Secondo la Regione sarebbe colpa del Governo. Nuove accuse da Milano a Roma. Giusto poco fa, nell’elenco di omissioni che abbiamo riscontrato nell’ultima ordinanza Fontana sulle riaperture, evidenziavamo l’assenza di accenni nel capitolo “Servizi per l’infanzia e l’adolescenza”, ai bambini della fascia 0-3 anni (da pagina 49 dell’allegato che trovate sotto).
Ordinanza pasticcio, dal calcio (che sarà vietato) ai nidi: tutte le dimenticanze dell’ultimo documento Fontana. Correzioni in corso
Poi l’intervento dell’assessore regionale alla Famiglia, Silvia Piani.
“Nelle ultime settimane abbiamo lavorato con impegno per costruire rapidamente delle linee guida che consentissero la riapertura dei centri estivi, in stretta collaborazione con la Prefettura di Milano e con Anci. Abbiamo coinvolto il terzo settore e le Diocesi, con il contributo delle rappresentanze sindacali”.
Lo dice l’assessore regionale alla Famiglia, Genitorialità e Pari opportunità, Silvia Piani, commentando gli effetti dell’ordinanza firmata dal presidente Attilio Fontana che prevede anche, a partire pero’ dal 15 giugno, la riapertura dei servizi per l’infanzia e l’adolescenza.
“Siamo soddisfatti del lavoro svolto, proprio perché – prosegue l’assessore Piani – i centri estivi offriranno possibilità di socializzazione e divertimento ai nostri ragazzi e forniranno un importante sostegno alle famiglie in termini di conciliazione vita-lavoro. Fondamentale anche il contributo delle associazioni di categoria del mondo agricolo e delle realtà sportive, con la possibilità di utilizzare le fattorie didattiche per accogliere i giovani”.
Quindi l’affondo di piani che esprime “una forte preoccupazione rispetto alla totale assenza di attenzioni da parte del Governo ai bimbi più piccoli, quelli nella fascia 0-3 anni. “Purtroppo – continua – l’ultimo decreto ha confermato la chiusura, senza darci la possibilità di intervenire, con evidenti difficoltà per le famiglie e danni ingentissimi ai tanti gestori privati, che rappresentano una ricchezza fondamentale per la nostra Regione. La situazione e’ inoltre aggravata dall’assenza di certezze sulla cassa integrazione, con migliaia di educatori abbandonati dallo Stato. Noi non ci
sottrarremo al confronto e proseguiremo nella collaborazione con le rappresentanze di categoria, nella speranza di poter fornire un supporto concreto e valutare iniziative condivise”.
Specificata la posizione dell’assessore, e quindi di Palazzo Lombardia, restano tutti i nodi di cui scrivevamo oggi.
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