Frontalieri e smart working, un connubio che a pochi giorni dalla scadenza dell’accordo amichevole tra Italia e Svizziera, è diventato terreno di aperto scontro politico. Dopo la forte preoccupazione espressa poche ore fa dal sindacto Ocst (i dettagli), adesso arriva la presa di posizione dell’onorevole del Pd, Chiara Braga.
“Dal primo febbraio 2023 i lavoratori frontalieri con la vicina Svizzera non potranno più beneficiare dello smart working. Nelle scorse settimane, infatti, il Governo Meloni ha deciso di disdire l’accordo amichevole siglato nel giungno del 2020 al fine di regolarizzare la posizione dei frontalieri impiegati nel lavoro a distanza. Insieme con i colleghi Ricciardi, primo firmatario, Laus, Gribaudo e Quartapelle abbiamo presentato un’interrogazione al Ministero degli Affari esteri per sollecitare il Governo ad intervenire a tutela dei frontalieri chiedendo di consentire un’ulteriore proroga dell’accordo fino almeno al prossimo giugno 2023, in attesa dei nuovi regolamenti previsti dalla UE finalizzati alla stipula di accordi bilaterali. Questo permetterebbe di garantire adeguatamente la particolare condizione dei lavoratori frontalieri, risolvendo anche i profili di criticità previdenziale e fiscale”, dice la Braga.
“Rispondendo l’altro ieri all’interrogazione il Governo ha sì aperto alla possibilità di proroga sullo smart working per i frontalieri rimandando però alla ratifica del nuovo accordo tra Italia e Svizzera la possibilità di poter apportare modifiche o integrazioni alla disciplina del telelavoro. Ratifica che, è bene ricordarlo, stiamo attendendo da più di due anni. E nel frattempo – si chiede l’esponente dem – il Governo cosa intende fare per i lavoratori frontalieri?”
“Rispondendo l’altro ieri all’interrogazione il Governo ha sì aperto alla possibilità di proroga sullo smart working per i frontalieri rimandando però alla ratifica del nuovo accordo tra Italia e Svizzera la possibilità di poter apportare modifiche o integrazioni alla disciplina del telelavoro. Ratifica che, è bene ricordarlo, stiamo attendendo da più di due anni. E nel frattempo – si chiede l’esponente dem – il Governo cosa intende fare per i lavoratori frontalieri?”
“Anche qui – continua Braga – la soluzione proviamo ad avanzarla noi. C’è, infatti, un unico spiraglio che consiste nella deroga ai criteri della legislazione previdenziale applicabile attraverso la stipula di un apposito accordo. Ci aspettiamo che il Governo si impegni in tempi rapidi in questa direzione e che le parole di rassicurazione non restino solo proclami vuoti. Occorrono pragmatismo e velocità, qualità che sembrano invece essere state fatte proprie dalla Commissione amministrativa per il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale della UE, che ha previsto di dare tempo ai datori di lavoro e ai lavoratori di stabilire la disciplina applicabile, secondo l’interpretazione flessibile del regolamento, fino al 30 giugno 2023. Da parte nostra, il PD seguirà con attenzione l’evolversi della situazione affinché siano pienamente garantiti i diritti dei lavoratori transfrontalieri”.