“I 12 su 24 appartamenti Aler non assegnati in via Livio a Como sono uno scandalo che dimostra come Regione Lombardia e Aler abbiano un problema enorme sulle assegnazioni del proprio patrimonio di edilizia popolare. Che senso ha riqualificare degli alloggi se poi questi rimangono sfitti e vuoti, specie in un momento di crisi economica?” ha dichiarato il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, durante un punto stampa tenuto oggi, venerdì 28 maggio, nel quartiere comasco di Casate.
“Il regolamento di assegnazione degli alloggi utilizzato fino ad ora dalla Regione ha discriminato sulla base di due criteri bocciati dalla Corte Costituzionale e dal Tribunale di Milano: la residenza di cinque anni in Lombardia e un certificato di non possidenza di immobili all’estero. La bocciatura di questi criteri ha comportato un grave rallentamento delle nuove assegnazioni per il 2019 e 2020, evidente nell’ambito territoriale Aler di Como – continua Orsenigo – L’ultimo avviso pubblico per le assegnazioni risale al 2019. Il 2020 è stato saltato e stiamo ancora aspettando un avviso per il 2021. Come se non bastasse, nel 2019 sono stati assegnati solo 25 alloggi Aler. Nel 2020 gli alloggi assegnati sono stati 14, nonostante le unità immobiliari che avrebbero dovuto liberarsi come effetto del turnover fossero 34”.
“Gli ultimi dati disponibili relativi a tutta la provincia di Como per il 2020 indicano che sono 329 gli alloggi Aler sfitti nel comasco: 90 sono pronti per essere assegnati, mentre 239 sono vuoti per carenze manutentive. La maggior concentrazione di alloggi sfitti è proprio a Como città con 50 alloggi pronti ma vuoti e 153 case che ancora attendono di essere recuperate. Da questi dati è chiaro che Regione Lombardia e Aler devono intervenire in fretta per risolvere questi ritardi – aggiunge Orsenigo che conclude -L’impegno del Partito Democratico per migliorare l’impasse delle assegnazioni in pieno periodo di emergenza però non è solo sullo sfitto. Abbiamo chiesto la cancellazione dei limiti sulle quote di alloggi destinati agli indigenti. Richiesta a cui Regione Lombardia ha detto no, prevedendo di dare risposta a solo il 20% delle domande di questa natura. Troppo poco se consideriamo che migliaia di famiglie lombarde stanno scivolando sotto la soglia di indigenza per la crisi economica portata dal Covid e lo sblocco degli sfratti costringerà molte persone ad aver bisogno di un alloggio di edilizia pubblica. Oggi, infine, la Corte costituzionale ha bocciato per l’ennesima volta la legge regionale del 2009 sulla casa che esclude i lavoratori autonomi dai canoni più bassi. Chi ha una partita Iva o vive di collaborazioni occasionali spesso vive in condizioni difficili ma questo non viene tenuto in alcuna considerazione da Regione Lombardia” conclude il consigliere comasco.