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Benzina, prezzi folli. Maria: “Pago per lavorare, appello car sharing fallito. Torno ai mezzi pubblici e mi alzo alle 5”

Con l’aumento del costo della benzina e dei pedaggi sono in difficoltà a sostenere la spesa per andare a Milano al lavoro tutti i giorni, c’è qualcuno che vuole dividere la macchina con me?”.

Questo è il succo dell’appello scritto da Maria U. sui social nei giorni scorsi, che va a rappresentare l’altra faccia, lucida e pragmatica, degli aumenti del costo del carburante.

Perché se prima era più semplice viaggiare da soli, guidati solo dai propri tempi e dalla musica preferita sull’autoradio, ora occorre ingegnarsi per affrontare una situazione sempre più drammatica: “Ho fatto i conti e, con gli ultimi aumenti, metà del mio stipendio mensile devo impiegarlo per pagare benzina e autostrada, che da sola costa già 14 euro al giorno – racconta – e se a questo aggiungiamo la baby sitter per mia figlia, in pratica quasi pago per lavorare”.

Da qui l’idea di cercare qualcuno che volesse dividere i costi di viaggio, ma la risposta non è stata quella che sperava: “Avevo già provato con servizi di car pooling ma senza successo e così ho deciso di fare da sola pubblicando un annuncio su Facebook – spiega Maria – ma, a parte molti ‘Brava’ nessuno si è fatto avanti concretamente. Anzi, qualcuno mi ha addirittura messa in guardia su possibili malintenzionati”.

Un inaspettato buco nell’acqua, quindi, che però le ha offerto spunti di riflessione: “Sento molti lamentarsi dei costi di trasporto alti, quindi penso che la spiegazione non sia nel fatto che tutti possono permettersi tranquillamente di spendere così tanto al mese – prosegue – mi domando allora se è paura di trovarsi con una persona sconosciuta o semplicemente poca apertura mentale. Nel primo caso penso basti vedersi per un caffè e conoscersi per capire con chi si ha a che fare, mentre nel secondo è più difficile perché siamo spesso abituati a fare da soli o, al massimo, ad appoggiarci alla nostra famiglia e capisco il disagio. Ma se tutti ci sforzassimo di essere meno diffidenti, sicuramente andremmo molto più lontano”.

Tramontata, almeno per ora, l’ipotesi di dividere l’auto con qualcuno, a Maria non resta altro che ricorrere al piano B: “Farò l’abbonamento e inizierò a utilizzare i mezzi pubblici, anche se questo per me significa svegliarmi alle 5 del matino e farmi accompagnare in stazione da mio marito in auto, lasciando a casa da sola nostra figlia, e tornare più tardi la sera, ma non ho altre soluzioni”.
“Quello che fa davvero rabbia – conclude Maria – è che il governo non sia ancora intervenuto ad abbassare i prezzi almeno dell’autostrada che, tra Como e Milano, è piena di cantieri offendo un servizio pessimo e, a questo punto, anche a caro prezzo”.

NB: Questo racconto è uscito su ComoZero settimanale dell’11 marzo e dunque le ultime dichiarazioni riportate nel pezzo non tengono conto dei più recenti annunci del Governo sul fronte del caro carburante e delle decisioni sulle riduzioni del costo.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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