La città murata, con le sue vie dello shopping e il lago ad attendere i turisti in fondo alla “vasca”, potrebbe essere un’oasi a sé. Potrebbe essere uno stato indipendente rispetto al resto della città che invece non se la passa altrettanto bene. Se infatti solo poche settimane fa avevamo dato conto del progressivo spopolamento di negozi e servizi in quel di Ponte Chiasso, l’allarme è ben presente e risuona, ormai da diverso tempo, anche in via Milano. Strada un tempo molto più frequentata, meta di turisti e acquirenti anche stranieri, nel corso degli anni ha progressivamente cambiato volto. Ma i commercianti della via, e sono numerosi, non vogliono arrendersi alla mutazione in atto e anzi rilanciano a gran voce la loro voglia e volontà di rivitalizzare la via. A spiegare cosa sta accadendo è Giovanna Caprani, una storica commerciante della strada che da 30 anni con il suo salone di bellezza “I Gio parrucchieri” in via Milano, ha potuto osservare cambiamenti e mutazioni della strada.
“La nostra via è un gioiello che purtroppo per varie cause, non imputabili a noi ma alla negligenze di altri, non riesce più a brillare come prima. E’ vero che ci sono zone di Como dove la situazione è forse peggiore, dove la desertificazione appare inarrestabile ma anche qui la realtà è decisamente molto complessa”, spiegano Giovanna e Marco Trocchia, un altri esercenti di via Milano che, come la collega, ha un salone di bellezza (MT Hairstyle). Innanzitutto la via, è inutile girarci intorno, è separata in due parti ben distinte. C’è via Milano Alta, con sempre più vetrine vuote e una forte presenza di stranieri e la parte bassa, dove le attività sono certamente più floride ma con evidenti problemi. Dietro questa apparenza la realtà è infatti un’altra.
“Da anni si cerca di rilanciare la via. Ma innanzitutto è fondamentale un aiuto da parte dell’amministrazione. Non mi riferisco in particolare a quella attuale visto che anche in passato la situazione era identica. Primo necessario passaggio da fare è quello di rendere via Milano più attrattiva. E quando dico così mi riferisco al fatto che sarebbe magari necessario studiare, insieme a chi di competenza, la creazione di un qualcosa di attrattivo da un punto di vista turistico. Qualcosa che sia in grado di spingere i visitatori fuori dalle mura facendoli arrivare fino a qui”. E poi, come già accaduto invano anche in passato non “si può non ribadire come sia vitale rendere la strada più bella con del verde che non si limiti però a qualche fioriera spelacchiata, con più luci, utili sia ad abbellire la strada ma anche necessarie per ragioni di sicurezza. E strettamente connesso a ciò, magari sarebbe auspicabile avere, specialmente nelle ore serali in inverno, maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine”.
Insomma il ripensamento di questa zona della città “dovrebbe essere totale, come lo si chiede ormai da tempo. Ma come detto non si domandano rivoluzioni enormi e impraticabili ma solo di valorizzare quanto di bello c’è già, di puntare i riflettori sulla via così da renderla interessante e attrattiva. Un luogo dove sia bello passeggiare e, perché no, curiosare nelle vetrine, fare acquisti e altro. Anche perché anche qui da noi la concorrenza, anche straniera, è molto alta”, sottolinea Caprani. Un progressivo miglioramento che poi andrebbe esteso anche alla parte alta della via anche perché “li si trovano dei veri tesori. Ci sono delle case comunali di una bellezza assoluta. Hanno delle corti interne fantastiche, degne di Brera a Milano. Insomma Comune, negozianti e chi ha interesse dovrebbero sedersi insieme e ripensare questa zona di Como”, spiega Giovanna che non si dimentica di citare l’annoso problema dei parcheggi.
