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Carducci vince in Tribunale. Forgione: “Dal sindaco inutile sfida per sgomberare la cultura. Ce n’era bisogno?”

Dopo la sentenza di ieri, nella quale il Tribunale di Como ha dato torto al Comune di Como che chiedeva il rimborso di oltre 118 mila euro di bollette, raccogliamo le parole della presidente dell’Associazione Carducci, l’avvocato Maria Cristina Forgione, che va oltre l’indiscutibile vittoria per fare una riflessione più profonda sull’atteggiamento dell’amministrazione Rapinese verso alcune realtà associative storiche della città, basti pensare alla cancellazione della Bocciofila Combattenti di via Balestra, e del suo indiscutibile valore aggregativo e sociale, della quale verrà a breve cancellata ogni traccia senza possibilità di appello.

“Sono ovviamente felice dell’affermazione di un diritto a favore della mia associazione – dice infatti a ComoZero riferendosi al riconoscimento dell’accordo sottoscritto nel 1930 tra Associazione Carducci e Comune di Como nel quale quest’ultimo si impegnava a consentire all’associazione l’uso perpetuo della sede di viale Cavallotti facendosi carico di tutte le utenze – tuttavia, riflettendo, mi domando che senso abbia per parte della città la vincita o la perdita di questa causa. Che interesse hanno gli anziani, o bambini, i cittadini in genere? Il giudice ha affermato un diritto. Ora il Sindaco cercherà altre strade per affermare una sua tesi contro il Carducci. Ma la città ne ha bisogno? Io avrei bisogno di un sindaco che si occupi di anziani, ragazzi, cultura, della città, non delle grandi opere ma delle piccole esigenze”.

“La magistratura si è pronunciata e qualsiasi strada possa intraprendere abbiamo gli strumenti per contrastarlo – prosegue poi Forgione – magari tra qualche anno la magistratura gli darà ragione (ogni interpretazione è possibile) ma avrà dedicato tanto tempo per una sua sfida inutile per la città, non per l’associazione che è un soggetto che si deve difendere e affermare i propri diritti, trascurando altre priorità. Lascia veramente l’amaro in bocca. Se anche riuscirà a dare il Carducci ad ‘altro’ e a sgomberare la cultura, cosa avrà dato alla città?”.

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7 Commenti

  1. La legge è legge. Però non mi piace che ogni anno 12000 euro di soldi pubblici vadano ad una associazione privata per un accordo che ha 100 anni. Eventuali finanziamenti dovrebbero essere decisi dall’amministrazione a chi ritiene più meritevole. Spero almeno di vedere il museo Casartelli aperto qualche volta in più.

    1. allora dovremmo vedere quante associazioni e enti ottengano fondi pubblici per la loro attività. poi dovremmo decidere se ci piace oppure no. gli accordi, anche se hanno 100 anni, vanno mantenuti, d’altra parte ha fatto comodo in questi anni avere avuto gli spazi per l’università…

  2. Così commentava trionfalisticamente il Nulla Sindaco di Como qualche giorno addietro:

    “Io non sono un avvocato – ha replicato il sindaco – ma a quel tavolo c’erano seri professionisti del Comune che avevano ben studiato le carte e io quando sono uscito dalla riunione con il Carducci temevo che dopo un po’ mi dicessero anche che Villa Olmo fosse loro. Sappiamo bene che quegli spazi erano stati ceduti all’Università dell’Insubria, francamente non li capisco. Sto tutelando i soldi dei cittadini e qui qualcuno era abituato ad avere 22 gradi pagati con i soldi dei cittadini senza un perché. C’erano spazi e contratti che a noi sembrano chiari e abbiamo semplicemente detto loro che c’è un aspetto economico, visto che i soldi li abbiamo chiesti tutti, alle associazioni sportive e agli evasori”.

    Adesso dov’è?
    Il bulletto ha preso due sonori ceffoni e scappato a casa a piangere?

    Rapinese paga per i tuoi errori insieme ai seri professionisti dell’avvocatura comunale!!!

  3. L’ha spiegato bene la discendente di Enrico Musa: parte dello stabile, se ho ben capito, e’ ad uso perpetuo dell’associazione, parte e’ stato ceduto al Comune ( compreso il museo). Le bollette di tutto lo stabile sono a carico del comune. Allora, perché il precedente sindaco ha intrapreso un’azione sulle bollette e non sulla parte dello stabile assegnato al comune? Bene ha fatto l’attuale ad evitare il danno erariale, sollevando il problema dell’uso della parte di immobile di fatto comunale, senza contropartita. Che poi siano servizi culturali o che altro, l’uso da parte dell’associazione di quella porzione deve essere regolamentato.

  4. La città ha bisogno di avere Amministratori Capaci, sensibili ai problemi, pronti e preparati a trovare soluzioni.
    A Como questo non c’è!!
    E’ giusto che il Sindaco, in prima persona, paghi di tasca per l’ottusa ostinazione con la quale ha agito nel tentativo di mandare via i legittimi occupanti del Carducci.
    E come al solito si espone la città a figure di “palta” che sono clamorose.

  5. Proprio così, il Sindaco e l’avvocatura del Comune hanno deciso di intraprendere, con i soldi dei contribuenti, una causa (persa) priva di utilità per cittadini. Meditate, gente! Meditate!

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