L’ipotesi di divieto di asporto dalle 18 per bar e ristoranti, che potrebbe essere confermata dal Governo per evitare assembramenti fuori dai locali e inserita nel prossimo Dpcm valido dal 16 gennaio, ha provocato soprattutto sui social il diffondersi di iniziative di protesta come ad esempio “io apro”.
Ne abbiamo parlato qui:
Molti ristoratori comaschi, nonostante i possibili disagi che porterebbe la limitazione all’asporto, non sono però d’accordo con questa manifestazione di dissenso che andrebbe anche contro le chiusure imposte dalle normative anti-Covid.
Ne è un esempio Fabio Fossati, titolare della Trattoria Edda di Inverigo e referente provinciale di Confcommercio. “Certo, il divieto di asporto dopo le ore 18 penalizzerebbe i locali – spiega – ma penso che il problema riguardi più i bar che i ristoranti. Purtroppo si sono viste situazioni di assembramento fuori da alcuni locali, non è facile far rispettare le regole ma ognuno deve fare il suo”.
Proprio in merito alla protesta “io apro” prevista per venerdì 15 gennaio, aggiunge: “Non parteciperò perché non lo trovo corretto, così non si rispettano le regole e non si va da nessuna parte. Anzi, c’è il rischio di incorrere in sanzioni. Va bene protestare ma nel rispetto delle regole, io vado avanti e spero che la situazione prima o poi migliori”.
Gli fa eco Domenico “Chicco” Aimone, titolare della pizzeria Pulcinella di Como. “Non aprirò il locale andando contro i decreti – spiega – già il Governo sta gestendo male tutta la situazione, in più rischierei sanzioni e comunque non cambierebbe nulla. Poi la gente non verrebbe comunque a cenare, la trovo un’iniziativa senza senso”.
Per quanto riguarda l’ipotesi del divieto di asporto, provocherebbe un grande danno alla pizzeria? “Per noi l’80% del lavoro si fa con la consegna a domicilio alla sera – osserva – quindi andrei a perdere quel 20-30% di clientela che arriva dal vicinato, soprattutto nel fine settimana, a ritirare le pizze. Ma compenserei portandole io. Sarebbe stato molto peggio se avessero tolto la consegna a domicilio o il pranzo. Se avessero impedito l’asporto a pranzo, avrei perso circa il 50% del lavoro perché a mezzogiorno arrivano alcune aziende a ordinare il pranzo e lo portano via”.
Proprio in merito ai bar, almeno per quanto riguarda la città di Como, in realtà sarebbero pochi quelli che al momento lavorano con asporto e domicilio. Lo confermano Davide De Ascentis del Krudo di piazza Volta e Davide Ballerini del Vintage Jazz della vicina piazza Mazzini.
“Noi siamo chiusi da novembre ma penso che quella ipotizzata sia una restrizione inutile – così De Ascentis – la domanda che mi sorge è: vogliamo ostacolare i bar oppure non fare ammalare le persone? Io per scelta sto chiuso perché almeno non pago nemmeno il riscaldamento. Abbiamo solo riaperto nei due giorni di zona gialla ma non abbiamo mai fatto asporto. C’è chi dice che lavora anche così ma non c’è nessuno in giro, la piazza è vuota e non vedo clienti nei bar”.
Lo conferma anche il collega del Vintage Jazz: “Noi, come gli altri locali più grandi delle due piazze e del centro della città, siamo chiusi perché abbiamo scelto di non fare asporto e delivery – afferma – quindi la misura non ci tocca, riapriremo quando potremo”.
4 Commenti
Non solo Piazza Volta a Como. Fate un giro fuori le mura, Via Milano bassa, Viale Giulio Cesare e vie limitrofe, i bar e le pasticcerie pieni di clienti che in barba a qualsivoglia DPCM consumano all’interno dei locali o davanti agli stessi, prova ne sono i cestini pieni di bicchierini di carta usati. Il tutto con buona pace delle forze deputate al controllo che se girano girano col paraocchi. Totale mancanza di rispetto per tutto, per le regole, per la comunità in cui si vive, per chi mette a rischio la propria vita per salvare quella altrui.
Per me tutti i locali che stanno su piazza volta possono anche chiudere per sempre!
Piazza volta eh?
Quelle 300 persone non distanziate che c’erano venerdì scorso i bicchieri pieni di cocktail e birra se li sono portati da casa? Tutti verginelle e la colpa è sempre degli altri. Io sto rinunciando ad uscire con la famiglia da un sacco di tempo
Ma dall’inizio della pandemia e dei DPCM c’è mai stata una volta non abbiano detto “e io apro lo stesso”? Gente che vive su un altro pianeta, che ancora non si è resa conto del momento che stiamo vivendo e di quello che sta succedendo.