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Camere piene e stagione record, il Lago di Como scopre l’argine al caro bollette: “Grazie ai turisti”

L’effetto turismo di questa estate non è ancora finito, anzi sta tenendo a galla molte attività del lago, afflitte pesantemente dal problema dei rincari. Questo è ciò che sta emergendo in queste settimane, da quando, iniziati a calare gli enormi afflussi di stranieri, i titolari laghée hanno iniziato a fare i conti in tasca dopo una stagione che difficilmente verrà dimenticata.

Il tema principale è quello del caro bollette, che sta inevitabilmente colpendo tutta Europa: “Noi siamo comunque soddisfatti del primo anno di apertura post pandemia – racconta Marco Montagnini, direttore del Grand Hotel Victoria di Menaggio – perché è stata assolutamente una stagione soddisfacente. Per quanto riguarda la questione dei rincari ci associamo al malessere comune. Infatti, nonostante gli scorsi mesi siano andati molto bene, le cifre delle bollette non aiutano e provocano un po’ di preoccupazione. Le spese elettriche si sono sentite molto sul bilancio. Noi comunque andremo avanti e abbiamo intenzione inoltre di fare degli ampliamenti durante il prossimo inverno. Certamente avere le camere sempre piene ci ha dato un grossa mano”.

Queste problematiche non si trovano solo nel mondo alberghiero, ma sono comuni anche a quello della ristorazione: “La bolletta di luglio e agosto è triplicata rispetto al solito – denuncia Ida Zanotta, titolare del ristorante “La Fagurida” di Tremezzo – quest’anno abbiamo lavorato molto di più rispetto agli scorsi, ma abbiamo fatto anche il doppio della fatica per la questione della carenza del personale. Per tre mesi non abbiamo staccato dalla mattina alla sera. Quando poi vedi le cifre delle bollette un po’ ti arrabbi, perché sembra che tu abbia fatto molta fatica per niente. Senza il boom di turisti non sarebbe stato facile fare i conti a fine mese”.

Inoltre da anni un tema su cui molte Amministrazioni locali vogliono puntare è la destagionalizzazione, ovvero spalmare i flussi turistici per più mesi durante l’anno, evitando così di concentrarli solo in un breve periodo: “Se ne è parlato parecchio e molti di noi erano d’accordo con questa scelta fino a poco tempo fa. Ma adesso, con il problema dei rincari, abbiamo cambiato opinione. Come si fa a tenere aperto con queste bollette se il ristorante non è sempre pieno? Così si rischia di vanificare il lavoro di tutta la stagione. In una situazione normale saremmo d’accordo ad arrivare fino a dicembre, ma in queste condizioni non sarebbe possibile”.

Tornando al problema dei rincari, per alcuni il boom di turisti ha fatto veramente la differenza: “Ci hanno dato un buon 30% di incassi in più, permettendoci di finire assolutamente in positivo. Io tengo aperto tutto l’anno ma ora la vera sfida, con queste bollette, sarà quella di attrarre più locali possibili nei prossimi mesi, sperando anche in una consistente presenza di turisti di giornata” sottolinea Giovanna Polito della gelateria “Crema&Cioccolato” di Cadenabbia.

Barbara Rocca con il marito Roberto

Infine c’è chi chiede un qualche intervento da parte delle istituzioni, come Barbara Rocca del bar “Gabbiano” di Menaggio: “Sarebbe utile se ci potessero dare un piccolo contributo economico come durante la pandemia. Se nei prossimi mesi potevamo pensare di tenere aperto un po’ di più, ora, con queste bollette, siamo propensi a chiudere”.

Dopo aver ascoltato tutte queste storie non si può certamente negare che, anche questa volta, il turismo ha dato una grossa mano al territorio comasco.

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2 Commenti

  1. Bene bene quindi grazie ai turisti aumentati del 30% non ci saranno più problemi a trovare personale poiché si offriranno stipendi del 30% più alti????
    In caso contrario non ci si potrà minimamente lamentare della mancanza di personale.
    Figuriamoci se tutta la filiera ridistribuirà in parte equa i maggiori incassi al personale.

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