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Camerlata, uno stagno per l’Unesco

La scorsa settimana, avevamo dato conto della riunione informale tra l’architetto Attilio Terragni, il consigliere comunale e parlamentare della Lega, Claudio Borghi, e il presidente della Commissione Cultura, Franco Brenna. Ambizioso l’obiettivo, ancorché appena impostato (con la piena “benedizione” del sindaco, Mario Landriscina): realizzare – come da programma politico di Matteo Salvini – il più grande museo d’arte moderna del Nord Italia per architettura e design. Dove? Nella ex Casa del Fascio, naturalmente, ma coinvolgendo anche il palazzo alle spalle – l’ex Uli – e poi spostando l’asticella ancora più in alto. Cioè tentando di portare tutti i più importanti tesori del Razionalismo sotto il prestigioso mantello dell’Unesco.

Nei prossimi mesi, dunque, sono attese novità. Nel frattempo, però, proprio uno dei più preziosi monumenti dell’epoca, la Fontana di Camerlata, giace in condizioni davvero pessime (vedi fotogallery in alto). Nonostante l’intervento di restauro portato a termine dalla giunta Lucini, l’opera è ancora afflitta da numerosi problemi tecnici oltre che da una certa incuria generale. Ma anche andando al di là delle mini-selva verde in cui affonda il monumento, vista molto peggiore offrono le vasche circolari. Prima di tutto perché la fontana vera e propria non funziona. E poi per la notevole quantità di sporcizia e pattume che purtroppo orna le due pozze stagnanti.
“La fontana non funziona a causa di un problema legato all’impianto elettrico delle luci – dicono da Palazzo Cernezzi – Il guasto ha causato il fermo anche del meccanismo per i getti. Comunque anche il monumento rientra in un appalto generale sulla manutenzione delle fontane cittadine, la cui gara si chiuderà tra poco. Per l’intervento sull’impianto, però, si dovrà attendere ancora qualche settimana”.

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