Il Lago di Como non è soltanto la placida distesa blu conosciuta in tutto il mondo, ma sa anche regalare angoli selvaggi dove la natura esprime forza e magnificenza al tempo stesso. Accade, ad esempio, poco distante dal paese di Domaso, nell’alto Lario occidentale, antico borgo di pescatori dalle origini romane e oggi caratteristico per le case vivacemente colorate tra stradine, piazzette e portici.
Alcune facciate lungo i vicoli interni presentano bellissime decorazioni e affreschi quattrocenteschi che ritraggono soggetti sacri e profani. Sul lungolago, ai margini dell’abitato, da sottolineare la presenza di numerose ville, tra cui la settecentesca Villa Camilla, già dei Sebregondi e poi degli inglesi Hill ora sede del Municipio e al cui interno si trovano decorazioni e affreschi. Ma la particolarità davvero unica del borgo di Domaso – oggi centro turistico votato all’accoglienza con i suoi hotel, B&B e campeggi – è costituita senza dubbio dalle pozze e dalle cascate che si aprono tra i boschi.
Angolo incantati, di una bellezza davvero straordinaria, dove nelle belle giornate di sole l’acqua assume un colore smeraldo veramente fantastico.
Dove le pozze si fanno placide e leggermente più profonde ci si può divertire anche con un’altalena per tuffarsi. Per raggiungere questo angolo di paradiso bisogna seguire il percorso del Torrente Liro che parte proprio dal paese e andare verso monte (consigliato l’uso di scarpe adeguate, ovviamente).
Come già si accennava, lungo il torrente ci si imbatte in varie cascatelle artificiali, che poi sono proprio quelle da cui originano le pozze color smeraldo (e dalla temperatura dell’acqua così “fresca”, che certamente bisogna abituarsi un po’).
6 Commenti
A Gravedona c’è il liro omonimo di quello che scende dallo Spluga e si getta nel Mera
Il Livo è a Gravedona
Se volevate tenerlo nascosto non pubblicavate il servizio…avanti con lo orde barbariche cariche di spazzatura.
Sono d’accordo, questi continuano a pubblicizzare la bellezza dei borghi del nostro lago e poi si lamentano dell’ overtourism .
Temo che il nome corretto del torrente sia Livo…
No Liro