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Bimbi: niente fantasmi, solo belle parole. Con Matilde, Alessandra e il Centro Studi Sinergie

Nel kit di sopravvivenza con cui un adulto medio affronta la vita ci sono sicuramente gli amici.

Quando sembra tutto difficile da affrontare, cosa c’è niente di meglio di una chiacchierata con l’amica che ci è già passata o con il gruppo di amici appositamente riuniti in sessione plenaria per convincerci che, no lui non tornerà ma noi sopravvivremo alla grande?

È vero, non risolvono i problemi, però gli amici hanno il superpotere di farci sentire compresi e, dopo aver parlato con loro, tutto sembra subito più affrontabile.

Ma quando a essere in crisi è un bambino, ecco accorrere gli adulti: i genitori, gli insegnanti, la nonna, la zia che non ha avuto figli ma che sa tutto di puericoltura e, in alcuni casi, anche (giustamente) dei professionisti.

Tutte figure fondamentali, è vero, ma se, oltre all’aiuto da parte degli adulti, anche i bambini avessero bisogno di parlare con coetanei che stanno vivendo la loro stessa situazione?

A offrire l’occasione ci ha pensato l’Associazione Centro Studi Sinergie che organizza per il mese di maggio (ma il primo appuntamento informativo sarà in aprile) un Gruppo di Parola rivolto a bambini dai 6 ai 12 anni che stanno attraversando uno dei momenti più difficili della loro vita: la separazione dei genitori.

Ma cos’è un Gruppo di Parola? A spiegarlo è Matilde Pellerin (mediatore familiare specializzata in Conduzione dei Gruppi di Parola) che, con Alessandra Prestini (pedagogista con la medesima specializzazione) condurrà gli incontri: “È uno strumento poco conosciuto in Italia ideato in Canada nel 1982. Si tratta di un intervento specialistico, su cui esistono numerosi studi che dimostrano l’importanza del confronto con coetanei che stanno vivendo la stessa esperienza”.

Diverso, quindi, da un percorso con uno psicologo: “Il Gruppo di Parola non ha uno scopo terapeutico – chiarisce – ma aiuta i bambini a parlare delle proprie emozioni e a prefigurarsi il percorso che li aspetta senza crearsi inutili fantasmi”. Come tra noi adulti, quindi.

Inoltre “stringiamo un patto di fiducia con i bambini: nulla di quello che verrà detto negli incontri verrà riferito ai genitori”.

Nessuna relazione finale, quindi, perché lo scopo non è raccontare ai genitori come stanno i loro bambini, ma dare ai piccoli gli strumenti (e la forza) per dirlo da soli.

E anche in questo, il gruppo è una spalla su cui contare per scrivere tutti insieme una lettera ai genitori a cui le mamme e i papà sono chiamati a rispondere.

Ecco, questo è il un Gruppo di Parola, anche se forse, per descriverlo, sarebbero bastate le parole scritte da alcuni bambini: “Gruppo di Parola vuol dire confidarsi sulla separazione con parole che restano rinchiuse in una stanza (quella del gruppo) e che poi vengono sussurrate ai genitori”.

Per informazioni

Associazione Sinergie

Tel 347 6900595

gruppidiparolacomo@gmail.com

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