Sicuramente quello che colpisce, entrando nel locale di Stefano Camozzi in piazza Mazzini, è la varietà e i colori dei dolci in esposizione. Poi, avvicinandosi un po’ di più al bancone compare anche lui. Quello che in tantissime pasticcerie potrebbe sembrare un normalissimo cioccolatino, qui non lo è. Quella prelibatezza dal colore giallo è l’ormai famoso “gold 23”, un cioccolatino ricoperto d’oro 23 carati. Al suo interno una pregiata e raffinata combinazione di cioccolato dell’Ecuador gran cru, tartufo bianco di Alba e sale rosa dell’Himalaya. Un mix di gusti, studiati in laboratorio come un alchimista d’altri tempi, che incuriosisce sempre di più e che viene richiesto soprattutto da fuori Como. Certo, va subito detto, che la passione messa nel trovare la combinazione perfetta di sapori, gli ingredienti pregiati e costosissimi e la foglia d’oro sopra hanno imposto un prezzo che non è per tutti.
Una singola pralina infatti costa 69 euro, due si possono avere a 129 euro. Se poi si vuole esagerare c’è anche la scatola da 18 a 999 euro e quella da 10 a 599 euro. “Costa 7mila euro al chilo. Comprendo che possa colpire e in passato ho sentito molte battute, fa parte del gioco, ma dietro c’è un grande lavoro. E devo dire che interessa e piace. Molti lo chiedono e si vende. Ovviamente non tantissimo ma l’idea interessa sempre di più. Sono soprattutto stranieri, a partire dagli svizzeri i compratori avuti in passato. Ma anche comaschi e persone in arrivo da fuori come Milano. Nostro obiettivo è intercettare i mercati mondiali del lusso e su ciò stiamo lavorando”, dice Stefano Camozzi.
Ma in cosa consiste questo cioccolatino? “Ho iniziato a provare gli abbinamenti, alla ricerca del cioccolato giusto. Ho provato a sposare il tartufo con il cacao del Venezuela, considerato il re del cioccolato, ma il sapore era troppo acidulo, così dopo diversi tentativi ho ripiegato per la varietà dell’Ecuador, che si sposa perfettamente con il sapore intenso e deciso del tartufo. Per arrivarci ci sono volute venticinque prove”. E alla fine ecco il risultato. “Si è piaciuto e si vende. Ricordo ad esempio una signora novantenne di Milano che mi chiamò per ordinarne 10 da mettere come segnaposto nella cena di Natale che era solita organizzare. Chiese però che fossi io a consegnarli”. Inoltre, proprio perché è presentata come un regalo di valore e prestigio è stata posta la massima attenzione anche nel packaging con scatolette molto curate nei dettagli.
Questo sicuramente l’aspetto più curioso del pasticcere Stefano Camozzi che però ha alle spalle una storia da raccontare. “Nessuno in famiglia aveva la passione per la pasticceria, venne a me e a 15 anni iniziai a studiare. Passai poi a fare la “gavetta” dalla storica pasticceria comasca “Belli” dove rimasi sei anni. Dopo mi spostai a Lurate Caccivio dove, dopo anni, rilevai una pasticceria (tutt’ora aperta) e nel 2017 tentai il ritorno a Como. Iniziai nei vecchi locali del Belli in via Porta e poi dal 2018 sono in piazza Mazzini”. Al fianco di Stefano da sempre la moglie che “per stare con me e condividere il sogno ha rinunciato al posto in banca, in Svizzera”, dice Stefano ridendo. “Oggi lei è sempre con me e nostro figlio si occupa della parte di promozione, grafica e social”.
Ovviamente nella pasticceria “Mignon on the Lake” di piazza Mazzini non c’è solo il “g23” ma molto altro. “La mia passione sono, ovviamente il cioccolato e la pasta lievitata, quindi colombe e panettoni . E poi le torte nuziali. Prima del Covid ne facevamo tra le 60 e le 90 all’anno. Inoltre per tre anni fornivamo noi al catering di Alessandro Borghese (il noto cuoco e conduttore televisivo) le torte nuziali”. Salutandoci un’ultima, inevitabile curiosità: ma la ricetta del “g23” è custodita in una cassaforte? “Certo. Li c’è la versione scritta. Io comunque l’ho perfettamente in testa.
2 Commenti
non sapevo che fosse commestibile l`oro..ci sarà la caccia nelle fogne
Notiziona…