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Chirurgia ginecologica al Sant’Anna: nuova tecnica laser per le patologie benigne

Nell’ottica di potenziare ulteriormente la chirurgia mini-invasiva ginecologica, all’ospedale Sant’Anna è stata introdotta una nuova tecnica chirurgica per il trattamento di alcune patologie benigne dell’apparato genitale femminile.

La tecnologia Laser, sfruttando un fenomeno fisico detto “amplificazione della luce mediante emissione stimolata” (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) emette una radiazione elettromagnetica visibile (luce), infrarossa o ultravioletta con caratteristiche particolari  per cui i fasci laser possono concentrarsi in modo accurato e preciso su piccole aree,  comportando un minor danno ai tessuti e quindi riducendo il dolore. Con l’impiego dei laser, gli interventi sono, generalmente, più brevi e possono in taluni casi essere condotti ambulatorialmente e senza anestesia.

“Le fibre utilizzate hanno forma e dimensioni differenti, specifiche in relazione alla tipologia di intervento da eseguire – spiega il direttore dell’unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia di Asst Lariana, il dottor Paolo Beretta –  Questo consente un’interazione selettiva con il tessuto da trattare senza possibilità di danneggiare i tessuti circostanti”.

All’ospedale Sant’Anna viene utilizzata una tecnologia laser a diodi (LEONARDO Dualâ) in ambito isteroscopico e laparoscopico (HOLAâ – Hysteroscopic Outpatient Laser Applications ed ELLAâ – Endometriosis Laparoscopic Laser Applications). Negli interventi isteroscopici l’utilizzo del laser consente la resezione e/o la vaporizzazione in modo controllato di polipi endometriali, miomi sottomucosi, setti uterini, e la correzione dell’ istmocele post-taglio cesareo.

“L’isteroscopia operativa è un intervento mini-invasivo che viene eseguito ormai in maniera routinaria – prosegue il dottor Beretta – Si entra nella cavità uterina con l’isteroscopio, strumento ottico di pochi millimetri, collegato ad una telecamera che consente la visualizzazione dellla cavita’ uterina. Questo strumento è dotato di un canale operativo che permette di inserire un’ansa elettrificata bipolare piuttosto che forbici o pinze e ultimamente anche il laser a diodi per andare a correggere le anomalie dell’utero”.

In ambito laparoscopico le indicazioni principali per l’utilizzo del laser Leonardoâ sono: trattamento di cisti ovariche endometriosiche; trattamento dell’endometriosi profonda infiltrante; adesiolisi in corso di isterectomia; drilling ovarico per policistosi ovarica refrattaria alla terapia farmacologica; salpingectomie (asportazione delle Tube di Falloppio, ndr); miomi sottosierosi (fibromi, ndr).

“La tecnica d’elezione nella cura dell’endometrioma, una delle patologie ginecologiche più frequenti e comunemente associata a sintomi quali sterilità e dolore pelvico cronico, è considerata quella dell’asportazione completa della capsula cistica – osserva il primario – Negli ultimi anni la chirurgia escissionale è stata messa in discussione perché associata a una potenziale rimozione del tessuto ovarico sano e perdita di follicoli, con conseguente riduzione della riserva ovarica. Sono stati inoltre osservati peggiori risultati dalla fecondazione in vitro e una percentuale di menopausa precoce post-intervento del 2%. La comunità scientifica internazionale si è quindi di recente indirizzata verso tecniche chirurgiche alternative, in particolare quelle che sfruttano la tecnologia laser, per minimizzare il danno sul tessuto ovarico sano sottostante, pur assicurando l’efficacia del trattamento. Prima dell’utilizzo del laser viene effettuata un’accurata esplorazione della capsula cistica ed una biopsia per la conferma istologica della patologia. Questo nuovo approccio rende il trattamento più semplice, rapido ma soprattutto meno dannoso per la parte ovarica sana”.

Sempre utilizzando il laser, è possibile effettuare anche la cosiddetta vaporizzazione, una tecnica efficace che provoca meno danni al tessuto ovarico sano e preserva la funzione ovarica senza aumentare il tasso di recidiva. Tale tecnica viene utilizzata per il trattamento dell’endometrioma di piccole dimensioni.

“In sala operatoria – conclude il dottor Beretta – possiamo contare anche su dispositivi endoscopici mini-invasivi per la visione chirurgica 3D/4K che consentono ulteriori vantaggi in termini di precisione e dunque di accuratezza dell’intervento”. “Sentito il ringraziamento alla direzione per il continuo impegno nel garantire il miglioramento e l’adeguamento della tecnologia a servizio del blocco operatorio”.

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