Non tutti i frontalieri che quotidianamente superano il confine per andare a lavoro, hanno preso una multa o sono incappati nell’inflessibile polizia cantonale.
Ma di certo in tanti avranno visto balenare un flash o si saranno visti arrivare a casa – o sul posto di lavoro – l’avviso di una contravvenzione. Chi frequenta il Canton Ticino lo sa bene, il rispetto del codice della strada – come è giusto che sia – è tra le priorità.
E infatti la polizia vigila su strade e autostrade e ogni venerdì – uomo avvisato mezzo salvato – dirama un bollettino per far sapere dove verranno collocati i radar fissi e quelli semistazionari.
Nonostante ciò le multe fioccano e gli importi sono spesso molto elevati.
Questa lunga premessa per dire che però, vista la frequenza delle multe e a volte i punti – non sempre pericolosi – in cui vengono installati, si stanno levando voci polemiche a partire dal dubbio se ciò sia fatto solo per fare cassa.
Quattro deputati democentristi hanno così evidenziato un aumento degli incassi derivanti dai radar e hanno sollevato preoccupazioni sulla collocazione e l’utilizzo dei dispositivi, sospettando che possano essere posizionati anche in tratti non pericolosi ma più redditizi in termini di multe.
I firmatari della mozione, depositata al Consiglio di Stato, sottolineano come i dati raccolti negli ultimi anni “confermano questa tendenza: nel 2022, gli incassi derivanti dai radar hanno raggiunto i 13,37 milioni di franchi che crescono a 16,1 milioni a preventivo 2025“.
La Polizia cantonale e le Polizie comunali ribadiscono come siano collocati in base a criteri di sicurezza e a segnalazioni da parte della popolazione. Nonostante ciò “diversi casi mostrano che essi vengono installati anche in tratti di strada privi di un reale pericolo, ma potenzialmente più redditizi in termini di multe. Questo aspetto rafforza il sospetto che il loro impiego vada oltre la sola tutela della sicurezza stradale”, si legge.
Inoltre, prosegue il testo, “l’assenza di un obbligo di segnalazione preventiva dei radar fissi e mobili contribuisce a rafforzare l’idea che la funzione repressiva sia prioritaria rispetto alla funzione preventiva“.
Con questa mozione si chiede di introdurre misure che garantiscano maggiore trasparenza, prevenzione effettiva e un utilizzo più mirato ed equo dei controlli di velocità. Tra cui “vincolare e garantire che almeno l’80% dei controlli avvenga in tratti stradali ritenuti critici per la sicurezza”