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Clamoroso dalla Svizzera: “Una tassa fino a 30mila franchi all’anno sui lavoratori stranieri”

Una tassa tra i 5mila e 30mila franchi all’anno sui lavoratori stranieri specializzati che vogliono trovare impiego in Svizzera. La clamorosa ipotesi, per mettere un argine all’immigrazione lavorativa nella Confederazione, è stata rivelata oggi dal Tages-Anzeiger, giornale del Canton Zurigo, e rilanciata anche dai media ticinesi. Nel mirino della nuova tassa ci sarebbero i lavoratori specialisti provenienti da un Paese estero, almeno secondo le indiscrezioni attribuite ad ambienti del Consiglio federale e riportate dalla stampa d’oltreconfine.

All’origine di tutto, una iniziativa dell’UDC per dire no alla Svizzera da 10 milioni di abitanti. E una delle leve per mettere un tetto alla crescita della popolazione, sarebbe proprio la tassa tra i 5mila e i 10mila franchi all’anno applicata a determinate figure professionali estere che lavorano nei grandi gruppi (in particolare le multinazioni globali) con sede nella Confederazione. Ancora da capire molti dettagli, ovviamente, rispetto a queste prime indiscrezioni, a partire da chi dovrebbe pagare effettivamente l’eventuale tassa (il lavoratore o il datore di lavoro?).

Intanto, iniziano le polemiche e le perplessità. Rudolf Minsch, economista capo dell’organizzazione Economiesuisse, ad esempio, ha affermato nel commentare l’indiscrezione del Tages-Anzeiger, che “la Svizzera dipende da ricercatori e specialisti extracomunitari per poter continuare a svolgere attività di ricerca e sviluppo di alta qualità». Stessa posizione dell’Associazione dei datori di lavoro: “Siamo molto scettici” ha affermato al quotidiano zurighese il portavoce Stefan Heini.

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