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Como, 7 sindacati e centinaia di frontalieri uniti all’evento storico Italia-Svizzera: “No alla tassa sulla salute”

Decisamente buona la partecipazione alla manifestazione organizzata a Como oggi, sabato 25 maggio, da tutte le principali sigle sindacali sia italiane che svizzere contro la tassa sulla salute per i frontalieri (Cgil, Cisl, Uil, Unia, Ocst e Syna e Consiglio sindacale interregionale). Presenti a dare sostegno anche la capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati, Chiara Braga, così come il consigliere regionale Dem, Angelo Orsenigo – che con una nota ha poi invitato “Regione Lombardia ad avere il coraggio di non applicare la tassa sulla salute” – e il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Massimo Mastromarino che ha anche preso la parola sul palco.

Nonostante la pioggia, davanti alla sede locale di Regione Lombardia molti lavoratori e rappresentanti sindacali hanno voluto esserci per protestare a gran voce contro il balzello in arrivo. Ad alternarsi sul palco gli esponenti dei sindacali che hanno rilanciato la protesta oltre che sulla tassa sulla salute anche in merito ad altri temi caldissimi come il dumping salariale oltreconfine a danno dei lavoratori frontalieri, il telelavoro, e il caos sull’esatta lista dei comuni di frontiera che sta colpendo in particolare la provincia di Sondrio.

Ad aprire gli interventi, per la Cgil comasca, è stato Matteo Mandressi, al quale ha fatto seguito il responsabile nazionale Cgil dei frontalieri Giuseppe Augurusa: “La tassa sulla salute è inutile, dannosa e incostituzionale. Vìola tre principi, ossia l’universalità del trattamento sanitario, il principio degli obblighi internazionali perché smentisce accordi già presi, e infine il principio della doppia imposizione perché tassa nuovamente quello che è già stato tassato alla fonte. Il governo si fermi, può farlo  perché serve ancora un provvedimento attuativo. E alle Regioni italiane chiediamo di resistere alla tentazione di ubbidire al governo e, invece, di tutelare i cittadini. Ai Cantoni chiediamo di non dare i dati sulle retribuzioni nette dei frontalieri. La Lombardia chiederà l’autocertificazione? Scandaloso, ma in quel caso inizierà una stagione di contenziosi e se saremo costretti intraprenderemo persino il percorso verso la Corte Costituzionale”.

Molto duro l’intervento di Giangiorgio Gargantini del sindacato svizzero Unia, in particolare sul tema del dumping salariale in Ticino nei confronti dei lavoratori frontalieri pagati: “Il problema non è la frontiera, ma come la frontiera viene utilizzata da un certo padronato e da chi ha tentato di istituzionalizzare il dumping, come ad esempio il sindacato creato dalla Lega dei Ticinesi per cercare di pagare ancora meno del salario minimo i frontalieri rispetto ai residenti, 15 franchi all’ora al posto di 19. Il dumping non è colpa dei frontalieri: è di chi paga i salari, non di chi li riceve”. Tantissimi i numeri forniti da Gargantini che testimoniano le clamorose disparità salariali in Ticino rispetto al resto della Svizzera e in particolare a danno dei frontalieri (li trovate tutti elencati nel video qui sotto). Lanciato poi l’evento del 21 settembre, una manifestazione nazionale a Berna per chiedere migliori salari.

Molto applaudito (e anche molto ‘colorito’, per usare un eufemismo) l’intervento di una frontaliera italiana che lavora in un grande centro commerciale ticinese ed è anche esponente Unia: “Il governo italiano ci vuole tassare perché siamo ricchi? Sì, siamo ricchi ma di competenze, di qualifiche professionali, di esperienze lavorative che la Svizzera ci riconosce anche con uno stipendio che rende la vita degna. E non sarà mettendo le mani nei nostri portafogli che si restituirà ai lavoratori del settore sanitario italiano una vita degna. Infermieri e medici di questo settore, osannati nella pandemia e poi dimenticati, in Italia hanno stipendi da fame e non sarà estorcendo l’ennesimo bonus dai nostri salari che li convincerete”.

Andrea Puglia (Ocst) è poi intervenuto soprattutto sul grande caos che ha colpito i frontalieri in provincia di Sondrio in conseguenza delle nuove liste dei comuni di frontiera, oltre che sul tema della tassa della salute: “Stiamo stufi di una politica ignava, che va solo dalla parte dei soldi e delle tasse e mai da quella dei diritti dei lavoratori. Ma saranno i frontalieri alle prossime elezioni a non guardarli nemmeno in faccia”.

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10 Commenti

  1. In quanti eravate ? E di questi ,quanti veri frontalieri ? Zero ? Create i danni per poi infilarvi salvatori .Dico bene Augurusa ?
    Dove sono i 300 mio del fondo che da complici , avete fatto sottrarre ?
    Opsss adesso il padrone ha deciso che il problema è un altro 😎

  2. Parlando di cifre…

    Un lordo di 4000 franchi può produrre un netto di 3400 franchi.
    Sottraendo il 3% e il 6% dal lordo otterremo circa un netto di 3300 e 3200 franchi.
    Se consideriamo ciò, assieme al fatto che il prelievo massimo potrà essere di 200 euro (per i redditi più alti) non sembra davvero che il frontalieri cadrà in disgrazia economica a causa di questa tassa.

    Queste mie sono simulazioni di massima, e pregherei eventualmente qualche frontalieri di esporre la sua simulazione fatta sul suo stipendio.

    La questione invece sulla legittimita della tassa è un altro paio di maniche!

  3. Fermi sarà stato ad un aperitivo elettorale? Lui non va dove la gente è scontenta, preferisce chi lo applaude, lo bacia, gli sorride e ascolta pronata le sue promesse……. da “marinaio”..

  4. Comunque le simulazioni indicano un contributo di 120 euro mensili per stipendi svizzeri di 4000 euro netti (al cambio).
    Cerchiamo di tornare con i piedi per terra…

    1. A parte che non si sa la percentuale che verrà applicata e quindi ogni simulazione é campata in aria e che una salario da 4000 é medio basso, il discorso è che questa tassa travestita da “ contributo” è un furto bello e buono. C’è un accordo internazionale? Si. L’avete sottoscritto? Si.
      Vi siete resi conto di essere degli incompetenti perché avete lasciato indietro dei pezzi e agito a caso su altri. Di nuovo si. Affari vostri. Ci volete tassare? Ok, dateci il modo di scaricare le spese come tutti i cittadini. O dobbiamo avere solo doveri e nessun diritto?

    2. La norma parla di contributi dal 3% al 6% (a discrezione della Regione). Anche fosse il 3% (il primo anno, poi ho come l’impressione che nel corso degli anni arriverà al 6% in un lampo… un po’ come le addizionali comunali), sarebbero 120 euro solo se calcolate sul netto di 4000 euro del suo esempio, ma da quando in qua i contributi si calcolano sul netto e non sul lordo?

  5. “Sì, siamo ricchi ma di competenze, di qualifiche professionali, di esperienze lavorative che la Svizzera ci riconosce anche con uno stipendio che rende la vita degna […]”

    Direi che gli stipendi siano mediamente da fame, ma divengano da degni a lauti se spesi in Italia, questa non è una sottigliezza.

    Si denuncia (giustamente) il dumping salariale ma successivamente si ringrazia la Svizzera per concedere stipendi “degni”?

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