“Sono necessari per noi commercianti. Un tempo c’era la Ticosa a darci una mano. Speriamo che si riescano a trovare soluzioni quanto prima”. Un’analisi sottoscritta anche da Francesco Aprile del bar Tulipe che si spinge oltre, riproponendo un’idea che già in passato, senza però successo, venne avanzata in più occasioni, ovvero quella di pensare ad una possibile “pedonalizzazione della strada – spiega Francesco – Solo così, a mio avviso, la via potrebbe rivitalizzarsi, riprendersi e anzi svilupparsi ancora di più. Purtroppo finché ci sono auto e bus che passano sarà difficile riuscire a creare intorno ai nostri negozi e alla nostra strada un maggior movimento”. Senza tralasciare anche un altro fattore. “Como, ormai lo sappiamo tutti, è sempre più una città turistica. Anche in questa zona della città aprono, ad esempio, bed and breakfast. Pensate se la strada fosse chiusa al traffico che appeal avrebbe anche dal punto di vista del richiamo per i turisti che adesso invece vanno principalmente in centro dove non ci sono le auto”.
Un’ultima voce è infine quella di Elena Savonelli, titolare della Cartoleria Porro. “Sono in questa via ormai da 16 anni ed è innegabile che sia cambiata – racconta Elena – Da dopo il Covid il giro di affari è calato soprattutto perché le persone si sono sempre più abituate a comprare on line, questo è un dato di fatto evidente. La nostra via, splendida, andrebbe sicuramente ripensata. Ha molte potenzialità che potrebbero essere sfruttate meglio. A partire da un’attenzione maggiore all’illuminazione e al verde. In passato si parlò anche di pedonalizzare la strada, idea di assoluto fascino per il quale noi commercianti ci eravamo spesi in prima persona. Poi non se ne fece nulla. Senza voler tirare in ballo questa o le passate amministrazioni, sarebbe invece utile capire se esistono margini per ipotizzare una simile rivoluzione. Lo dico perché sono molto legata alla via anche se, a fine anno, per una serie di motivi personali, chiuderò la mia attività”.
16 Commenti
La parrocchia di San Rocco non esiste più di fatto già da diversi anni, essendo stata inglobata nella Comunità Pastorale “San Giovanni Battista Scalabrini”, che unisce appunto San Rocco a San Bartolomeo.
L’idea di un parcheggio nell’area della ex-chiesa (quale? S. Rocco? S. Lazzaro?) mi sembra poco brillante per varie ragioni: viabilità pessima, edifici vincolati dai beni ambientali culturali, spazi angusti.
Ci sono soluzioni più praticabili.
Purtroppo il numero dei fedeli praticanti è da tempo in diminuzione, e non sembra che il calo possa arrestarsi. Sarà sempre più necessario, dunque, adeguare le strutture ecclesiastiche. La parrocchia di san Rocco è praticamente sempre chiusa, se si eccettua qualche Messa e ben poco altro. Le poche centinaia di praticanti di san Rocco ormai non giustificano una parrocchialità autonoma, tanto che la parrocchia è stata inglobata in una comunità di fedeli più grande. È buon senso dismettere, per tempo, quello che può essere dismesso. Ciò che è stato inoltre vincolato, se lo è, si può anche svincolare, collocando altrove i manufatti di valore storico-artistico. A Como si è demolito di tutto, senza fiatare: ricordo san Nazaro per esempio… Personalmente non vorrei che tra qualche anno san Rocco diventasse una pizzeria o una discoteca. Preferisco che il decoro del sacro edificio sia preservato da una destinazione a parcheggio, con vari piani fuori terra ed interrati. Realizzare poi l’ingresso ed l’uscita dei veicoli secondo requisiti di fluidità e sicurezza è compito dei progettisti di concerto con i tecnici del Comune. Se, inoltre, una pietra o un muro del ‘500 risultassero intoccabili, li si conservi integrandoli nella nuova costruzione e li si renda visitabili: il parcheggio Valduce, sopra le Terme romane, mi sembra un esempio concreto e da seguire. Dal punto di vista architettonico, però, si potrebbe fare di meglio.
Ma il Sindaco che dice?
E’ d’accordo?
Pronto a organizzare una manifestazione coi lumini da cimitero contro ogni proposta di pedonalizzazione!
