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Casasco, quel tesoro del Museo Etnografico custodito da Alfredo: “Proteggiamo la nostra storia”

“Tramandare il patrimonio culturale della civiltà contadina delle arti e dei mestieri artigiani rispettando le consuetudini, gli ideali e i sentimenti delle genti che con il loro duro lavoro affrontavano una realtà oggi a noi sconosciuta”.

Questo è lo scopo dello storico Museo Etnografico della Civiltà Contadina delle Arti e dei Mestieri del Comune di Centro Valle Intelvi – Borgo di Casasco, secondo il presidente Alfredo Zecchini.

La struttura nasce nel lontano 5 novembre 1995, ricavata da un rustico nel piccolo paese tra le montagne della valle, da un’idea del sindaco del tempo Pier Giorgio Cairoli, rimanendo però poco curato e non aggiornato fino al 2008, quando l’associazione “Amici del Museo Casasco d’Intelvi” prende in gestione l’impianto con l’obiettivo di donargli nuova vita.

“Il nostro piccolo tesoro è diviso in due reparti per comprendere al meglio l’atmosfera contadina che veniva respirata in quei decenni – spiega Zecchini – una prima dedicata agli ambienti, caratterizzata da una cucina e una camera da letto dei primi del Novecento, con al suo interno alcuni cimeli delle due guerre che i soldati portavano con loro una volta tornati. La seconda invece riguarda le attività che occupavano la vita di tutti i giorni del territorio intelvese: dall’agricoltura alle produzioni casearie, fino ad arrivare all’edilizia con la scagliola dei grandi Magistri del passato. Elemento della nostra raccolta è il contrabbando, praticato ampiamente al tempo nella nostra valle”.

Insomma un vero e proprio tuffo nel passato, che però ha la funzione ben specifica di far comprendere al meglio la realtà del tempo.

“Esso ci mostra la vita della gente comune partendo dal ciclo delle stagioni, alle ricorrenze, fino alla dura vita quotidiana di una comunità così fortemente radicata nel territorio, patriarcale nei fatti, ma matriarcale nella sostanza – ricorda – non bisogna dimenticare, infatti, che tutto il territorio intelvese era essenzialmente un’area di emigrazione stagionale e come tale soggetto all’assenza di gran parte della popolazione maschile. Le donne così si dovevano occupare delle varie attività della quotidianità: dall’agricoltura all’allevamento, senza dimenticare la cura dei figli”.

Il museo continua a crescere sempre più, grazie anche ai contributi dei cittadini della zona. “Spesso ci vengono recapitati oggetti storici da numerose persone che svuotano le soffitte dei loro nonni, che poi aggiungiamo alla nostra collezione – racconta – il nostro obiettivo è quello di crescere sempre di più, non solo per mantenere salda la memoria del duro lavoro dei nostri antenati, ma anche per proporre un’alternativa culturale a tutti i turisti che vengono a visitare il nostro territorio”.

Ma le attività degli “Amici del Museo Casasco d’Intelvi” non si fermano qui: “Per noi la promozione della Valle Intelvi in tutti i suoi aspetti è fondamentale – conclude – Spesso organizziamo eventi etnografici come mostre o degustazioni tipiche. Da qualche tempo stiamo inoltre pubblicando a nostre spese libri di esperti di storia e cultura locale, sperando in futuro di produrne almeno uno all’anno”.

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