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Caro bollette, industria alimentare e agricoltura in crisi nera. Trezzi: “Prezzi già aumentati di un terzo. Produzioni a rischio”

L’industria alimentare così come il comparto agricolo sono sempre più in difficoltà per i rincari energetici e per il balzo delle quotazioni delle materie prime provenienti dall’estero. La guerra in Ucraina non ha purtroppo fatto altro che peggiorare la situazione ed ecco che sono già aumentati dell’8,6% i prezzi di produzione dell’industria alimentare.

L’allarme è di Coldiretti. “Si è verificato – sottolinea Coldiretti Como Lecco attraverso il presidente Fortunato Trezzi – un balzo medio di almeno 1/3 dei costi di produzione dell’agricoltura a causa degli effetti diretti ed indiretti delle quotazioni energetiche. E diverse produzioni sono a rischio. Nel sistema produttivo agricolo i consumi diretti di energia includono il gasolio per il funzionamento dei trattori, per il riscaldamento delle serre e per il trasporto mentre i consumi indiretti sono quelli che derivano dall’energia necessaria per la produzione di prodotti fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica mentre il comparto alimentare richiede invece ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro”.

Così l’allarme fatto risuonare solo un mese fa su ComoZero dal presidente Trezzi (qui il resoconto) sul rischio concreto di veder chiudere una stalla su quattro, è destinato a peggiorare. Il caro gasolio rischia di fermare i trattori nelle campagne e spegnere le serre di fiori e ortaggi, aumentando di conseguenza la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari. “Gli agricoltori – continua Trezzi – sono costretti ad affrontare rincari insostenibili dei prezzi per il carburante necessario per le attività dei trattori e ciò spinge quasi un imprenditore su tre (30%) a ridurre la produzione; senza dimenticare i costi per il riscaldamento delle serre per la produzione di ortaggi fatto che rischia di far scomparire alcune delle produzioni più tipiche”.

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