Non lo dica a me che ha aperto difronte al mio negozio senza rispettare i 50 metri di distanziamento che dovrebbero esserci. Molto delusa.
Giovanna
Un regalo grande a Via Milano, alta e bassa, uno stop al suo spegnersi commerciale e umano, potrebbe arrivare dalla Diocesi stessa. Dismetta la parrocchia di san Rocco e porti i scarsi fedeli rimasti a ripopolare le assemblee liturgiche di san Bartolomeo, ricollocando altrove le poche suppellettili da conservare!
In accordo con il Comune l’area dell’ex-chiesa sia ceduta all’Amministrazione vincolandola alla costruzione di un parcheggio fuori terra, affidando il progetto del nuovo edificio ad un concorso internazionale. La scelta di una soluzione bella, utile e avveniristica sarebbe un valido biglietto da visita posto all’ingresso di Como, ed assicurerebbe alcune centinaia di posti ai visitatori di Via Milano e della Città.
In Europa ma anche in Italia ci sono tanti esempi di aree pedonali che danno lustro alle città creando aree di aggregazione e di vita cittadina📍
La domanda è se esiste già un proggetto od uno studio da parte degli uffici competenti📍L’ ideale sarebbe quello di coinvolgere tutti i cittadini in un primo incontro per avere delle idee e dei suggerimenti anche tramite email od un sito ad hoc o per posta📍E perchè non coinvolgere anche gruppi di ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado e del politecnico premiando le idee più belle per via Milano e le strade adiacenti ?
Come detto da qualcuno, occorrerebbe maggior controllo da parte delle forze dell’ordine.
I 2 estremi di via Milano bassa (piazza Vittoria e la piazzetta davanti l’ufficio postale) la sera sono pieni di persone non proprio raccomandabili.
Analogamente, occorrerebbe maggior selezione, da parte delle autorità preposte, in merito al tipo di commercio che si vuol proporre.
Per esempio, al posto di Pinco Pallino (uno dei pochissimi negozi di giocattoli residui in città) ha aperto l’ennesimo beauty cinese e ce n’erano già 2 o 3 nella via.
Al posto del negozio di frutta e verdura ha aperto un negozio di abbigliamento di tutt’altro tono rispetto a Tessabit, che è affianco e che da anni da lustro alla zona.
Mi auguro che alla chiusura della cartoleria (che peccato !) venga aperto qualcosa comunque di valido e di livello.
Giovanna Caprani . Concordo pienamente , Como ce la invidiano tutti ma il pensiero ricorrente resta quello del lasciar invecchiare una Citta che merita l’innovazione di progetti mirati a renderla unica.
Parcheggio TICOSA…via Milano pedonale e restaurata a dovere… sarebbe il viale di accesso alla città murata…lo penso da sempre… invece traffico e degrado imperano da decenni… speriamo che si abbia il coraggio di decisioni importanti e in parte impopolari
Sono per l’innovazione e la crescita della citta
“pedonalizzazione della strada – spiega Francesco – Solo così, a mio avviso, la via potrebbe rivitalizzarsi, riprendersi e anzi svilupparsi ancora di più. Purtroppo finché ci sono auto e bus che passano sarà difficile riuscire a creare intorno ai nostri negozi e alla nostra strada un maggior movimento”
Basterebbe ad esempio non eleggere Casartelli (con le sue idee ottocentesche) come proprio rappresentante.
…fine settecento
i commercianti come al solito patetici. Per hanno si sono schierati contro le pedonalizzazioni e godevano del traffico e delle polveri sottili.
Ora che sono alla canna del gas e vedono negozi su negozi chiusi in via Milano bassa, sperano nella chiusura.
Chi è causa del suo mal pianga se stesso!
hai ragione, ho sentito con le mie orecchie per anni critiche dei commercianti chi voleva pedonalizzare la strada (lo stesso accade ancora in via Borgovico), e ora piangono…
Via Milano bassa e via Borgovico vecchio DEVONO ESSERE pedonalizzate, ignorando i commercianti rimasti al ‘800
Io sono per la crescita e linnovazione della Citta’ ben venga la pedonalizzazione