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Carta di Identità, John vince ancora (ma solo per ora). Domani iscrizione in Anagrafe, l’8 agosto nuova udienza

Ce l’ha fatta. Anzi, no. Forse. Solo per ora.

E’ un cortocircuito politico-giuridico la vicenda di John (nome di fantasia), cittadino extracomunitario e richiedente asilo, residente da oltre otto anni nel comune di Como.

Come abbiamo ampiamente raccontato (qui tutte le tappe), l’uomo ha ottenuto decisione favorevole dal tribunale di Como che ha imposto al Comune (fino a quel momento recalcitrante) di iscriverlo all’Anagrafe cittadina.

Una battaglia legale condotta dall’avvocato Antonio Lamarucciola (presidente dell’Osservatorio Giuridico per i diritti dei migranti) che ha ottenuto ragione davanti al giudice Agostino Abate.

Il togato, tra le molte osservazioni, nel dispositivo finale ha osservato come “il diniego del Comune sta esponendo il richiedente a un grave danno”.

Pareva tutto fatto. Invece no.

Dopo la decisione (l’amministrazione avrebbe dovuto consegnare la Carta di Identità a John “entro 15 giorni”), il Comune si è opposto non concedendo l’iscrizione.

Quindi ha presentato reclamo e istanza di sospensiva “fondata esclusivamente sul presunto contrasto fra l’ordinanza emessa a favore di John – avidenzia Lamarucciola – e quella che ha invece respinto il ricorso di un’altra persona richiedente asilo”.

In pratica, il Comune ritiene che il “grave danno” sia nell’incertezza interpretativa creata dai due diversi provvedimenti (uno appunto accolto e l’altro viceversa respinto). In sostanza, è la tesi dell’amministrazione si “creerebbe il rischio di una discriminazione fra i richiedenti asilo che si rivolgono all’anagrafe, dimenticando che il giudice non ha accolto il secondo ricorso solo per assenza del requisito del periculum in mora e non per assenza del diritto all’iscrizione”.

Comunque sia, stamani il Tribunale non ha concesso alcuna sospensiva del provvedimento e ha fissato la discussione del merito del reclamo in un’udienza fiddata per l’8 agosto. Il collegio sarà formato dai giudici Montanari, presidente, Petronzi, relatore, e Serra.

LA STORIA DI JOHN

“Il reclamo si fonda sull’interpretazione molto restrittiva dell’art 4 del Decreto Sicurezza – evidenzia ancora il legale – in pratica sostiene il Comune,  vi sia una preclusione legislativa ad ogni valutazione sull’esistenza dei requisiti per l’iscrizione all’anagrafe: la dimora abituale, l’intenzione di abitarvi stabilmente e la regolarità del soggiorno. Tutti requisiti accertati dal giudice nel caso di John. Con la sottolineatura che il titolo di soggiorno non può essere causa di un discrimine”.

Dopo aver ricevuto l’ordinanza Palazzo Cernezzi ha contattato Lamarucciola: “Domani John può recarsi per l’iscrizione all’Anagrafe comunale. La prima battaglia per ora è vinta ma ora occorre concentrarsi sul reclamo“.

Insomma, si chiude solo un capitolo.
L’ennesimo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 Commenti

  1. Amministratori e dirigenti…. del comune di Como ….. disattenti (?) pare dove vogliono e pare non controllino neanche il casellario giudiziario dei loro candidati alle nomine negli enti pubblici e società di competenza, in quali mani l’amministrazione della città e non solo, domanda legittima ?

  2. Sarebbe divertente se il reclamo del Comune si traducesse nell’iscrizione all’Anagrafe del richiedente a cui il Giudice aveva precedentemente respinto l’istanza. A quel punto ci si dovrebbe chiedere, ma a dire il vero anche ora è un bel quesito, per quale motivo si spendono soldi pubblici e lavoro dei Pubblici Dipendenti per una questione di puntiglio. Perché credo che ormai si tratti solo di questo e nulla più.

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