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Stop locali alle 18. Casartelli (Confesercenti), durissimo: “Rischio colpo di grazia, molti avevano appena rimesso fuori il naso”

“Il continuo valzer di norme crea confusione e l’obbligo di chiusura alle ore 18.00 per bar e ristoranti  rischia di essere il colpo di grazia per tutte le imprese della filiera produttiva che ruota attorno a queste attività”.

La chiusura di bar, ristoranti, pasticcerie gelaterie e simili sancita dall’ultimo Dpcm Conte sta creando un’ondata di proteste in tutto il Paese.

Da Como attacca la Confesercenti, con il presidente Claudio Casartelli.

“Molti avevano appena iniziato a mettere fuori il naso – dice – e con questi provvedimenti vengono ricacciati violentemente sott’acqua. Occorre capire che non ci sono risorse e che le riserve sono già state utilizzate per pagare i dipendenti: l’obbligo di chiusura alle ore 18.00 è irragionevole perché colpisce bar e ristoranti che hanno adottato al loro interno scrupolosamente le precauzioni anticontagio”.

E aggiunge: “Come Confesercenti abbiamo attivato i nostri organismi a livello regionale e nazionale affinché il Governo stanzi immediatamente indennizzi a favore delle imprese costrette alla chiusura compensando i mancati incassi: le risorse avrebbero dovuto essere già stanziate contemporaneamente all’obbligo di chiusura, senza lasciare ristoratori e baristi nell’incertezza e nella giustificata rabbia”.

Giusto ieri sera l’affondo di Davide De Ascentis dal Krudo di piazza Volta:

Bar, stop alle 18. Furia De Ascentis (Krudo): “Domani chiudo per un mese e smetto di pagare le bollette”

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