Una clamorosa indiscrezione giunge sul futuro del casinò di Campione d’Italia: l’apertura di un albergo a servizio dei clienti di riguardo nello stesso immenso edificio che ospita la sala da gioco (la struttura firmata dall’architetto Mario Botta si estende su 55 mila metri quadri per 9 piani e 3 livelli di parcheggio sotterraneo). E sebbene a oggi non esistano atti concreti, in questa precisa direzione sono andate – nel volgere di poche ore – le dichiarazioni sia del presidente del Consiglio di amministrazione della casa da gioco, Mario Venditti, sia del sindaco di Campione, Roberto Canesi.
Il primo ne ha parlato al sito specializzato Gioconews.it in questi termini: “Alla Gabetti abbiamo chiesto di indicarci la possibile destinazione di quelle parti dell’immobile non utilizzate attualmente. L’orientamento emerso è quello di usare parte dell’immobile per ospitare i clienti, in luogo della realizzazione della galleria commerciale prevista dal concordato. Attualmente non usiamo l’ala nord e usiamo poco quella sud: in esse si prevede dunque la collocazione di attività turistico alberghiere ma pure di servizi, anche in campo sanitario, come poliambulatori, studi dentistici o per interventi estetici”.
“Ovviamente – ha proseguito il presidente della casa da gioco – in questo caso dovremmo, previo accordo con il socio, che è il proprietario, ristrutturare l’immobile nel rispetto delle sue linee architettoniche, cedere un ramo d’azienda, trovare in proposito una soluzione dal punto di vista giuridico, ferme restando le difficoltà di trovare un imprenditore che voglia investire e occuparsi di questa attività: è un obiettivo futuro che discuteremo con il socio, i commissari e il tribunale, con cui abbiamo un ottimo rapporto”.
E di sponda – questa volta interpellato dal Corriere del Ticino – sull’ipotesi di una destinazione alberghiera dell’immobile è arrivato il parere anche del sindaco dell’enclave che, riferisce testualmente, il giornale, “conferma apertamente che si tratta di una possibilità già allo studio, un’ipotesi di lavoro, certo, ma più che sensata poiché la ‘congruità di un versante ricettivo’ con gli interessi del Casinò – e del Comune che ne è socio unico – è palese”.