una giustizia con logiche insondabili al di fuori da ogni razionalità, Ndr) – conclude Beretta – quella che dovrebbe essere una pandemia, cioè un evento che riguarda tutto il mondo indistintamente, è trattata come una Eurodemia, come una cosa che riguarda solo l’Europa da cui, se sei fuori, finisci in un limbo come quello che sto vivendo io”.

Al momento, però, una soluzione c’è, l’ironia: “Che poi a pensarci bene, se anche mettessero l’obbligo di Green Pass per entrare nei locali io non avrei problemi – conclude ridendo – fumo, sono abituato a sedermi fuori anche in pieno inverno”.

PERCHE’ L’EMA NON APPROVA IL VACCINO DI PUTIN

Sputnik V è il vaccino contro il coronavirus sviluppato in Russia dall’Istituto nazionale di epidemiologia e microbiologia Nikolai Gamaleya con la collaborazione del ministero della Difesa russo e del Direct Investiment Fund, un fondo controllato dal Governo. È stato il primo al mondo ad essere registrato nell’agosto 2020 ma il suo debutto è stato accolto con non poche preoccupazioni in ambito internazionale perché il governo russo aveva deciso di iniziare a distribuirlo prima che fossero pubblicati i risultati della fase 1 e 2 e prima ancora che fossero iniziati i test clinici della fase 3.

Sputnik V è basato sugli adenovirus come i vaccini prodotti da AstraZeneca e Johnson&Johnson ma, a differenza di questi ultimi, ne utilizza due diversi nelle due iniezioni ottenendo una miglior risposta immunitaria.

I ricercatori russi hanno poi pubblicato due studi preliminari sull’efficacia del vaccino seguiti, nel febbraio scorso, dai primi risultati della fase 3 dichiarandone un’efficacia pari al 91,6%, affermazioni accolte con prudenza dalla comunità scientifica internazionale per la presenza di alcune discrepanze e conclusioni poco convincenti. Nel frattempo, da aprile, Sputnik V è stato riformulato in un’unica dose e la prestigiosa rivista scientifica The Lancet ha affermato che la sua efficacia sfiora il 92% con pochi effetti collaterali. Pochi giorni fa, inoltre, il direttore di Gamaleya Alexander Gintsburg ha dichiarato che gli studi effettuati hanno dimostrato risultati molto incoraggianti contro le nuove varianti.

Attualmente Sputnik V è già largamente utilizzato in 67 nazioni del mondo, inclusa San Marino ma i dubbi sui possibili eventi avversi hanno condizionato la sua approvazione da parte dell’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco, che ha richiesto ulteriori dati. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità non ha ancora dato il proprio parere positivo al vaccino russo, essenziale per rendere possibile il suo impiego nei Paesi in via di sviluppo.

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3 Commenti

  1. Unico medicinale ammesso può essere un vaccino. Questo è davvero salubre solo se di matrice anglo sassone e permette almeno 25 volte guadagno rispetto al costo per dose. Altrimenti il virus non si spaventa e non soccombe.. Speriamo arrivi presto obbligo per quinta dose con platinum pass a partire dalla quarta.

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